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NeverInMyName

Gli orrori della guerra, una macchia sull'umanità. Per non vanificare il sacrificio di tante vittime, per non assistere inermi a un altro Vietnam, per non giustificare un'altra invasione come quella in Iraq. Per dire mai più a un altro Darfur: stand up togheter!

 

 

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Codice Da Vinci: da vedere o da boicottare?

Post n°162 pubblicato il 16 Maggio 2006 da NeverInMyName

Alla vigilia dell'uscita del film tratto dal libro

continua l'opera di censura del Vaticano

E' normale che il Vaticano stia scatenando una vera e propria 'crociata' contro il nuovo film di Ron Howard ispirato al libro di Dan Brown "Il codice Da Vinci"? Andrete a vederlo o seguirete i consigli ecclesiastici di boicottarlo? Alla vigilia dell'uscita nelle sale del film le polemiche montano sempre di più. Se non siamo ancora arrivati ai livelli di censura che investìrono Ultimo tango a Parigi, con tanto di sequestri a tappeto e roghi delle pellicole, di sicuro siamo di fronte a qualcosa di più di una semplice protesta. La Chiesa, infatti, sta mostrando una preoccupazione quasi senza precedenti. Una preoccupazione che, se si pensa al film solo ed esclusivamente come a un film, appare senza dubbio eccessiva. Io credo che quella di Howard sia solo una storia avventurosa, un thriller, e non una 'rivelazione' sconvolgente. Se poi ci fosse qualcosa di più... beh, allora si capirebbe il perché di tanta agitazione. Ma per il momento "Il codice Da Vinci" è e resta solo un bel film...

Per il trailer clicca qui:

http://www.capital.it/trovacinema/pop_multimedia.jsp?tc=F&idc=300454&idm=305236

Scatta il countdown alla prima a Cannes, notizie e critiche...

ore 13:10 16 maggio 2006

CODICE DA VINCI: NELLE FILIPPINE FILM VIETATO A MINORENNI

(AGI/REUTERS/AFP) - Roma, 16 mag. - Il film 'Il codice da

Vinci' sara' distribuito anche in Corea del Sud e nelle

Filippine, dove pero' potranno vederlo solo i maggiorenni. A

poche ore dalla prima mondiale, questa sera al festival di

Cannes, e dell'uscita in tutto il mondo giovedi' la pellicola

di Ron Howard continua a suscitare contrasti e polemiche che

certo molto contribuiscono a farle pubblicita'.

La commissione di censura di Manila non ha ceduto alle

tante pressioni, soprattutto della chiesa cattolica, di vietare

il film pero' ha deciso di riservarlo a un pubblico adulto.

"Per temi, linguaggio e immagini" il film "richiede capacita'

di discernimento mature", ha spiegato Consoliza Laguardia, capo

della commissione. Ma nonostante il racconto "sollevi alcune

questioni critiche su dogmi cristiani o cattolici generalmente

accettati, non diffama persone vive o morte". Eppure anche il

piu' stretto collaboratore del presidente Gloria Macapagal

Arroyo, Eduardo Ermita, si era schierato per il divieto di

proiezione.

Piu' o meno la stessa interpretazione del 'Codice da Vinci"

hanno dato le autorita' della Corea del Sud. "E' chiaro che e'

tutta finzione", hanno spiegato i giudici della corte

distrettuale di Seul, cui si era rivolto il Consiglio cristiano

della Corea per impedire alla Sony di distribuire il film.

(AGI)

ore 13:46 16 maggio 2006

CANNES: JACOB, IL CODICE? SE NON LO AVESSIMO PRESO...

A LE MONDE: MA NON E' IL MERCATO CHE FA LA SELEZIONE

(ANSA) - CANNES, 16 MAG - Non e' il mercato che fa scegliere

i film da selezionare per Cannes ma di certi fenomeni, come Il

codice Da Vinci, non si puo' non tenere conto. Lo dice il

presidente del Festival, Gilles Jacob, difendendo la scelta di

aprire domani la 59/ma edizione con un blockbuster hollywoodiano

come il film di Ron Howard tratto dal best seller di Dan Brown.

In una intervista all' inserto di Le Monde dedicato al

Festival, Jacob risponde alla domanda sui criteri di selezione e

su come siano cambiati e dice: ''Non e' certo il mercato a fare

la selezione. E' ormai un anno che e' stato annunciato l'arrivo

del Codice il 17 maggio 2006. Thierry Fremaux (il direttore del

Festival succeduto proprio a Jacob, ndr.) aveva due

possibilita': prendere il film rispettando tutte le richieste

della produzione o rifiutarlo, ma poi avrebbe dovuto fare fronte

all'esplosione mediatica del fenomeno Codice da Vinci''.

Jacob racconta anche con orgoglio che ''il solo fatto che un

film sia visto dai selezionatori di Cannes e' un plusvalore'' e

cita proprio il caso dell' Italia: ''Qualche anno fa venni in

Italia e volevano mostrarmi 50 o 60 film. Avrei preferito vedere

solo i 15 migliori ma mi dissero che il solo fatto che io li

vedessi permetteva di venderli, quei film, e a un prezzo

migliore''.

ore 17:40 16 maggio 2006

CODICE DA VINCI/ LE PROTESTE DEI CRISTIANI IN ASIA

Stop distribuzione in India,in Thailandia si chiede censura fine

Cannes, 16 mag.(Ap) - Levata di scudi dei maggiori gruppi

cristiani asiatici, dalla Corea del Sud alla Thailandia, passando

per l'India, contro l'uscita del film tratto dal romanzo di Dan

Brown "Il Codice da Vinci" in vista della prima domani al

festival cinematografico di Cannes. I manifestanti cristiani

minacciano di boicottare la pellicola diretta da Ron Howard, di

censurare la versione completa o di imporne una ridotta. Pronti a

tutto, anche allo sciopero della fame.

Il controverso film sarà proiettato domani alla 59esima edizione

del festival di Cannes, una grande operazione pubblicitaria per

l'adattamento cinematografico del best seller più venduto al

mondo. Tom Hanks e altri protagonisti del "Codice da Vinci" sono

giunti a Cannes, da Londra, oggi a bordo del treno che porta il

nome del film e che tenta di mettere a segno il record del

viaggio non-stop più lungo al mondo.

Ma la trama del film (nel quale si afferma fra l'altro che Gesù

sposò Maria Maddalena e da lei ebbe dei figli), ha indignato

molti cristiani. In Corea del sud, che conta circa 13 milioni di

protestanti e 4,6 milioni di cattolici, un tribunale non ha

accolto la richiesta inoltrata da alcuni fedeli di bloccare la

proiezione del "Codice da Vinci", che sarà invece in uscita nelle

sale cinematografiche giovedì come previsto. "Come è chiaro il

romanzo e il film sono finzione... non esiste la possibilità che

la pellicola possa far credere agli spettatori che il contenuto

del film è reale", è stata la sentenza del giudice Song Jin-hyun.

Il Consiglio dei cristiani coreani, un gruppo di 63 associazioni

protestanti sud-coreane, dice di rispettare la decisione del

giudice, ma che non rinuncerà a boicottare il film.

In Thailandia, i gruppi cristiani hanno chiesto al governo di

censurare gli ultimi 15 minuti del film, correggere dei

sottotitoli che sono poco rispettosi verso Gesù e inserire dei

messaggi prima e dopo la proiezione per ricordare che il

contenuto del film è "fittizio". La commissione che si occupa

della censura, tuttavia, non ha ancora risposto alle richieste

dei gruppi cristiani, a due giorni dall'uscita del film nelle

sale.

In India, paese a maggioranza hindu, ma che ospita comunque

18 milioni di cattolici, il leader del Forum cattolico secolare

Joseph Dias, ha iniziato lo sciopero della fame a Bombay e ha

dichiarato che molti sono già pronti a seguirlo. "Vogliamo che il

film sia vietato", ha detto. E potrebbe riuscirci. L'uscita del

film nelle sale è prevista per venerdì ma c'è il rischio che

slitti di qualche giorno: il ministro dell'Informazione indiano,

Priya Ranjan Dasmunshi, ha affermato di aver ricevuto più di 200

lamentele e di aver chiesto una versione speciale del film

diretto da Ron Howard: "Siamo un paese secolare. Su un tema

sensibile, dobbiamo adottare delle misure dopo averne esaminato

ogni aspetto - ha dichiarato Dasmunshi ai giornalisti,

concludendo - Dobbiamo stare attenti". Il sacerdote della Chiesa

Cattolica, Myron Pereira, membro della commissione che rilascia

la certificazione cinematografica (che ha autorizzato il film) ha

ribadito che non c'è ragione di bandire il "Codice", perché il

contenuto è fittizio.

I censori filippini hanno consigliato il film a soli adulti, ma

non lo hanno classificato "X", la sigla che si usa per i film a

luci rosse o di contenuto troppo violento; mentre il Consiglio

nazionale delle Chiese a Singapore è ricorso a un ciclo di

conferenze per confutare gli aspetti controversi del "Codice".

ore 19:46 17 maggio 2006

CODICE VINCI: OPUS DEI ACCUSA SONY, OFFESA PER CRISTIANI

MONS.AMATO, CHIESA DIFFAMATA PERCHE' DIFENDE VITA E FAMIGLIA

(ANSA) - ROMA, 17 mag - La fredda accoglienza ricevuta a

Cannes dal 'Codice da Vinci' non ferma la battaglia del mondo

cattolico contro la mega-produzione tratta dal bestseller di Dan

Brown: anzi oggi l'Opus Dei, la prelatura presa di mira nel

romanzo e nel film, ha alzato radicalmente i toni contro la casa

produttrice Sony Pictures, accusandola di aver violato il suo

stesso codice etico per aver evitato di inserire l'avviso agli

spettatori che si tratta di un'opera di fantasia e per aver

dimostrato, cosi', una ''deplorevole mancanza di rispetto nei

confronti di centinaia di milioni di cristiani''.

''Il film conserva le scene del romanzo che sono false,

ingiuste e offensive per i cristiani - commenta a nome della

prelatura Manuel Sanchez Hurtado, dell'Ufficio informazioni

dell' Opus Dei di Roma -. Anzi, moltiplica persino l'effetto

ingiurioso del libro, grazie alla forza che possiedono le

immagini''. L'Opus Dei, in particolare, ritiene violato il

Codice di Condotta del gruppo Sony, nei passi in cui afferma che

''il personale deve essere attentamente rispettoso verso le

differenze culturali'', o che ''nessuno puo' esprimere insulti

razziali o religiosi'' o quando la Sony si impegna a non fare

pubblicita' falsa, che possa disorientare o calunniare terzi.

''I dirigenti della Sony - aggiunge Sanchez Hurtado - hanno

piu' volte dichiarato questo impegno etico'', ribadendo

recentemente che ''l'etica e l'integrita' devono far parte del

Dna della Sony'' e che ''non ci puo' essere prosperita' per

un'impresa che non rispetti l'ambiente e la societa' in cui

vive''. Secondo l'esponente dell'Opus Dei, ''nessuno in questi

mesi ha osato fare affermazioni tanto audaci quanto i dirigenti

della Sony, anche se poi tutte le loro dichiarazioni sono

smentite da questa deplorevole mancanza di rispetto nei

confronti di centinaia di milioni di cristiani. Il fine

economico non giustifica i mezzi offensivi. Non e' la vittima a

perdere la dignita': chi si degrada e' l'aggressore''.

La posizione ufficiale della prelatura fondata da San

Josemaria Escriva' sul film di Ron Howard e' stata espressa

durante la ''Open house'' promossa oggi presso il centro di

formazione Elis, realizzato e gestito dall'Opus Dei nel

quartiere romano di Casal Bruciato, al Tiburtino-Collatino, ed

inaugurato da Paolo VI 40 anni fa, il 21 novembre 1965. Ma anche

in un convegno organizzato a Firenze padre Bernardo Estrada,

rappresentante dell'Opus Dei, ha dichiarato che ''la maggior

parte di noi non andra' al cinema, perche' e' un film che

insulta il cristianesimo: e' come se andassimo a vedere un film

di qualcuno che offende nostra madre''. Estrada ha tuttavia

ribadito che la prelatura cattolica non prevede nessuna azione

contro il film e non condanna chi andra' a vederlo.

Dopo le ultime bordate polemiche, come quelle del predicatore

pontificio padre Raniero Cantalamessa, dopo gli anatemi e gli

inviti al boicottaggio, come quello di monsignor Angelo Amato,

segretario dell'ex Sant'Uffizio, nei giorni scorsi c'era stata

la presa di posizione del presidente della Cei, cardinale

Camillo Ruini, che tuttavia coglieva nel lancio del film

''l'occasione di un'opera capillare di catechesi, e prima ancora

di informazione storica, che aiuti la gente a distinguere con

chiarezza i dati certi delle origini e dello sviluppo storico

del cristianesimo dalle fantasie e dalle falsificazioni''.

Sempre oggi, comunque, in un'intervista a Radio Vaticana

l'arcivescovo Amato e' tornato a puntare il dito contro il

romanzo di Dan Brown e il film di Ron Howard, parlando di una

vera e propria strategia di diffamazione e discredito nei

confronti della Chiesa, con una ''proterva distorsione della

verita''', motivata dal fatto che ''la Chiesa rimane oggi la

sola a proteggere chiaramente, esplicitamente, la vita umana dal

suo sorgere al suo tramonto, la sola a tutelare la famiglia, la

sola a dire una parola chiara in temi di etica sessuale e di

bioetica, la sola che riproponga il valore dei Dieci

Comandamenti''. Secondo il segretario della Congregazione per la

Dottrina della Fede, quindi, ''le Chiese e le comunita'

cristiane dovrebbero parlare piu' forte per arginare la

menzogna, che purtroppo usa tutte le armi della persuasione

mediatica per ottenere questo consenso di massa''.

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Commenti al Post:
euvita
euvita il 16/05/06 alle 13:03 via WEB
Io andrò a vederlo, anche se sono una cattolica concinta. A me piacciono molto i thriller, ho letto il libro e l'ho trovato interessante. Spero che lo sia anche il film.
 
guitar22
guitar22 il 16/05/06 alle 16:10 via WEB
Ciao Never, io sono cattolico, ma secondo me la chiesa stà esagerando, il libro va preso soltanto per quello che è: un libro, un romanzo triller, molto avvincente. Andrò anche io a vederlo. Metterò un link al tuo articolo.
 
 
NeverInMyName
NeverInMyName il 16/05/06 alle 16:58 via WEB
Ti ringrazio per la consueta puntualità e franchezza dei tuoi commenti. Sono felice di constatare che anche chi è cattolico, o almeno qualcuno, la pensi come me e non ci trovi nulla di male nell'andare al cinema a vedere il film.
 
gabri.bcn
gabri.bcn il 17/05/06 alle 00:01 via WEB
Ciao complimenti per il blog! Se vuoi passa per il nostro che c´e´un concorso in corso e anche tu potresti vincere lasciando un messaggio! blog.libero.it/guardonia
 
venexian
venexian il 17/05/06 alle 02:09 via WEB
Non sono un granchè cattolico, ma mi ritengo piuttosto attento. Scremando quei commenti roboanti ed indiretti che sono evidentemente messi in giro a puro scopo pubblicitario... sinceramente non vedo tutte queste proteste del vaticano. Semmai il film è stato considerato blasfemo dai musulmani che sono un tantino meno flessibili di noi su certe cose, e che da sempre riconoscono Cristo come uno dei santi Profeti, l'ultimo dei quali - in ordine di tempo - è Mohammed. Ma siamo davvero sicuri che la Chiesa (non il pretino filippino!) condanni "così tanto" questo romanzo? Salvo aver affermato che si tratta di una libera interpretazione romanzesca senza basi storiche (il che è certamente vero)... a me non pare proprio.
 
toffee23
toffee23 il 17/05/06 alle 10:52 via WEB
Ormai con tutta questa polemica in atto ho una gran curiosità nei riguardi di questo film... quindi mi sa che lo andrò a vedere. Come dici tu, bisogna prenderlo come un film che se fatto bene sarà ben riuscito, tutto qui. Però non capisco tutta l'agitazione della chiesa se non c'è nulla da nascondere... tanto non è un documentario storico. Ciao
 
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