NewVagabond

CANTO DI UNA SQUAW ALGONCHINA pubbl. da Angelica Lubrano


CANTO DI UNA SQUAW ALGONCHINA Angelica Lubrano Questa poesia, dedicata alla tragedia dei nativi americani, rievocata attraverso un immaginario canto di una squaw algonchina, richiama in verità i destini , le immagini familiari, gli affetti universali, che appartengono a tutti noi. Il popolo algonchino è l'unico ad aver lasciato tracce scritte e non solo orali della loro cultura.
Mi hai dato poco tempo, Grande Spirito,per capire il senso della vita:perchè la nube neraviene a oscurar la lunaperchè gli dei del tuonozittiscono la vocequando la carne lenta al fuoco cuocee il giorno della caccia si consuma.E perchè il balzo del salmonesfida le fauci all’orso predatore;ma anch’io depongo tracce di speranzacontro correntenel chiuso di una stanzaora che si è seccato il mio torrente.Non parla più lo Spirito del ventoda molte lune, sono quasi cento …,Batte nel petto il tamburo rossoora che finalmente riconoscola stessa inesorabile pauravista negli occhi al cervo di pianuraCon fuso e fili resto al mio telaiosulla pelle d’agnello al focolaiodel mio teepee, tepore nel nevaio.Sento lontano giungere il destino:ha giubba rossa ed occhi da bambino;non mi risveglierà l’argento del mattino.
IL QUADRO è del pittore Salvatore Ciaurro.