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Gli orrori della guerra, una macchia sull'umanità. Per non vanificare il sacrificio di tante vittime, per non assistere inermi a un altro Vietnam, per non giustificare un'altra invasione come quella in Iraq. Per dire mai più a un altro Darfur: stand up togheter!
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TIMOR EST: APPELLO ONU, SERVONO SUBITO 18 MLN DLR PER SFOLLATI =
(AGI/AFP) - Dili, 12 giu. - Servono subito 18 milioni di dollari da destinare alle operazioni di soccorso alle decine di migliaia di sfollati di Timor Est: lo dice l'Onu, che ha preannunciato un appello urgente per la raccolta di fondi. Mentre a Timor Est si susseguono gli scontri e i saccheggi da parte di bande armate, il coordinatore Onu per gli affari umanitari a Timor Est, Fien Riske-Nielson ha spiegato che i fondi serviranno per coprire tre mesi di operazioni e si e' detto ottimista sulla "risposta positiva all'appello". Secondo Riske-Nielson, e' salito a 100.000 il bilancio delle persone sfollate, che attualmente sono sparpagliate in decine di accampamenti sorti spontaneamente attorno alla capitale.
10:41 - 12 GIU 06
Una situazione alimentare al limite, scorte di viveri in esaurimento e rifornimenti ormai ridotti al niente. Timor Est è ormai al collasso. La gente ridotta alla fame e i soliti sciacalli saccheggiano ogni giorno quei pochi negozi e magazzini ancora forniti. A quattro anni dalla proclamazione dell’indipendenza (20 maggio 2002), l’isola dove vive quasi un milione di persone, rimane il Paese più povero del Sud Est Asiatico. Oggi, più che mai, è crisi umanitaria. E non si tratta solo di un problema di cibo e sostentamento.
Purtroppo il conflitto interno contribuisce a isolare sempre di più il Paese. Una folla di dimostranti, due giorni fa, ha incendiato un ufficio distrettuale del partito di governo di Timor Est in un'area in cui sono arroccati parte dei soldati ribelli. Quest'ultimo è solo uno degli episodi di violenze di cui si ha notizia fuori della capitale, da quando sono scoppiati i gravi disordini a Dili il mese scorso, ma non è certo l'unico. L'attacco è avvenuto a Gleno, un capoluogo distrettuale 30 km a sudovest di Dili. Le forze di peacekeeping australiane, che da mesi sono impegnate sul territorio, sono pronte ad intervenire con durezza per impedire che i disordini si diffondano al di là di Dili. Ma sembra un'impresa al quanto proibitiva.
La crisi è scoppiata in aprile dopo la decisione del premier Alkatiri di radiare dall'esercito 600 soldati, il 40% delle forze armate, che 'scioperavano' lamentando discriminazioni su base etnica. I soldati ribelli si sono scontrati con quelli lealisti e si sono poi asserragliati sulle colline.
Insomma, la situazione è tutt'altro che sotto controllo e chi ne paga le conseguenze maggiori è la popolazione civile. Come sempre...
LA CRISI DIMENTICATA
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