Il 16 ottobre 1943 durante l'occupazione nazista di Roma, oltre mille ebrei romani furono rapiti alle loro case e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. La grande razzia nel vecchio Ghetto di Roma cominciò attorno alle 5,30 del 16 ottobre 1943. Oltre cento tedeschi armati di mitra circondarono il quartiere ebraico. Contemporaneamente altri duecento militari si distribuirono nelle 26 zone operative in cui il Comando tedesco aveva diviso la città alla ricerca di altre vittime. Quando il gigantesco rastrellamento si concluse erano stati catturati 1022 ebrei romani. La grande razzia degli ebrei di Roma (Giuntina). Un altro migliaio di ebrei furono catturati in altri quartieri della città e caricati sul convoglio per il lager nazista. Due giorni dopo in 18 vagoni piombati furono tutti trasferiti ad Auschwitz. Solo 16 di loro sono tornati alla fine del conflitto: 15 uomini e una donna. Tutti gli altri sono morti in gran parte appena arrivati, nelle camere a gas. Nessuno degli oltre duecento bambini è sopravvissuto.
La Shoah deve diventare memoria da lanciare nel futuro, per costruire una società che bandisca l'odio e l' intolleranza. Ma l'Olocausto va ricordato senza strumentalizzazioni nè stereotipi, che ne ridimensionino la portata di tragedia unica nella storia umana. Queste parole, pronunciate dall'attore e scrittore Moni Ovadia, uno dei più popolari esponenti della cultura ebraica, rappresentano pienamente il mio pensiero. Questo post è il mio modo per ricordare. Ricordare e far ricordare agli altri, affinché non si debba mai più commemorare un altro 16 ottobre '43...
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