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NeverInMyName

Gli orrori della guerra, una macchia sull'umanità. Per non vanificare il sacrificio di tante vittime, per non assistere inermi a un altro Vietnam, per non giustificare un'altra invasione come quella in Iraq. Per dire mai più a un altro Darfur: stand up togheter!

 

 

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New Orleans vive un dramma senza fine

Post n°244 pubblicato il 31 Agosto 2006 da NeverInMyName
 

Usa: malattie mentali raddoppiate

tra i reduci dell'uragano Katrina

Milano, 30 ago. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Malattie mentali  raddoppiate fra i superstiti dell'urgano Katrina. A indagare sull''eredita'' psicologica della tragedia che un anno fa ha ucciso  circa 1.500 persone lungo la costa meridionale degli Stati Uniti,  cancellando l'80% della citta' di New Orleans, e' uno studio americano coordinato dalla Harvard Medical School, finanziato dai National Institutes of Mental Health e pubblicato sul 'Bollettino' dell'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms). Secondo i risultati della ricerca, al 15% di 1.043 sopravvissuti al ciclone e' stato diagnosticato un disturbo mentale grave nei 5-8 mesi successivi all'evento. Proiettando il dato, gli autori calcolano che almeno 200 mila persone tra Alabama, Louisiana e Mississippi abbiano riportato gravi problemi psicologici legati a Katrina. E di questi reduci, un terzo ha sperimentato sindrome da stress post-traumatico e depressione. Quasi l'85% dei 'miracolati' ha dovuto superare un dissesto finanziario, oltre un terzo ha affrontato gravi avversita' fisiche e il 23% ha riportato enormi difficolta' psicologiche. E ancora: una persona su quattro, e addirittura una su due a New Orleans, e' stata perseguitata da incubi notturni. Ma la tendenza al suicidio e' diminuita, rileva But Kessler, tra le firme dell'indagine. L'88,5% dei reduci ha sviluppato infatti un profondo attaccamento alla vita, e la  solidarieta' reciproca ha evitato che ai troppi morti per cause naturali si aggiungessero le vittime di gesti estremi. Gli autori dello studio hanno confrontato il tasso di problemi mentali prima e dopo Katrina nella stessa area geografica. E ora intendono seguire per i prossimi sette anni gli oltre mille sopravvissuti intervistati in questa prima indagine. Dal rapporto e' risultato che quasi il 90% dei superstiti aveva sentito parlare dell'allarme uragano alcuni giorni prima della tragedia, nella maggior parte dei casi almeno tre giorni prima. Ma fra chi ha deciso comunque di non abbandonare la propria casa, il 42% lo ha fatto perche' non ha voluto, mentre il 46% perche' non poteva. In particolare, il 40% dei poveri, contro il 6% appena dei ricchi, ha riferito l'impossibilita' oggettiva di evacuare la zona. Secondo l'indagine, molte persone potrebbero lasciare le vecchie case. E un quarto di chi non l'ha fatto ci sta pensando.

(Sal/Gs/Adnkronos)

30-AGO-06 10:42

Katrina, una ferita ancora aperta...

La notizia è stata resa pubblica solo ora. Ma tutti sapevano in quale dramma viveva gran parte dei reduci dell'uragano Katrina che, un anno dopo, è ancora una ferita aperta nella carne dell'America, una ferita non ancora  rimarginata per New Orleans. La città è stata quasi totalmente distrutta dall'inondazione e solo metà degli abitanti sono tornati: molti quartieri sono ancora oggi solo un cumulo di macerie. La capitale del jazz ha l'aspetto di una zona di guerra. La commemorazione dell'anniversario del 29 agosto è stato un dito nella piaga ancora sanguinante per milioni di abitanti della regione (in particolare Louisiana e Mississippi) dove centinaia di migliaia di case sono ancora in attesa di essere ricostruite. A New Orleans solo metà delle scuole e un terzo degli ospedali sono stati riaperti.

Il primo anniversario di Katrina è una scadenza imbarazzante per l'amministrazione Bush. Il presidente, che ha proclamato il prossimo 29 agosto 'Giornata del ricordo', si recherà per la tredicesima volta nella regione, dall'arrivo di Katrina, per verificare i progressi (scarsi) dell'opera di ricostruzione e rassicurare le vittime della sciagura.
''C'è ancora molto da fare, ma non vi abbandoneremo'', ha ribadito oggi nel suo discorso radio del sabato, dedicato a Katrina.
Ma l'inefficienza mortale mostrata dal governo Usa nel prevenire la strage (morirono oltre 1.300 persone), nel prestare in modo tempestivo soccorsi alle vittime (in gran parte neri e poveri) e nel procedere a una rapida ricostruzione dell'area (ancora oggi devastata, 60 per cento delle abitazioni di New Orleans sono ancora prive di elettricita') ha inferto un colpo devastante all'immagine di Bush: percepito dagli americani prima indifferente alla strage (non volle muoversi dal ranch texano dove era in vacanza) e quindi pasticcione nel provvedere ai soccorsi e alla (mancata) ricostruzione.

Ancora più grave è il sospetto che i ritardi siano stati provocati anche da un latente razzismo (''se le vittime fossero state bianche i soccorsi sarebbero arrivati subito'', e' una osservazione ricorrente) e dall'ossessione della Casa Bianca per la guerra al terrorismo (''se gli argini fossero crollati per una bomba di Al Qaida l'inondazione sarebbe diventata un priorita' immediata'', è un'altra osservazione comune).

Bush ha più volte sottolineato che Katrina è il più grande disastro naturale ad avere mai colpito l'America e che ben 110 miliardi di dollari sono stati stanziati a favore delle vittime. Solo una percentuale parziale di questa somma, però, ha raggiunto le aree colpite. La maggior parte delle risorse e' rimasta sotto il controllo delle agenzie federali, facendo schiumare di rabbia le autorità locali, compreso il sindaco di New Orleans Ray Nagin, sottoposto a critiche crescenti per i ritardi nell'opera di ricostruzione della città .
Criticato da un giornalista di New York, Nagin ha replicato: ''Ma come fate a parlare voi che in cinque anni non siete riusciti a riempire una buca!''. Un'allusione non troppo sottile, questa, a Ground Zero e all'attacco contro le Torri Gemelle che ha suscitato reazioni sdegnate nella Grande Mela.

Decine di rapporti pubblicati in questi giorni, in occas
ione del primo anniversario di Katrina, hanno messo in evidenza un fatto ancora più inquietante: i lavori di riparazione effettuati agli argini frantumati da Katrina sono soltanto un rimedio temporaneo e forse insufficiente. Per risolvere il problema di base di New Orleans, una cittaà circondata da enormi masse d'acqua situate a livelli più alti e quindi in perenne minaccia di inondare la capitale del jazz, occorre procedere a opere ben più radicali. In sostanza un nuovo uragano Katrina potrebbe ripetere la strage.

Una eventualità che non incoraggia a tornare la metà della
popolazione di New Orleans non ancora rientrata dopo la grande evacuazione di un anno fa. All'appello mancano soprattutto i poveri e i neri: occupavano i quartieri più danneggiati dall'inondazione. Anche volendo, oggi, non saprebbero dove andare. Le loro case sono state completamente distrutte.

I responsabili locali della ricostruzione di New Orlean
s sembrano tentati dall'occasione: Katrina offre la possibilità di 'liberare' la città (che ha uno dei tassi di criminalità più alti in America) da masse sterminate di poveri, favorendo invece il ritorno della classe media e dei bianchi.  Lo stesso sindaco Nagin si è inserito nella polemica affermando di aver ricevuto un messaggio divino: New Orleans deve restare una città color cioccolato (un'altra frase che ha creato polemiche). Ma è innegabile che il fascino di New Orleans è sempre stato quello del suo inimitabile mix etnico e culturale, un crogiolo di razze e costumi che ha reso la città del carnevale e del jazz, della cucina creola e del cajun, dei cimiteri e della magia voodoo uno spettacolo unico al mondo.

E' importante che la ricostruzione non completi l'opera di distruzione di New Orleans iniziata da Katrina.

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