Creato da NeverInMyName il 09/11/2005

NeverInMyName

Gli orrori della guerra, una macchia sull'umanità. Per non vanificare il sacrificio di tante vittime, per non assistere inermi a un altro Vietnam, per non giustificare un'altra invasione come quella in Iraq. Per dire mai più a un altro Darfur: stand up togheter!

 

Messaggi di Settembre 2006

Opportunity continua a svelare i segreti di Marte

Post n°279 pubblicato il 29 Settembre 2006 da NeverInMyName
 

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Siamo di fronte a immagini spettacolari, senza precedenti. Opportunity, una delle due sonde - l'altra è Spirit - scese sul Pianeta Rosso, a distanza di circa tre settimane l'una dall'altra, nel gennaio del 2004, ci ha regalato degli scatti unici del cratere Victoria, considerato dagli studiosi la memoria storica di Marte. La sonda, infatti, ha raggiunto il bordo del cratere che in virtù immaginedella sua profondità può fornire importanti informazioni

Opportunity ha già mandato molte foto di quello che è considerato uno dei siti geologici più interessanti del pianeta facendo saltare di gioia gli operatori della Nasa impegnati nel controllo e nella gestione di questa importantissima missione. 

E pensare che questi due picoli robot dovevano funzionare per soli 90 giorni... e invece, sono in servizio permanente effettivo immagineda quasi mille giorni e stanno ancora spedendo sulla Terra foto e dati. Mentre Opportunity raggiungeva il bordo del cratere Victoria, Spirit si concedeva un breve letargo per l'inverno marziano. Ma una volta caricate le sue batterie solari, che gli permetteranno di funzionare e di evitare di congelarsi, sono sicura che riprenderà la sua missione e ci regalerà nuove e fantastiche sorprese.

Allego un link che vi porta su una galleria molto vasta di immagini.

http://orbitmars.futura-sciences.com/galerie_missions/disp_serie.php?id_album=15

Buona Visione!

 
 
 

Torna l'incubo Tsunami, ore di angoscia a Samoa

Post n°278 pubblicato il 28 Settembre 2006 da NeverInMyName
 

Un terremoto ha scosso violentemente le isole Samoa e si teme possa determinare uno Tsunami. Dalle prime notizie sembrerebbe che un sisma di 7 gradi sulla scala Richter abbia scatenato un maremoto. Il Centro di allerta nel Pacifico che si trova alle Hawaii ha avvertito che un'onda gigantesca si dirige verso l'arcipelago nel sud dell'Oceano. C'è terrore tra la popolazione ma sembra che stavolta le precauzii prese possano scongiurare conseguenze drammatiche. Speriamo.

AGGIORNAMENTO DELLE 13,07

Il tg2 ha appena dato le ultime notizie sul maremoto nell'oceano pacifico e sembra che l'onda anomala non abbia toccato le coste. Pericolo rientrato, per fortuna. Ma che paura!

 
 
 

Maria torna in Bielorussia. Ma è davvero la cosa giusta?

Post n°277 pubblicato il 28 Settembre 2006 da NeverInMyName
 

E' finita, sembra. Maria torna in Bielorussia. Ma è davvero la cosa giusra? Questa è solo l'ultima di una lunga serie di domande che mi sono posta da quando è iniziata la vicenda. Dal primo momento mi sono chiesta se fosse corretto aggirare le leggi,anche quelle di altre paesi e non solo le nostre, per una forma di giustizia nei confronti  dei bimbi o se fosse meglio farsene e non insistere per non mettere a rischio il futuro di altri mille bambini. Fino a che punto può spingersi l'egoismo umano? 
Questo rapimento (perchè in fondo è di questo che stiamo parlando) probabilmente causerà gravi disagi a 20.000 famiglie e 20.000 bambini e alla fine Maria ha solo ritardato il rientro in patria. Ne è valsa la pena?
Parlando con una persona che conosce bene la Bielorussia ho scoperto che è uno dei pochi paesi al mondo dove non vedi un bambino per strada a chiedere l'elemosina... In Russia sono 2 milioni, in Ucraina, Moldova tantissimi, in qualche posto vivono nelle fogne... in Thailandia li fanno prostituire le madri, in Brasile si prostituiscono da soli.

In Bielorussia se sei orfano o i tuoi genitori non ti accudiscono (vedi casi alcolismo di cui io sono stato testimone personalemene) lo stato prende il bambino e lo mette in una struttura dove possa vivere, studiare, mangiare. Non credo sia poco.
Indubbiamente i problemi ci sono e ci saranno (io credo che i bambini gestiti dallo stato siano vicini al milione) ma sicuramente sono fatti sporadici e comunque risolvibili attraverso le leggi Bielorusse, che forse in questi casi sono le più dure in europa.

La famiglia, anche se spinta da motivazioni giuste e preoccupazioni condivisibili, per me ha sbagliato, complice credo tanta superficialità e ignoranza (non conoscenza della Bielorussia).

E quello che mi dispiace di più è che in Italia si sia creato un movimento d'opinione avverso a un paese che è bellissimo, dove l'assistenza ai bambini è totale e l'abnegazione degli operatori sociali indiscutibile!

 
 
 

Ancora attentati, ancora sofferenza: quando finirà?

Post n°276 pubblicato il 27 Settembre 2006 da NeverInMyName
 

Anche oggi dall'Afghanistan ci arrivano notizie di morte. Un nuovo attacco è stato lanciato contro le truppe dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza sotto comando Nato, all'indomani dell'attentato che è costato la vita al caporalmaggiore Giorgio Langella e il ferimento di altri cinque suoi commilitoni (tra cui la prima donna militare italiana ferita in missione). A Kandahar, che ricorderete era la roccaforte del passato regime dei Talebani, un kamikaze a bordo di un'auto-bomba si è fatto saltare in aria lungo una strada di grande comunicazione che conduce fuori città. A rivednicare l'attentato è stato un portavoce dell'ex regime ultra-fondamentalista, Qari Mohammed Yousouf, che si è assunto anche la reponsabilità del la strage, avvenuta sempre ieri a Lashkar Gah, capoluogo della vicina provincia di Helmand, dove un altro kamikaze si era fatto esplodere vicino alla residenza del governatore: diciotto i morti e altrettanti i feriti.

Insomma tutto è l'Afghanistan, tranne che un paese 'pacificato. La guerra continua, ogni giorno, nelle sedi militari, nelle strade, nei mercati, tra la gente...

 
 
 

Basta con il dolore, basta con la guerra, via dall'Afghanistan!

Post n°275 pubblicato il 26 Settembre 2006 da NeverInMyName
 

Poche parole per esprimere solidarietà alla famiglia del militare ucciso questa mattina a Kabul. Poche parole per ribadire la mia comvinta contrarietà, più volte espressa dalle pagine di questo blog, a ogni forma di guerra. Poche parole per invitare tutti voi ad unirvi a me in una sola voce per chiedere di ritirare le nostre truppe dall'Afghanistan dove, purtroppo, la missione in atto non è più di peacekeeping, ma una vera e propria GUERRA. 

E LA NOSTRA COSTITUZIONE, COME TUTTI NOI, RIPUDIA LA GUERRA!

 
 
 

Post N° 274

Post n°274 pubblicato il 26 Settembre 2006 da NeverInMyName
 

Nel silenzio internazionale si consuma il dramma del Darfur


La situazione in Darfur, la regione sudanese da anni percorsa da una sanguinosa guerra civile, è sempre più drammatica. Gli osservatori delle Nazioni Unite per i diritti umani in Darfur ritengono che il governo di Khartum sia responsabile dei bombardamenti avvenuti nei villaggi a nord della regione, durante i quali sono state uccise e ferite numerose persone e altre centinaia sono state costrette a lasciare le loro abitazioni. Il quadro umanitario, quindi, si fa sempre più grave e il governo sudanese continua a rifiutare l'invio dei caschi blu deciso con una risoluzione, dal Consiglio di Sicurezza, il mese scorso. Per far fronte all’emergenza, aggravata dagli attacchi dei guerriglieri filogovernativi Janjaweed, l’Unione africana ha intanto deciso ieri di aumentare le proprie forze schierate in Darfur da 7.000 a 11.000 uomini. Questa iniziativa, però, non cambierà, tanto meno migliorerà, la situazione.

Ma cosa di fatto sta frenando il dispiegamento di un contingente delle Nazioni Unite in Darfur? Beh. tanto per cambiare sono gli interessi di molti paesi tra cui, tanto per cambiare, gli Stati Uniti.

Per entrare nello specifico, e capire quali siano questi 'interessi', vi consiglio di leggere la trascrizione dell'intervista di Giada Aquilino, giornalista di Radio Vaticana, a un noto africanista che scrive per il Corriere della Sera, Massimo Alberizzi.


**********

G. Perchè, secondo lei, permane una situazione di stallo in Darfur?
A. - A frenare sono soprattutto gli interessi contrapposti di Stati Uniti, Cina e Russia. Gli Stati Uniti hanno perso le concessioni petrolifere e quindi mirano comunque a destabilizzare in qualche modo il Paese, a ricondurlo cioè in un’ottica più vicina a quella di Washington. E’ la Cina invece ad essersi impadronita delle concessioni petrolifere: Khartoum è piena di nuove costruzioni cinesi, negozi, ristoranti, una comunità grandissima. Inoltre, la Russia sta vendendo armi al governo e quindi si è creato un business. C’è poi il Sudan, che avendo connivenze con le milizie filo-governative, non ha alcun interesse ad andare contro gli stessi Janjaweed.
G. - Sul terreno qual è la situazione?
A. - Sono riprese le violenze contro i cittadini di origine africana, i ‘darfuriani’. E’ quindi ricominciata una grande impunità perché i 7000 uomini dell’Unione Africana schierati sul terreno sono male armati e non hanno possibilità di effettuare controlli. Prima gli aerei del governo bombardano i villaggi e poi i Janjaweed arrivano a uccidere, ammazzare, violentare…
G. – Le forze africane rimarranno fino a fine anno: è stato infatti prolungato di qualche mese il mandato. Ma al Consiglio di Sicurezza dell’ONU invece qual è il dibattito?
A. - Gli Stati Uniti cercano di convincere Russia e Cina a togliere la loro opposizione in sede ONU. Perché è passata la mozione che autorizza una forza di peacekeeping, ma con un codicillo: la missione ONU partirà solo se il governo sudanese sarà d’accordo. E appunto Khartoum non può essere d’accordo, anche perché alcuni dei vertici dei Janjaweed e della stessa amministrazione sudanese sono ricercati dal Tribunale penale internazionale per crimini contro l’umanità.
G. – Ma, in questo quadro, c’è il rischio di un nuovo Rwanda?
A. – Sì, c’ è il rischio, forse meno impressionante. Per il Rwanda parliamo di 100 giorni di violenze, di un bilancio di morti che oscilla tra 800.000 e un milione. In Darfur ci sono 200.000 morti, in due anni e mezzo o tre di conflitto. Però il sistema è uguale.

* G: giornalista: A.: Alberizzi

 
 
 

Disobbedienti in piazza per un assalto 'culturale', ma alla fine scagliano pietre

Post n°273 pubblicato il 25 Settembre 2006 da NeverInMyName
 

Picchiare per solidarietà non ha nulla di nobile.  O mi sbaglio?

I "disobbedienti" avevano annunciato che avrebbero assaltato culturalmente il muro di lamiera antispaccio di via Anelli a Padova. La manifestazione contro il simbolo del proibizionismo, che è andata in scena ieri sera, non si è rivelata però un semplice e simbolico attacco alla barriera di metallo che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi, ma che tutto sommato gli stessi extracomunitari avevano accettato.

Vi sembra che ci sia qualcosa di culturale in quest'azione...

E' così, con queste dimostrazioni violente, che annullano tutto ciò che di giusto ci sia (ovviamente il discorso non vale per tutti) nelle loro intenzioni.

E' così che si fanno odiare dalla gente comune...

 
 
 

Galapagos, paradiso naturale a rischio a causa del petrolio

Post n°272 pubblicato il 24 Settembre 2006 da NeverInMyName
 

Ennesimo disastro ambientale in mare. Questa volta è toccato all'ultimo paradiso naturale del nostro pianeta: le Galapagos. E purtroppo non è nemmeno la prima volta che il petrolio minaccia l'ecosistema di questa splendida area naturalistica.

Una macchia di combustibile pesante ha raggiunto una spiaggia dell'isola Santa Cruz dell'arcipelago in Ecuador. La chiazza, apparentemente fuoriuscita da una petroliera, ha colpito una ventina di iguane marine ed alcuni pellicani. Le autorità hanno precisato che gli specialisti hanno subito soccorso gli animali, lavandoli e sottoponendoli alle cure necessarie. Rettili e pellicani sono comunque ancora sotto osservazione, come misura di prevenzione.

Questa volta potrebbero riuscire a salvarli, ma di solito quando gli animali vengono ricoperti dal petrolio hanno poche possibilità di sopravvivere. Come è avvenuto nel 2001.

Nelle Galapagos si sono trovati più volte a rischio soprattutto due delle centinaia di specie presenti sulle isole: il Cormorano Attero (Phalacrocorax harrisi) e il Pinguino delle Galapagos (Spheniscus mendiculus). L'altissima specializzazione delle centinaia di specie animali (molte delle quali "endemiche", esistenti esclusivamente lì) presenti sulle isole avrebbe potuto rendere ancora più difficile qualunque loro adattabilità alle nuove condizioni ambientali che il disastro ha provocato.

Ai danni "invisibili" che comunque sono stati prodotti dal combustibile "bunker" e diesel si sono aggiunti quelli prodotti dalle migliaia di litri di solventi utilizzati per disciogliere il petrolio: in un'area così delicata sarebbe stato molto meglio intervenire aspirando il petrolio versato.

Purtroppo a tutt'oggi c'è un enorme differenza tra ciò che accade nei mari dell'America meridionale e quelli del Continente settentrionale. Una petroliera come la Jessica (quella che nel 2001 ha riversato l'80% del carico in mare) non sarebbe mai potuta entrare negli Stati Uniti: qui tutte le imbarcazioni che trasportano greggio devono avere garanzie dal punto di vista assicurativo e finanziario (la Jessica era una nave vecchia e senza nessun tipo di assicurazione) e sui contratti rispetto alle società che intervengono in caso di inquinamento. Nelle acque delle Galapagos, invece, come molte altre parti del mondo, Mediterraneo compreso, si naviga praticamente senza regole.

 
 
 

Stampa rivela: Bin Laden è morto. Svolta epocale o bufala mediatica?

Post n°271 pubblicato il 23 Settembre 2006 da NeverInMyName

Osama bin Laden sarebbe morto un mese fa. Lo sceicco del terrore, l'origine di tutti i mali degli ultimi cinque anni (...e non solo) sarebbe stato ucciso dal tifo.

La notizia è stata diffusa dalla stampa francese che ha raccolto un'informazione riservata passata da una fonte "affidabile" dei servizi segreti sauditi ai colleghi della sicurezza francese. Io non metto in dubbio l'attendibilità di Est Republicain e delle sue fonti ma mi è difficile credere che il terrorista più ricercato del mondo, ricco e super protetto dai suoi uomini possa eesere morto di una malattia da tempo non più pericolosa grazie ai vaccini!!!

Eppure il giornale sembra certo,  Osama bin Laden sarebbe stato localizzato in Pakistan lo scorso 23 agosto, ormai paralizzato e in un totale isolamento, non avrebbe ricevuto le cure adeguate. Però finora non è stato trovato alcun cadavere...

Secondo voi i servizi segreti arabi troveranno mai il luogo in cui il capo di al Qaeda è stato sepolto? Io sono alquanto scettica, non so voi, ma se così fosse allora ci troveremmo davanti a una svolta epocale. La più gande organizzazione terroristica si troverebbe senza l'umo giuda e forse potrebbe cominciare a indebolirsi. Almeno lo spero!

Per saperne di più:

http://www.estrepublicain.fr/zoom/2006092300222348.html

 
 
 

Post N° 270

Post n°270 pubblicato il 22 Settembre 2006 da NeverInMyName
 
Foto di NeverInMyName

    'Questa non è vita, preferisco morire'

Videomessaggio di Piergiorgio Welby a Napolitano per chiedere l'eutanasia 

Un letto, un respiratore artificiale, un computer appoggiato sul comodino. Poi lui, immobile, lo sguardo fermo nella telecamera che lo riprende in un primo piano implacabile, senza via di scampo. Come la malattia - la distrofia muscolare - che lo tiene lì, prigioniero, ormai da mesi, di un corpo che "non è più mio, squadernato davanti ai medici, assistenti, parenti". Piergiorgio Welby, co-presidente dell'Associazione radicale Luca Coscioni, ha scelto di mettersi a nudo, di mostrare la propria condizione di malato terminale, per ottenere l'eutanasia. Il video è un appello-testimonianza inviato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

La non-vita scrutata dall'obiettivo della video camera scorre semplicemente e dolorosamente reale. Ancora di più perché la voce fuoricampo è quella di Piergiorgio, ma metallicamente alterata dal computer. Welby - che prima della malattia immaginiamo omone grande e grosso, con un tatuaggio sull'avambraccio, dalla zazzera scura e prorompente almeno quanto la vitalità che scaturisce dalle sue parole - non può più parlare autonomamente, non può più muoversi, non può più leggere o scrivere come faceva fino a due mesi fa anche grazie a internet. Attaccato a un respiratore artificiale, trascorre le giornate vegetando, in attesa di morire per potersi liberare da questo inumano calvario.

Racconta: "La giornata inizia con l'allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mounth, trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute di pulmocare".


Dettagli medici e tecnici che scandiscono un'esistenza negata in cui la persona lascia il posto al malato e la dignità diventa difficile da coltivare, anche persino da ricordare. "Io amo la vita, presidente - dice la voce metallica mentre due spilli castani perforano il video -. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l'amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso e morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche".

L'eutanasia, spiega Piergiorgio dal suo sudario, è un modo per sottrarre chi è come lui - non solo lui - a questo oltraggio estremo, a questa barbarie. "Se fossi svizzero, belga o olandese" avrei questa opportunità, dice, ma sono italiano e quindi "il mio sogno, la mia volontà, che voglio porre in ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie è oggi nella mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l' eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità".

Un diritto, quello di vivere che, se si è malati terminali, si traduce in accanimento, in artificio. Una mostruosità. Piergiorgio cita Benedetto XVI: "Occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale". Ebbene, replica ancora la voce metallica, "che cosa c' è di 'naturale' in una sala di rianimazione? Che cosa c' è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c' è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l' aria nei polmoni? Che cosa c' è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l' ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente 'biologica', io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico".

Piergiorgio Welby lo sa che il presidente Napolitano non può essere l'artefice di un pronunciamento sull'eutanasia, nè di una soluzione politica che deve scaturire, piuttosto, dal dibattito parlamentare. "Quello che però mi permetto di raccomandarle è la difesa del diritto di ciascuno e di tutti i cittadini di conoscere le proposte, le ragioni, le storie, le vcolontà e le vite che, come la mia, sono investite da questo confronto".

Spiega ancora la voce di Piergiorgio: "Una legge sull' eutanasia non è più la richiesta incomprensibile di pochi eccentrici. Anche in Italia, i disegni di legge depositati nella scorsa legislatura erano già quattro o cinque. L' associazione degli anestesisti, pur con molta cautela, ha chiesto una legge più chiara; il recente pronunciamento dello scaduto (e non ancora rinnovato) Comitato Nazionale per la bioetica sulle Direttive Anticipate di Trattamento ha messo in luce l' impossibilità di escludere ogni eventualità eutanasica nel caso in cui il medico si attenga alle disposizioni anticipate redatte dai pazienti. L' opinione pubblica è sempre più cosciente dei rischi insiti nel lasciare al medico ogni decisione sulle terapie da praticare". Piergiorgio Welby chiede innanzitutto attenzione verso chi soffre e vuole una soluzione perchè, conclude citando l'uomo di fede Jacques Pohier, "l'eutanasia non è morte dignitosa, ma morte opportuna".

Repubblica, 22 settembre 2006
AGGIORNAMENTO DEL 23 SETTEMBRE
 
              Napolitano: "Serve dibattito in Parlamento"

Il presidente della Repubblica ha risposto al Video-appello lanciato da Piergiorgio Welby con una lettera personale. Lo conferma una nota del Quirinale e lo ribadisce anche l'associazione Luca Coscioni il cui vice segretario, Rocco Berardo, ha fatto avere personalmente la missiva a Welby.

Giorgio Napolitano ha seguito ieri con grande attenzione la vicenda del co-presidente dell'associazione Luca Coscioni, malato terminale di distrofia muscolare, che gli ha chiesto di rilanciare il dibattito sulla legalizzazione dell'eutanasia. Il Capo dello Stato ha guardato "con grande partecipazione emotiva" la trasmissione televisiva dedicata al caso Welby.

Piergiorgio Welby ha quindi ricevuto e letto la missiva del presidente della Repubblica "con commossa attenzione", spiega un comunicato diffuso dall'associazione Luca Coscioni. La lettera, secondo quanto stabilito dallo stesso Welby, verrà resa pubblica da Marco Cappato - segretario dell'associazione, durante i lavori della direzione nazionale della Rosa nel Pugno.

Quando la vita diventa più difficile e dolorosa della morte

Ho appena finito di leggere questo articolo. E nonostante non dovessi stare tanto al computer - sono convalescente a seguito di un intervento a un occhio - sono tornata in rete per inserirlo nel blog ed esprimere il mio pensiero al riguardo. Io sono convinta che la vita sia un bene troppo prezioso per disfarsene prima che il proprio destino si compia e che, soprattutto, anche quando c'è solo una speranza minima, non si debba cedere al dolore e decidere di 'staccare' quei tubi che tengono in vita una persona cara. Ma comprendo anche il disagio di quest'uomo...

Che vita è quando non puoi respirare all'aria aperta, correre in riva al mare, giocare con un figlio, accarezzare la persona amata... beh, se io non potessi 'essere' davvero VIVA non credo che riuscirei a continuare un'esistenza a metà...

 
 
 

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