Nuovi particolari sulle torture ai prigionieri in Iraq:
gli atti di terrore non si limitavano ad Abu Ghraib
Reso pubblico il resoconto stilato dal Pentagono
su richiesta della magistratura
Prigionieri rinchiusi in celle grandi non più di una gabbia, con gli occhi coperti da nastro isolante e assordati da musica ad altissimo volume diffusa dagli altoparlanti: sono solo alcuni degli abusi che i detenuti in Iraq sono stati costretti a subire da parte dell'esercito statunitense, secondo il rapporto stilato dal generale di brigata Richard Formica in risposta alla richiesta di informazioni presentata dalla magistratura federale al Pentagiono. Gli inquirenti hanno avviato il procedimento in seguito a un'azione legale intentata oltre due anni fa dall'associazione umanitaria Aclu, sulla scia dello scandalo scoppiato in quel periodo per le sevizie inflitte ai detenuti nel carcere di Abu Ghraib.
L’Associazione Americana delle libertà civili, affiancata anche dal Sindacato delle Libertà Civili di New York e dal Centro per i diritti costituzionali, nel 2003 avevano presentato numerosi esposti contro diversi ministeri e agenzie governative al fine di ottenere l’acceso a tutti i documenti sul trattamento dei prigionieri in Iraq, Afghanistan e nella base di Guantanamo Bay a Cuba. Queste organizzazioni di difesa dei diritti civili sono riuscite così ad ottenere le prove - 36.000 pagine di documenti e i rapporti di 130 inchieste sul trattamento dei prigionieri effettuato dall’FBI e dall’esercito - che le umiliazioni e le torture erano sistematiche. Ciò che mostrano le immagini rese pubbliche solo dopo l'intervento delle associazioni, mostrano realtà orribili e scioccanti che non si limitano ad Abu Ghraib, come finora ci hanno raccontato, ma si estendono a tutti i luoghi di detenzione gestiti dalle 'forze alleate'. E vi posso garantire che sono tanti...
Inviato da: cassetta2
il 03/08/2020 alle 11:59
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il 05/05/2015 alle 12:37
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il 04/08/2013 alle 11:33
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il 04/07/2011 alle 00:29