Creato da NeverInMyName il 09/11/2005

NeverInMyName

Gli orrori della guerra, una macchia sull'umanità. Per non vanificare il sacrificio di tante vittime, per non assistere inermi a un altro Vietnam, per non giustificare un'altra invasione come quella in Iraq. Per dire mai più a un altro Darfur: stand up togheter!

 

 

« Una pace sporcata dal sa...Giusto o sbagliato abbas... »

In viaggio sulle tracce degli Inca

Post n°230 pubblicato il 16 Agosto 2006 da NeverInMyName
 

immagine

Perù, Estate 2006

Uno dei sogni che avevo fin da quando ero bambina era quello di andare in Perù e vedere la mitica Machu Picchu, la città 'dimenticata' degli Inca. E questa estate il sogno si è realizzato. Una volta decisa la metà io e Stefano abbiamo iniziato la solita opera di ricerca di informazioni e del tour operetor a cui affidarci. Riusciamo a prenotare un volo quasi diretto a un buon prezzo, cosa che però abbiamo rimpianto amaramente visto che siamo arrivati a Lima con un giorno di ritardo. Ebbene sì il volo per Madrid dell'Air Comet (la compagnia a basso costo di Air Argentina) avevamo la coincidenza per il Perù è partito con cinque ore di ritardo. Ovviamente abbiamo perso il volo per Lima e per poco non ci saltava pure la coincidenza per Arequipa. Per fortuna questa ipotesi è stata scongiurata e l'unica conseguenza del ritardo è stato il rinvio all'ultimo giorno del city tour della capitale. Poco male, anche se non riusciremo a vedere un sito preincaico molto interessante.

 

Arequipa.

Il viaggio vero e proprio inizia da Arequipa. Il tempo di depositare i bagagli in albergo e di un mate de coca e siamo già per le vie della “città bianca”. Il nome deriva dalla roccia vulcanica, particolarmente chiara chiamata sillar che luccica alla luce del sole, con la quale è stata costruita gran parte della città coloniale.

Arequipa si trova in una vallata dalla quale si possono vedere, da ogni zona della città i tre gruppi di vulcani che la circondano che sono il Misti (5822mt), il Chachani ( 6075 mt), il Piche Pichu (5571).

E’ estremamente piacevole e rilassante girare per la città, anche se è mezzogiorno e il sole è a picco. Arriviamo comunque in centro e come tutte le città del centro sud America centro vuol dire piazza, anche in questo caso Plaza de Armas.  Diamo un’occhiata in giro, mi salta subito all’occhio il colore chiaro dei palazzi e della cattedrale che circondano i  quattro lati della piazza, le splendide balconate sono sorrette da colonne che formano centinaia di archi in un inconfondibile stile coloniale, la solita e immancabile fontana al centro della piazza con intorno i relativi giardini, germiti di gente che rendono così viva la piazza, il vero e proprio “zocalo” della città. 

Poi la guida ci accompagna al monastero di Santa Catalina dove ci affida a una collega che conosce bene la storia di questo suggestivo  luogo.

Si tratta di un monastero (convento) in  stile coloniale, fondato nel 1580, restaurato in maniera perfetta nel 1970, le mura sono state ridipinte con colori accesi che vanno dal rosso mattone, al giallo ocra, all’azzurro, è composto da viottoli acciottolati dove si aprono le abitazioni delle monache, alcune costituite da  stanze piccole ed anguste, altre arredate con mobili d’epoca , forno a legna e piccoli patii privati, dipendeva dal grado di nobiltà e ricchezza delle monache. Bello girare tra i vari cortili adesso adornati da rigogliose piante, insomma è bello e affascinante girare e perdersi in questo labirinto colorato di vie.  Passiamo il resto della giornata in giro per il centro della città bianca senza una meta precisa vogliamo solo girare liberamente e scoprire anche qualche angolo della città meno battuto dai turisti.

Poi torniamo in albergo e dopo cena andiamo subito a letto. La sveglia è all'alba; si parte per la valle del Colca, alla ricerca dei condor.

Colca Canyon

Siamo al giorno della partenza per l’escursione al Colca Canyon, il secondo al mondo per profondità e famoso per il volo dei condor che si dovrebbero osservare dalla sommità della montagna. Staremo via due giorni e una notte che trascorreremo a Chivay.  Siamo in nove: noi, una portoghese, due ragazze scozzesi, due ragazzi brasiliani, una coppia di tedeschi, l’autista e la guida.  

Usciti dal centro di Arequipa facciamo subito la prima tappa, ci fermiamo in un negozio per comperare caramelle con miele e foglie di coca e le foglie stesse, la guida, un ragazzo di una ventina di anni, ci dice che le foglie hanno una funzione benefica per il mal di montagna, visto che dovremo superare un passo a 5000 mt queste ci faranno molto, molto comodo.  
Saliamo rapidamente in quota percorrendo un’ottima strada asfaltata, entriamo in una zona pianeggiante e brulla  a 4000- 4200 mt  da qui  la vista è magnifica si possono vedere i vulcani che circondano Arequipa e sullo sfondo  Queste zone ora sono diventate riserve protette e si incontrano per strada animali come la Vigogna, il Lama, e l’Alpaca.  le vette Andine. 
Ci fermiamo in una specie di area di servizio dove c’e un ristorante e fuori sul piazzale le immancabili donne vestite con abiti tradizionali che vendono i loro prodotti artigianali.  La caratteristica di questo posto è che il costone della montagna di fronte presenta dei pinnacoli bianchissimi, dovuti all’erosione degli agenti atmosferici, che tanto somigliano a quelli visti diversi anni fa in Cappadocia. Ripartiamo poco dopo e raggiungiamo in breve tempo quello che sarà il punto più alto del nostro giro in Perù, siamo a 5000 mt circa.

A segnalare il punto, lungo la strada c’è un piazzale dove alcune donne vestite con abiti locali vendono i loro prodotti artigianali, scendiamo dal pulmino qui c’è un vento fortissimo e si è fatto anche abbastanza freddo, per fortuna siamo sul tropico del capricorno… Il panorama che ci circonda è mozzafiato si vedono quasi tutte le vette Andine della e zona e ancora in lontananza si vedono i tre vulcani che circondano Arequipa, però, anche se avevo letto ed ero informato,   quello che più mi stupisce è la difficoltà per respirare: si è sempre in affanno, si ha l’impressione, anzi è la realtà, che sì respiri a fondo ma ai polmoni arriva poco o nulla, per non parlare della difficoltà nel camminare, fare quattro passi equivale a una corsa di 100 Mt. Inoltre la pressione ti comprime la testa e lo stomaco si rivolta su se stesso come se dovesse riassestarsi. Nel giro di pochi minuti sono di nuovo sul pulmino con un mal di testa allucinante!!!  Quando iniziamo la discesa che ci porta verso Chivay sono praticamente in coma e mi addormento come se qualcuno mi avesse dato un sonnifero. Mi sveglio praticamente all'arrivo davanti ad un ristorante che ha già il tavolo apparecchiato per noi. Dopo un pranzo leggero a base di zuppa e carne con riso ognuno di noi viene portato al rispettivo hostal per un piccolo riposino, con l'impegno che ci saremmo rivisti per andare alla fonte termale per poter fare un ritemprante bagno sulle calde acque sulfuree della sorgente. Ma alla fine io e Stefano rinunciamo. Ceniamo velocemente e poi andiamo a letto. Trascorro tutta la notte praticamente sveglia con la testa che sembra scoppiarmi. Fortunatamente la mattina seguente mi sento molto meglio, anche se sono stanchissima, il mal di testa ha smesso di tormentarmi.

Dopo un’ottima colazione e l’immancabile mate siamo già, con gli altri ragazzi, sul pulmino diretti al Canyon.  La strada che percorriamo è in condizioni pessime, un terremoto di alcuni anni fa ha aggravato lo stato della strada che adesso è praticamente una pista di breccia ed attraversiamo una galleria che sembra essere stata scavata a mano. Man mano che saliamo verso il punto più alto del canyon il paesaggio cambia e progressivamente si fa più brullo e prende le sembianze di alta montagna, le vette che formano il canyon  sicuramente sono sopra i 5000 mt.  Arriviamo al punto più alto, chiamato Cruz del Condor, da dove dovremo vedere il volo di questi uccelli… tutto lascia presagire che ne vedremo parecchi infatti appena scesi dal pulmino ne avvistiamo uno in lontananza. E non sarà l'unico. A un certo punto ben quattro si appollaiano su un ramo a pochi metri da noi. Sono bellissimi. Restiamo lì seduti a guardare lo spettacolo della natura e ad ascoltare i suoni che la stessa produce si perde la cognizione spazio temporale, i colori del cielo e delle vette che formano il canyon sono intensissimi, raramente ne ho visti di così nitidi, in fondo alla vallata profonda 3100 mt scorre il Rio Majes, tutto è  straordinario. Difficilmente dimenticherò questo posto.

Da Arequipa verso il Lago Titicaca.

Il lago Titicaca è un altro posto straordinario.  Ed è lì che visitiamo dei posti particolarissimi: le isole galleggianti Uros e l’isola di Taquile.  Partiamo dall'albergo sul lago dove ci hanno sistemato, un posto bello ed accogliente con l'unico difetto di non avere la tv - quindi ci perderemo la finale del campionato di calcio Italia - Francia - diretti al porto dove ci imbarchiamo su una barca verso la prima tappa: le isole Uros.  La giornata fortunatamente è bellissima, l’aria è rarefatta e il cielo azzurro limpidissimo contrasta con il colore della terra brulla che circonda il lago e con il colore dell’acqua del lago, marrone, che è ancora limacciosa  perché siamo praticamente in un golfo.  Dopo circa un’ora di navigazione sbarchiamo su una delle 25 isole galleggianti che compongono il territorio degli Uros, che ormai però sono praticamente scomparsi a causa dei matrimoni misti con altre etnie del posto soprattutto Aymara. 

Uno di loro ci spiega un po’ come si svolge la loro vita, dice che questa è strettamente legata alle canne galleggianti, la tortora, che costituiscono la struttura portante delle isole, che vengono utilizzate per la costruzione delle capanne che poggiano su delle assi di legno, che vengono utilizzate come alimento e ce le fanno assaggiare, vengono anche utilizzate per la costruzione delle loro barche a forma di canoa con le quali vanno a pesca, le più grandi a prua hanno delle raffigurazioni di facce di animali tipo quelle vichinghe.  Ci dice inoltre che le canne marciscono progressivamente a contatto con l’acqua e che occorre integrarle continuamente con canne nuove in modo da lasciare un terreno sempre soffice ed asciutto.  Adesso gran parte del loro sostentamento è dato anche dai prodotti che vendono ai turisti, la qualità della vita è migliorata, però se fino ad inizio secolo l’età media di un abitante era intorno ai 100 anni adesso si è abbassata a 80 circa, a causa delle malattie che i turisti possono aver portato.  Dopo aver raggiunto la capitale a bordo di un’imbarcazione tipica, risaliamo sul barcone diretti all’isola di Taquile.  Progressivamente l’acqua del lago diventa sempre più azzurra e trasparente in prossimità della costa si può distinguere tranquillamente il fondo del lago. Si tratta di un’isola abitata da 2000 persone circa, parlano il quechua.  È un’etnia molto chiusa, infatti raramente avvengono dei matrimoni con persone provenienti al di fuori dell’isola, inoltre solo da pochi  anni stanno iniziando a vedere di buon occhio i turisti che giornalmente affollano la stessa. Se è vero che il turismo aiuta molto questa gente va anche detto che il loro principale sostentamento viene dall’isola stessa con la pesca, la pastorizia e la coltivazione dei soliti prodotti della terra che si possono coltivare su delle spettacolari terrazze presenti in tutta l’isola.  Sembra veramente fare un passo indietro nel tempo, si ha l’impressione di stare sospesi nel tempo, girando per l’isola si vedono quasi tutti gli abitanti vestiti nei loro abiti tradizionali con gli uomini che indossano dei cappelli di lana lunghi e coloratissimi tessuti a mano da loro stessi, tutte le attività si svolgono sempre con una calma e una tranquillità che per i nostri ritmi è ormai sconosciuta.  Nella piazza principale c’è una cooperativa che vende prodotti artigianali, i proventi vanno a tutta la comunità.  Le stradine composte da terra e pietrisco di tanto in tanto sono abbellite da archi di roccia con un crocefisso posto sulla sommità.  L’isola inoltre offre degli scorci con paesaggi bellissimi, il colore rosso della terra che contrasta con il blu intenso del lago e sullo sfondo si possono ammirare le vette innevate della cordigliera real Boliviana, uno spettacolo. Come avrete capito, girare alcune ore attraverso Taquile è veramente un’esperienza emozionante e varrebbe la pena trascorrere più tempo in questo posto incantato. Purtroppo e già pomeriggio inoltrato e visto che ci attendono altre tre ore di barca dobbiamo tornare verso Puno per arrivare prima che si faccia buio. E durante la traversata riusciamo anche a sentire via radio la radiocronaca della finale dei mondialie così possiamo esultare come tutti gli italiani per la sofferta ma magica vittoria della Coppa del mondo di calcio...

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/NeverInMyName/trackback.php?msg=1516318

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
federicaTuttaPanna
federicaTuttaPanna il 16/08/06 alle 12:44 via WEB
Effettivamente Internet ha cambiato il mondo. Se proprio devo dire la mia, Google è davvero il sito più utile e meglio organizzato e poi anche per me Libero ha un posto nel mio cuore. :D
 
mordolavita
mordolavita il 16/08/06 alle 14:09 via WEB
Internet... che grande cosa!!!
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

nicolas.foticassetta2ossimoramatteo.fiorenza989etna48alessiodematteis76debora.goddisergio.lamparellistefanogelataioflash16gmax_6_66sestante.76fralamantiacoop.edilviticella
 

No alla pena di morte,

sempre, comunque e ovunque...

 

ULTIMI COMMENTI

Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico...
Inviato da: cassetta2
il 03/08/2020 alle 11:59
 
In merito al precedente posto affermo e continuo a ribadire...
Inviato da: Gerardo
il 05/05/2015 alle 12:37
 
Grazzie!
Inviato da: Ours en peluche
il 04/08/2013 alle 11:33
 
buon compleanno e buon 2013
Inviato da: ninograg1
il 09/01/2013 alle 06:47
 
L'articolo è sbagliato nel merito e nei contenuti in...
Inviato da: Gerardo Pecci
il 04/07/2011 alle 00:29
 
 

FAI COME ME: ADOTTA UN BAMBINO A DISTANZA!

TAG

 

FACEBOOK

 
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: NeverInMyName
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 52
Prov: RM
 
Citazioni nei Blog Amici: 52
 

I MIEI VIAGGI

        immagine      

Uganda - Capodanno 2007

immagine

Perù - Estate 2006

immagine    

Cina, Capodanno 2006       

 immagine

Malesia - Estate 2005

 

immagine

Namibia/Botswana - Estate 2004

immagine

      India, Capodanno 2005       

 immagine

Grecia - Estate 2003

                 immagine                

  Florida, Capodanno 2004

                immagine                

Parigi, Capodanno 2003

   immagine   

Usa, estate 2002

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

 

immagineI heart FeedBurner immagine

immagine Add to Google

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963