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Gli orrori della guerra, una macchia sull'umanità. Per non vanificare il sacrificio di tante vittime, per non assistere inermi a un altro Vietnam, per non giustificare un'altra invasione come quella in Iraq. Per dire mai più a un altro Darfur: stand up togheter!
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In agenda colloqui col premier e con il presidente della Repubblica
Il ministro ha anche partecipato a una cerimonia in ricordo di Calipari
D'Alema in visita a Bagdad
"I nostri soldati tornano a casa"
BAGDAD - Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema è giunto a Bagdad, per incontrare le massime autorità irachene. In agenda incontri con il ministro degli Esteri Hoshyiar Zebari, il primo ministro Nuri al Maliki, il presidente del Parlamento Mahmud al Mashhadani. Poi, in Kurdistan, il faccia a faccia col presidente della Repubblica, Jalal Talabani.
Il responsabile della Farnesina è giunto per dire ufficialmente al governo iracheno che l'Italia ritirerà tutti i suoi soldati da Nassiriya, ma al tempo stesso garantirà un sostegno politico ed economico al Paese. "'Abbiamo un mandato degli elettori: i soldati tornano a casa - ha detto infatti il ministro, nella capitale irachena - entro fine anno, la presenza militare in Iraq si esaurirà". Con "un processo graduale che tuttavia entro l'autunno si completerà". L'Italia, ha aggiunto D'Alema, sta consultando il governo iracheno e quelli degli altri paesi che hanno truppe in Iraq per "garantire un ordinato passaggio di consegne, senza porre problemi di sicurezza o vuoti di potere".
Dal canto suo il primo ministro iracheno Nuri al Maliki ha riconosciuto che le forze armate italiane hanno
avuto "un ruolo molto importante nel garantire la sicurezza in Iraq. E noi saremo sempre grati all'Italia". Ha poi assicurato che il governo iracheno ha un programma per "farsi carico della sicurezza da parte delle forze irachene e questo programma inizierà proprio nella parte meridionale del Paese".
Il primo impegno di D'Alema, però, è stata la partecipazione a una cerimonia per ricordare Nicola Calipari, l'agente del Sismi rimasto ucciso nel salvataggio della giornalista Giuliana Sgrena. La cerimonia si è svolta nel complesso dell'ambasciata italiana, situata nella cosiddetta Zona Verde della capitale irachena. Di fronte al picchetto dei carabinieri schierato, d'Alema ha deposto una corona di fiori sotto a una lapide dorata con sopra iscritto il nome di Calipari. Il ministro è rimasto in raccoglimento, mentre risuonavano le note del "Silenzio" e della "Canzone del Piave".
Nel suo programma, invece, non ci sono visite a Nassiriya, la città in cui è schierato il contingente italiano. Ma il ministro degli Esteri, appena giunto a Bagdad, ha chiamato il generale Nicolino Madeddu, comandante della Brigata Sassari (che si trova, appunto, a Nassiriya): nella telefonata D'Alema ha chiesto informazioni sulle condizioni dei militari rimasti feriti nell' attentato dell'altro ieri; e ha ribadito la sua vicinanza e la sua solidarietà alle forze armate italiane.
Repubblica, (7 giugno 2006)
Sembra che sta volta ci siamo davvero. Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha annunciato che entro autunno i nostri militari torneranno in Italia. Che dire! Sono contenta, ma rimango perplessa... D'Alema da Baghdad in merito ai tempi del ritiro delle truppe non è stato molto chiaro. Non ha, infatti, spiegato perché, vista l'esperienza spagnola - chiara dimostrazione che il ritiro in sicurezza delle truppe possa essere realizzato in poche settimane – si debba aspettare l'autunno! Non dovrebbero esserci motivi tecnici che giustifichino il protrarsi della presenza italiana in Iraq quindi la volontà di D'Alema di prendere tempo mi lascia molti dubbi... Per me la cosa importante è che non ci siano più vittime e che in Iraq non rimanga un solo uomo, un minuto di più del necessario!
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