Il parlamento europeo ha approvato la mortatoria contro la pena di morte
Come era prevedibile la Gran Bretagna non l'appoggia per non irritare gli Usa
Come vi avevo promesso eccomi qua a rendervi conto del percorso che sta compiendo la moratoria contro la pena di morte sostenuta dall'Italia.
Un altro importante passo verso l’abolizione della condanna capitale nel mondo è stata compiuta venerdì scorso mentre a Parigi si è aperto il 3° Congresso mondiale organizzato dalla Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte. Il Parlamento Europeo, infatti, con 591 voti favorevoli, 45 contrari e 31 astensioni, ha adottato una risoluzione contro le esecuzioni.
Nel testo l’Assemblea ribadisce che “l'abolizione della pena di morte contribuisce a rafforzare la dignità dell'uomo e il progressivo sviluppo dei diritti umani”.
Gli eurodeputati sostenitori della moratoria si son detti convinti che presto seguiranno nuove iniziative concrete della presidenza tedesca dell'Ue affinché ''l'Europa parli con una sola voce su questo tema”.
Come era ipotizzabile la Gran Bretagna non appoggia la moratoria internazionale sulla pena di morte sostenuta dal nostro Paese perché non vuole creare difficoltà agli Stati Uniti e perché non ritiene sia questo il momento migliore per iniziative di questo tipo.
Io - ma non solo - lo avevo anticipato, ma ora la motivazione, fornita da una fonte diplomatica al quotidiano Independent, è stata resa nota in tutti i suoi particolari.
Il giornale britannico ne parla riferendo della visita di Romano Prodi ad Addis Abeba per il vertice dell'Unione africana, durante la quale il premier italiano ha cercato di persuadere i leader africani a sostenere l'iniziativa.
Nel corso del vertice di Addis Abeba, scrive il quotidiano inglese, Prodi ha invitato i leader del continente a sostenere "la difesa della vita, diritto supremo e irrinunciabile, sebbene venga spesso calpestato", e a non "rimanere indifferenti davanti a questo imperativo morale". Dobbiamo essere per la vita contro la morte - ha detto loro Prodi - così come siamo contro l'ingiustizia e la sofferenza". Ma il suo appello proprio non è arrivato oltre Manica, anzi sembra sia stato totalmente ignorato dagli inquilini di Downig street tanto che avrebbero convinto Olanda, Danimarca e Ungheria ad accodarsi alla posizione britannica. .
E'la seconda volta che il governo di Tony Blair silura il progetto italiano di creare una posizione univoca in Europa e mettere in moto il processo in sede Onu. La prima volta risale al 1999, quando il 'no' all'ultimo minuto di Londra fece naufragare la proposta a New York.
Ma stavolta sembra proprio che non riescano a bloccare il processo avviato grazie ai ministri del nostro governo. Prossima tappa l'Onu. E lì che si giocherà la partita vera. Quella, si spera, determnante.
Un abbraccio e buona domenica a tutti!
Inviato da: cassetta2
il 03/08/2020 alle 11:59
Inviato da: Gerardo
il 05/05/2015 alle 12:37
Inviato da: Ours en peluche
il 04/08/2013 alle 11:33
Inviato da: ninograg1
il 09/01/2013 alle 06:47
Inviato da: Gerardo Pecci
il 04/07/2011 alle 00:29