Creato da NeverInMyName il 09/11/2005

NeverInMyName

Gli orrori della guerra, una macchia sull'umanità. Per non vanificare il sacrificio di tante vittime, per non assistere inermi a un altro Vietnam, per non giustificare un'altra invasione come quella in Iraq. Per dire mai più a un altro Darfur: stand up togheter!

 

Messaggi di Gennaio 2008

Un ospedale italiano in Ciad

Post n°488 pubblicato il 31 Gennaio 2008 da NeverInMyName

Il nostro paese contribuirà alla missione per l'emergenza rifugiati del Darfur

Come avete letto nel post precedente prende il via in questi giorni la nuova missione europea in Ciad per l'assistenza ai profughi del Darfur.
Questa volta l’Italia è presente con un contributo concreto e forse un po’ è anche merito nostro che in questi anni abbia cercato di sensibilizzare il nostro governo a fare qualcosa di più per il Darfur e a intervenire con maggiore fermezza nei confronti del governo sudanese, responsabile principale del conflitto in atto nella regione.
Per questo secondo aspetto, soprattutto ora che è caduto il governo Prodi, ho paura che sarà difficile ottenere risultati. Intanto vi illustro i particolari dell’azione italiana, coordinata dal capo di Stato maggiore della Difesa Giampaolo Di Paola. Le nostre forze armate italiane sono state infatti incaricate di allestire e gestire un ospedale da campo.
Sono già arrivati sul posto venti militari italiani del corpo di sanità per supervisionare l’area in cui sarà realizzata la struttura ospedaliera.
Arriverà, poi. il resto del contingente - altri 100 uomini - compreso un reparto di trasmissioni.
La ricognizione sembra si sia conclusa ''positivamente'' – come ha dichiarato ­il generale dell'Aeronautica Piervalerio Manfroni, che per conto del Comando oeprativo di vertice interforze, ha guidato la squadra che ha svolto il sopralluogo. Se tutto procederà come previsto, l'ospedale italiano in Ciad potrebbe essere operativo già a fine febbraio.
Speriamo bene…
Anto

 
 
 

Nulla cambia in Darfur...

Post n°487 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da NeverInMyName
 

 Attacco a un convoglio di caschi blu: continuano le violenze
E il 12 febbraio ricorre l'anniversario dell'inizio del conflitto:
Italians for Darfur e Art. 21 insieme per non dimenticare
Il 2008 doveva essere l’anno della speranza per il Darfur. E invece, pochi giorni fa, un convoglio della forza di pace UNAMID è stato attaccato dall’esercito sudanese. Immediata la protesta del segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki Moon, arrogante e irricevibile la risposta del Ministro della difesa del Sudan il quale ha affermato che a sbagliare erano stati i peacekeepers che non avevano comunicato il loro tragitto. E se il buongiorno si vede dal mattino… 
Il31 dicembre è stato ufficialmente insediato il comando della nuova missione Onu nella martoriata regione sudanese.
Ma dei 26mila uomini previsti per il dispiegamento della forza di pace, al momento ne sono arrivati ad Al Fasher, cuore dell’insediamento militare, circa duemila - per lo più cinesi - i quali si sono affiancati ai settemila caschi verdi dell’Unione africana che dal 2004 avrebbero dovuto assicurare, almeno sulla carta, il ‘controllo’ dell’area in conflitto. Cosa che in quattro anni non sono riusciti a garantire.
I massacri sono continuati, attualmente si stimano tra i 300 e i 400 mila morti e oltre 2 milioni e mezzo di rifugiati.

Insomma, il contingente annunciato e autorizzato dalla risoluzione approvata all'unanimità dal Palazzo di Vetro lo scorso agosto, è rappresentato da una parodia, una farsa mediatica che ha visto i caschi verdi dell’Ua indossare quelli blu dell’Onu… azione tra l’altro contestata dall’ambasciatore sudanese il quale ha annunciato che “Karthoum eccepisce sulle uniformi dei soldati”.
Ma sono ben altre e ben più gravi le contestazioni dei vertici di Khartoum, che continuano a mettere in atto un ostruzionismo nemmeno più tanto subdolo, ma più che palese. Dopo avere vietato i voli notturni e limitato quelli dei C130 dell’Onu, hanno annunciato che non accetteranno la presenza di truppe non africane, no a svedesi, nepalesi e tailandesi.
E, se non bastasse, mancano ventiquattro elicotteri indispensabili per la perlustrazione dell’area in conflitto, grande quattro volte la Francia. Dopo l’appello di Ban Ki moon sembra che qualcosa si stia muovendo. Ma su un fronte diverso.
L’Unione europea, infatti, dovrebbe inviare ai confini con il Darfur un contingente che dovrebbe garantire la protezione dei profughi provenienti dalla regione che si rifugiano nei paesi vicini.
Entro la fine di gennaio i ministri della Difesa approveranno a Bruxelles il dispiegamento di una forza di pace in Ciad e nella Repubblica centrafricana. Una missione che avrebbe dovuto partire già lo scorso dicembre, quando mancavano 800 soldati e 10 elicotteri. Fonti ufficiali militari dell'Ue hanno annunciato che ora, si può procedere verso la fase finale dell'operazione: chi si occupa della progettazione della missione ritiene di avere oggi quello di cui si aveva bisogno.Grazie alla messa a disposizione di elicotteri e truppe, Polonia, Francia e Belgio renderanno possibile il piano. Ma anche Russia e Ucraina, stando a fonti diplomatiche Ue, starebbero valutando l'ipotesi di partecipare al programma di aiuti, anche se non è stata presa alcuna decisione ufficiale.
Autorizzata dalle Nazioni Unite, la forza d’interposizione Ue, che vedrà impiegati 3.500 uomini, ha il suo quartier generale fuori Parigi e sarà composta perlopiù da truppe francesi sotto comando irlandese.

Meglio di niente. Ma intanto resta l’incognita del successo della missione nel cuore del Darfur, quella davvero significativa. L’unica che potrebbe determinare una svolta di pace nella regione, che potrebbe mettere fine ai massacri che si continuano a perpetrare in nome di una follia etnico-religiosa, una ferocia inaudita - con la responsabile complicità del governo sudanese - di cui purtroppo si continua a parlare poco.
L’informazione, naturalmente si occupa d’altro ed è per questo che il prossimo anniversario dell’inizio del conflitto, il 12 febbraio, dobbiamo ancora una volta gridare forte il nostro sdegno per l’indifferenza verso questo dramma su cui i riflettori, soprattutto in Italia, continuano a essere spenti.
Italians for Darfur e Articolo 21 sono i promotori di questa giornata della memoria che avrà bisogno del contributo di tutti.

 
 
 

Post N° 486

Post n°486 pubblicato il 04 Gennaio 2008 da NeverInMyName

In notevole ritardo... Buon anno a tutti!!!

 
 
 

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