Più di 150 feriti, di cui 12 in gravi condizioni: è il bilancio ancora provvisorio degli scontri tra manifestanti e polizia a Kathmandu, durante un corteo contro re Gyanendra. All'indomani dell'offerta del monarca di cedere i pieni poteri respinta dall'opposizione, decine di migliaia di manifestanti hanno sfidato il coprifuoco diurno e si sono diretti verso il centro della città. Gli agenti hanno sparato e lanciato gas lacrimogeni per disperdere la folla e nei pressi del palazzo presidenziale, circondato dalle camionette della polizia, ci sono state decine di feriti. Più di 150 manifestanti sono stati portati all'ospedale perché colpiti dai proiettili, dai candelotti lacrimogeni o dalle manganellate. Dodici di loro sono in condizioni critiche, ha riferito un medico. La Cnn ha riferito che 200mila manifestanti stanno marciando verso il palazzo reale di Kathmandu, protetto da guardie armate.
Corriere, 22 aprile 2006
Mentre i mass media continuano a mostrare solo le scene di guerriglia urbana, la vita quotidiana diventa sempre più complicata per i nepalesi e molteplici sono i risvolti negativi che accompagnano questi giorni di scontri e coprifuoco. L’acqua comincia a scarseggiare ed ai lavatoi pubblici si formano quotidianamente code di decine di persone costrette ad attendere ore per riempire le taniche necessarie al fabbisogno giornaliere di acqua potabile. Alla carenza d’acqua piovana, che aveva costretto il governo a razionare persino l’energia elettrica nelle ultime settimane, si è aggiunta ora quella di acqua potabile a causa delle difficoltà che i camion cisterna incontrano nel trasportarla.
I giorni di sciopero e coprifuoco hanno messo in ginocchio i piccoli commercianti, condannati ad un riposo forzato per giorni. Le città nepalesi pullulano di minuscoli negozietti e piccoli venditori ambulanti che hanno risentito incredibilmente della situazione. Dai loro aspri commenti risulta chiaramente che il lungo periodo di inattività ha inciso enormemente nella loro economia, basata su scarsi guadagni quotidiani che non permettono di risparmiare granché. Quali che siano le ragioni di dimostranti e governo, loro temono solo di non riuscire a superare la crisi. reoccupante è anche la situazione per le centinaia di bambini di strada che rischiano di essere loro malgrado coinvolti nei giochi politici di questi giorni. Il timore che siano stati trascinati nelle manifestazioni o che siano diventati ancor più di prima il bersaglio della polizia che piantona le strade 24 ore al giorno, ha spinto le organizzazioni che si occupano di loro a sfidare il coprifuoco per verificare il loro stato.
Nelle varie ricerche condotte anche negli ospedali delle città, il personale delle organizzazioni si è così trovato di fronte un numero imprecisato di feriti (si parla di oltre 700 solo nella capitale), tra i quali sono riconoscibili anche numerosi minori.
Ormai i giorni senza coprifuoco sono sempre meno, il paese è lontano dal ritorno alla normalità. Ne sono un chiaro segnale le parole del ministro dell’Interno, il quale ha dichiarato che il governo cesserà di essere uno spettatore silenzioso. Infatti sono passati alle armi. La domanda che ricorre più di frequente ora tra la gente è questa: cosa dobbiamo aspettarci domani?
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