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Bimba gettata nel fiume salvata per caso


Lei è viva, ma molti, tanti, non ce la fannoA Belo Horizonte, in Brasile, un "miracolo" si è verificato nella laguna di Pamphulia. Sembrava il miagolio di un gatto, il lamento che usciva da un sacco nero in plastica che galleggiava sull'acqua, e invece era il pianto di una neonata. La bimba è stata salvata da un uomo che, attratto dal lamento, ha tratto fuori dall'acqua l'involuco.Una storia tragica, questa, ma a lieto fine. In Brasile, purtroppo - ma non solo - ben altri sono i drammi che coinvolgono bambini. Eppure gli organi di informazioni non ne danno notizia.  Negli ultimi tempi si è parlato tanto di procreazione assistita, da qualche mese è ripreso il dibattito sull'aborto, dopo che qualche parlamentare ha avanzato l'ipotesi di rivedere la 194. Ma com'è che dei bambini abbandonati, spesso ammazzati - tranne quando succede a "casa" nostra - se ne parla sempre troppo poco? Avete mai sentito parlare dei meninos de rua in Brasile o dei "randagi" di Chisinau in Moldova? Due continenti, un solo gravissimo problema sociale: i bambini che vivono in starda. Vi segnalo qualche notizia e dati (almeno quelli che sono ufficiali):Europa Federazione Russa 900.000 bambini abbandonati Ucraina 100.000 bambini abbandonati Romania 38.000 bambini abbandonati Bulgaria 34.000 bambini abbandonati Moldavia 14.000 bambini abbandonati Albania 800 bambini abbandonati Kosovo - dati sull'abbandono non disponibili Asia:Sri Lanka - dati sull'abbandono non disponibili Nepal 15.000 bambini abbandonati Mongolia 800 bambini abbandonati Cina - dati sull'abbandono non disponibili Sud America:Brasile 20.000 bambini abbandonati negli istituti statali, bambini abbandonati in strada non censiti Colombia 10.000 bambini abbandonati Bolivia 10.000 bambini abbandonati Equador - dati sull'abbandono non disponibili Perù - dati sull'abbandono non disponibili Africa:Marocco 43.000 bambini abbandonati Kenia - dati sull'abbandono non disponibili  Fonte AIBI   Rapporto Unicef sui bimbi abbandonati Centinaia di milioni di bambini oggetto di gravi sfruttamenti e discriminazioni sono diventati invisibili al mondo, afferma oggi l'UNICEF in un importante rapporto che esamina le cause dell'esclusione e degli abusi subiti dai bambini. Secondo il rapporto UNICEF su La Condizione dell’infanzia nel mondo 2006: esclusi e invisibili, presentato oggi a Londra e, in contemporanea, a Roma e in altre capitali del mondo, milioni di bambini scompaiono quando cadono vittime del traffico o sono costretti a lavorare come servi. Altri, come i bambini di strada, vivono davanti agli occhi di tutti ma sono senza protezione e assistenza sociale. Oltre a subire abusi, la maggior parte di questi bambini è esclusa dall’istruzione, dall’assistenza sanitaria e dagli altri servizi vitali per la loro crescita e il loro sviluppo. Questi bambini sono spesso invisibili nei dibattiti pubblici e nella legislazione, nelle statistiche e nelle notizie. Se non sarà loro dedicata un’attenzione particolare, rimarranno intrappolati e dimenticati in un’infanzia segnata da abbandono e abusi, con conseguenze devastanti a lungo termine per i bambini stessi ma anche per lo sviluppo delle nazioni. "Qualsiasi società che abbia a cuore il benessere dei propri bambini e il proprio futuro non deve permettere che questo accada - ha sottolineato il Presidente dell’UNICEF Italia Antonio Sclavi presentando il rapporto oggi a Roma alla sala del CIDE - Centro nazionale di informazione e documentazione europea. "Questi bambini – ha sottolineato Sclavi - sono vittime di una quotidiana emergenza dimenticata, invisibile anche se si consuma sotto gli occhi del mondo: 50 milioni di piccoli che non vengono neppure registrati all’anagrafe, con la conseguente esclusione da ogni forma di controllo e di assistenza, 171 milioni di bambini impiegati in lavori ad alto rischio, 2 milioni sfruttati dall’industria del sesso, oltre 100 milioni che non hanno mai visto un’aula scolastica, centinaia di migliaia di vittime di catastrofi naturali o guerre sconosciute: una catena di esclusione ed emarginazione che si traduce in sfruttamento e abusi, un circolo vizioso che occorre spezzare infrangendo la barriera dell’invisibilità e costruendo un ambiente protettivo per tutti i bambini" In passato, nei suoi rapporti l’UNICEF ha trattato in modo esauriente del modo in cui la povertà, l’HIV/AIDS e i conflitti armati compromettono l’infanzia. Esclusi e invisibili descrive in dettaglio come questi fattori, oltre alla debolezza delle amministrazioni e alla discriminazione, privano i bambini della protezione da abusi e sfruttamento e li escludono dalla scuola, dall’assistenza sanitaria e da altri servizi essenziali. E i bambini che non hanno accesso ai servizi essenziali sono più esposti allo sfruttamento, in quanto hanno meno informazioni su come proteggersi e meno alternative economiche. I bambini coinvolti nei conflitti armati, per esempio, subiscono continuamente stupri e altre forme di violenza sessuale. Sono proprio questi bambini – soli e indifesi – a essere ignorati. Secondo il rapporto, i bambini sono maggiormente a rischio di diventare invisibili e di essere dimenticati in quattro casi: Bambini privi di un’identità ufficiale. Ogni anno, oltre la metà di tutte le nascite nel mondo in via di sviluppo (esclusa la Cina) non è registrata, negando a oltre 50 milioni di bambini un diritto di nascita basilare: essere riconosciuti come cittadini. I bambini che non sono stati registrati alla nascita non compaiono nelle statistiche ufficiali e non sono riconosciuti come membri delle loro società. Ai bambini senza un’identità ufficiale non è garantita l’istruzione, un’assistenza sanitaria di qualità e altri servizi di base che influiscono sulla loro infanzia e sul loro futuro. Per esempio, i bambini non registrati non sono ammessi nelle scuole che richiedono un certificato di nascita per l’iscrizione. Semplicemente, i bambini senza identità ufficiale non sono contati e non contano. Bambini privi delle attenzioni dei genitori. Milioni di orfani, di bambini di strada e di bambini in stato di detenzione crescono senza le cure amorevoli e la protezione dei genitori o della famiglia. In queste circostanze, i bambini non sono trattati affatto come tali. •Si stima che 143 milioni di bambini nel mondo in via di sviluppo – 1 bambino su 13 – abbia perso almeno un genitore. Per i bambini molto poveri, anche la perdita di un solo genitore, specialmente la madre, può comportare ripercussioni di lunga durata sulla loro salute e sull’istruzione. •Nel mondo, decine di milioni di bambini trascorrono gran parte della vita nelle strade, esposti a tutte le forme di abuso e di sfruttamento. •Oltre 1 milione di bambini vive in stato di detenzione e la stragrande maggioranza è in attesa di giudizio per reati minori. Molti di loro sono vittime di trascuratezza, violenze e traumi. Bambini nei ruoli di adulti. I bambini costretti ad assumere precocemente il ruolo di adulti perdono delle fasi cruciali per lo sviluppo infantile. •Centinaia di migliaia di bambini sono coinvolti nei conflitti come combattenti, corrieri, portatori, cuochi per i gruppi armati, o sono costretti alla schiavitù sessuale. In molti casi, sono stati rapiti.•Malgrado le leggi che vietano in molti paesi i matrimoni precoci, oltre 80 milioni di bambine del mondo in via di sviluppo si sposeranno prima di compiere 18 anni e molte anche in età più precoce. •Si stima che 171 milioni di bambini lavorino in condizioni rischiose e con macchinari pericolosi in fabbriche, miniere e nel settore agricolo.Bambini sfruttati e abusati. Isolati dai loro aguzzini che impediscono di frequentare la scuola e di usufruire dei servizi essenziali, i bambini vittime dello sfruttamento sono probabilmente i più invisibili. È quasi impossibile conoscere le loro vite e il loro numero. •Circa 8,4 milioni di bambini sono sfruttati nelle forme peggiori di lavoro minorile, comprese la prostituzione e la schiavitù per debiti. •Quasi 2 milioni di bambini sono sfruttati dall’industria del sesso e sottoposti continuamente a violenze fisiche e sessuali.•Si stima che milioni di bambini scompaiano ogni anno in mondi clandestini e illegali, dove sono costretti a lavori rischiosi e degradanti, compresa la prostituzione.•Un numero incalcolabile di bambini presta servizio come domestici presso privati. Molti di loro non possono frequentare la scuola, subiscono maltrattamenti e abusi e sono sottoalimentati o sovraccaricati di lavoro. Secondo il rapporto, i bambini che vivono negli “stati fragili" – paesi che non possono o non vogliono fornire i servizi di base ai propri bambini – sono praticamente invisibili. La discriminazione basata sul genere, sull’etnia o sulla disabilità è un altro fattore che determina l’esclusione. Per esempio, la discriminazione esclude milioni di bambine dall’istruzione e ostacola l’accesso dei bambini appartenenti a minoranze etniche e gruppi indigeni ai servizi cruciali. Si stima che, globalmente, 150 milioni di bambini vivano con una disabilità. Molti sono privati dell’opportunità di studiare, di ricevere assistenza sanitaria e sostegno a causa della discriminazione.