Oggi leggendo un articolo su una rassegna cinematografica che si tiene a Milano ho fatto un tuffo nel passato. Nell'ambito del festival "Anime giapponesi" saranno proiettati l'8 marzo due lungometraggi tratti dalla serie Candy Candy. Non so voi, ma io sono legatissima a questo personaggio. Ricordo ancora quando, nei primi anni '80, avevo circa otto anni, cominciai a seguire le sue avventure.
Candy era energica, allegra, dolce ma soprattutto pasticciona, sognatrice ed insofferente delle regole della società: insomma un po' come me che già da piccola mostravo una certa predisposizione all'impegno e alle battaglie contro le cose che ritenevo ingiuste. Mi rivedo battagliera e determinata a scuola, quando i maschietti più bulli volevano dettare legge in classe e sbeffeggiavano i più timorosi, oppure docile e serena nella campagna dei miei nonni impegnata a raccattare quanto ciò di vivente si aggirava per i campi sperduto e senza meta... portavo di tutto a casa... persino un porcospino... per la disperazione di mia madre! E così non poteva che conquistarmi la storia di questa simpatica bimbetta con i codini biondi.
E poi la vita di Candy non era certo monotona: ogni giorno le capitava qualche guaio o si presentavano nuovi problemi e, spesso, nuovi nemici, eppure affrontava sempre la vita con il sorriso sulle labbra.
A un certo punto, però, la sua esistenza cambia: viene adottata da una ricchissima famiglia e le si prospetta un futuro roseo, ma non era questo che lei voleva... Infatti rinuncia al benessere per ricominciace, per costruirsi il proprio avvenire da sola, contando sulle sue forze.
Intorno a lei c'erano poi tutta una serie di personaggi più o meno simpatici, ciascuno con un proprio carattere ed una sua storia. Tra i "cattivi", la perfida e invidiosa Iriza Legan; era senz'altro la più sgradevole, seguita a ruota dal fratello Neal, presuntuoso, ricco e vigliacco; ed infine dalla zia Elroy, troppo presa dal rispetto dell'etichetta e poco dall'amore verso la famiglia.
Per fortuna la pattuglia dei buoni era ben più numerosa, da suor Maria e Miss Pony, impegnate ad allevare i bambini senza famiglia, gli amici Annie, Patty, Stear, Archie e quello stravagante di Albert, che non si separava mai da Pupy, la dispettosa puzzola che sostituirà nel cuore di Candy il procione Clean, l'amichetto a quattro zampe dell'infanzia. E poi gli amori: Anthony, che come una meteora appare nella vita di Candy e subito scompare tragicamente, ed il bel Terence, sbruffone, violento, istrionico, ma anche capace di sentimenti dolcissimi...
Insomma come poteva una ragazzina sognatrice come me non appassionarsi a questa storia?!?
E oggi, a distanza di quasi trent'anni (27 a dire il vero,,, sigh!) mi ritrovo a parlare di questa eroina per lo più sconosciuta alle nuove generazioni.
Eppure sono convinta che piacerebbe anche ai banmbini di oggi abituati solo ai mostri e ai robot dei cartoons moderni, che stordiscono tanto ma non lasciano niente nella mente e nel cuore...
Vi abbraccio e auguro un buon fine settimana!
Inviato da: cassetta2
il 03/08/2020 alle 11:59
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il 05/05/2015 alle 12:37
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il 04/08/2013 alle 11:33
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il 09/01/2013 alle 06:47
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