Creato da NeverInMyName il 09/11/2005

NeverInMyName

Gli orrori della guerra, una macchia sull'umanità. Per non vanificare il sacrificio di tante vittime, per non assistere inermi a un altro Vietnam, per non giustificare un'altra invasione come quella in Iraq. Per dire mai più a un altro Darfur: stand up togheter!

 

 

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Se questa è una mamma...

Post n°234 pubblicato il 21 Agosto 2006 da NeverInMyName
 

"Muhammed l'ha uccisa ma la colpa è sua"

Le parole della madre di Hina, assassinata dal padre

"Mio marito ha fatto solo giustizia. Hina non si comportava da brava musulmana. E nonostante questo Mumammed non l'ha mai picchiata, né ha mai abusato di lei".

A parlare non è una semplice conoscente o una lontana parente integralista, ma Bushra, la mamma della giovane pachistana uccisa e sepolta nell'orto di casa dieci giorni fa da suo padre. La donna è andata venerdì pomeriggio nella stazione dei carabinieri di Villa Carcina, accompagnata dai tre figli più piccoli. A spingere la donna a compiere questo passo non è stata la disperazione per aver perso una figlia in un modo tanto atroce.

Chi ha ascoltato il suo racconto ha avuto l'impressione che la donna volesse alleggerire la sua posizione oppure, denunciando il marito, stesse solo 'compiendo' il suo dovere.

Che sia stata l'una o l'altra ragione a farla parlare, una cosa è certa. La responsabilità di quello che è successo, secondo la sua visione del mondo, era solo di Hina.

"Non era una buona pachistana, mia figlia". Ha detto con freddezza e senza alcun segno di disperazione agli attoniti militari che hanno raccolto la denuncia.  E proprio questa convinzione ha condannato a morte Hina. 

La sua colpa è stata quella di voler vivere la propria vita a modo suo. Una colpa che le è costata la vita. E nessuno della sua famiglia ha voluto salvarla!

Ho sempre difeso la cultura musulmana. Ho sempre distinto gli integralisiti da chi segue con fede i dettati dell'Islam. Ma questa storia mi ha toccata profondamente. E ora mi chiedo: che religione o cultura è quella che ti spinge ad ammazzare una figlia...

Grazie allo staff della Community, che mi ha segnalata come blog del giorno (... mi sa che è l'ottava volta! Troppo buoni), si è aperto un dibattito su un argomento che spesso viene trattato con superficialità. Molti commenti mi sono sembrati troppo duri, a volte addirittura violenti. Io vorrei solo ribadire un concetto. Ho sempre difeso, e sempre lo farò, le culture e le religioni diverse dalla mia. E' chiaro che un episodio non può condannare tutta una comunità. E' vero però che un'altissima percentuale di musulmani interpreta il Corano alterandone il significato. Ed è lì che nasce l'integralismo. Concordo con chi ha affermato che più della religione è stata l'ignoranza ad armare la mano di chi ha ucciso Hina. Ma di episodi simili, in cui le donne sono costrette a essere sottomesse alla volontà degli uomini e ai costumi che loro vogliono imporre, ne avvengono quotidianamente e in ogni parte del mondo. E spesso chi si ribella paga con la vita... 

 
Rispondi al commento:
chetbacker
chetbacker il 21/08/06 alle 17:46 via WEB
In Iran, il codice penale Islamico prevede la morte mediante lapidazione per le adultere e per alcuni altri reati. Il codice penale stabilisce che "per la lapidazione, le pietre non dovrebbero essere tanto grosse da uccidere il condannato al primo o secondo colpo, né tanto piccole da non poter esser definite vere e proprie pietre". Nel corso del 1989, almeno 24 delle 40 persone che sarebbero state lapidate erano donne, giustiziate per reati quali l'adulterio e la prostituzione. In Pakistan, a causa dei decreti Hudood, che sono stati promulgati nel 1979, molte donne rischiano punizioni crudeli. Il crimine detto "zina" - rapporti sessuali extraconiugali volontari- può essere punito con la pubblica flagellazione e la lapidazione. Entro la fine del 1990, benché fossero stati condannati alla lapidazione sia uomini che donne, non era stata eseguita alcuna sentenza. Rischiano l'accusa di "zina" le donne che sono state violentate, che denuncino o meno l'aggressione subita. Se rimane incinta a seguito di uno stupro non denunciato, una donna può essere accusata di "zina". Quando però una donna denuncia uno stupro, l'onere della prova grava su di lei. Parecchie donne pakistane hanno accusato degli uomini di violenza carnale, ma non sono riuscite a provarlo in tribunale. Sono stati assolti degli imputati, mentre le querelanti sono state accusate "zina". Nel 1988, in una stazione di polizia a Lahore, sarebbero state violentate dai poliziotti due donne trattenute con l'accusa di "zina". In seguito a un'inchiesta ufficiale sul caso, l'Alta Corte di Lahore ha appurato che le due donne erano state stuprate e torturate, e che le accuse mosse contro di loro erano false. Le autorità non hanno però arrestato i poliziotti che sarebbero stati coinvolti negli stupri, e, nel marzo del 1990, non erano ancora state ritirate le accuse di "zina" formulate nei confronti delle due donne.(...) In Iran vengono puniti con la flagellazione reati quali il non portare il velo o il non rispettare altre norme sull'abbigliamento. Le autorità imporrebbero questa punizione in maniera incoerente; in alcune occasioni delle donne sarebbero state frustate sulla pubblica via senza la minima formalità legale. (tratto da "Rapporto sulle violazioni dei diritti umani delle donne", Amnesty International 1991). NB: nel mondo vi sono più di quaranta paesi che sanciscono la legge musulmana come legge di Stato. Dunque questi sono solo dei piccoli esempi di oppressione femminile in paesi ove vige la Sharìa.
 
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