NeverInMyName
Gli orrori della guerra, una macchia sull'umanità. Per non vanificare il sacrificio di tante vittime, per non assistere inermi a un altro Vietnam, per non giustificare un'altra invasione come quella in Iraq. Per dire mai più a un altro Darfur: stand up togheter!
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Militare italiano perde la vita in un incidente a Nassriya
E' la tretaduesima vittima di una guerra ingiusta
Trentadue vittime e una guerra ingiusta che lascerà per sempre una macchia sulla storia del nostro Paese. Con questa cruda e terribile realtà dovrà fare i conti oggi il ministro Parisi, in Iraq per consegnare la base che per anni ha ospitato gli italiani ai militari iracheni. E propio nel giorno in cui si decreta la fine della Missione Antica Babilonia, un nostro soldato è morto in un incidente avvenuto alle 6 ora locale. Il militare, insieme a un altro commilitone, era di pattuglia per la normale attività di controllo e si trovava a circa 10 chilometri da Nassiriya. Il mezzo sul quale si trovavano, un camioncino non corazzato, ha incrociato un autocarro civile iracheno e, per cause ancora in corso di accertamento, c'è stato un urto. Il militare che si trovava alla mitragliatrice ha urtato violentemente la testa contro l'arma.
Si tratta della 32ma vittima tra i soldati italiani schierati in Iraq fin dal giugno 2003.
Ma a morire sono soprattutto i civili. Anche se i combattimenti casa per casa si sono ridotti, e l'artiglieria in campo e gli elicotteri d’assalto sparano sempre di meno, continuano a morire cemtinaia e centinaia di persone. Insomma la violenza continua a imperversare in Iraq. In 24 ore, solo a Bagdad, sono stati rinvenuti 66 cadaveri di persone non identificate e vittime di esecuzioni in varie zone della capitale irachena. Quasi tutte avevano gli occhi bendati, le mani legate dietro alla schiena ed erano state uccise con un colpo alla nuca. In molti casi, sui corpi c'erano evidenti segni di tortura.
E questo è l’Iraq di oggi, un inferno dove dominano il caos e le violenze e dove l’odio anti-occidentale cresce sempre di più. Altro che Paese pacificato. Di questa situazione anche noi italiani siamo colpevoli. E ritirarci solo ora è l'ultimo atto di una vergognosa tragedia che si è consumata sotto gli occhi indifferenti e colpevoli delle grandi potenze mondiali.
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LA CRISI DIMENTICATA
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