NewVagabond

"Il turista gira; il NOMADE sperimenta, saggia il clima sulla sua pelle, annusa i luoghi, assapora i cibi locali, rischia le infezioni, guarda la novità delle persone e degli orizzonti, li vuol capire dal di dentro. Il nomade, in questo senso,non ha casa ovunque ed in nessun luogo.La sua è una ubiquità leggera ed inquietante. F.Ferrarotti

 

OCCHI VERDI

"Tre passioni, semplici ma irresistibili, hanno governato la mia vita: la sete d'amore,la ricerca della conoscenza e una struggente compassione per le sofferenze dell'umanità". (B.Russell, Autobiografia)

"L'amore, il lavoro e la conoscenza

sono le fonti della nostra vita.

Dovrebbero anche governarla."

(Wilhelm Reich)

Il vero viaggio di scoperta
non consiste nel cercare nuove terre
ma nell'avere nuovi occhi"
(Marcel Proust)

 

NO PEDOFILIA

Io non posseggo nulla, sono lo spirito del viaggio, l'anima di ogni ricerca. Non c'è nulla di velato che non debba essere svelato, niente di nascosto che non debba essere riconosciuto.

ma sono un patriota dell'umanità nel suo complesso. Io sono un cittadino del mondo. (charlie chaplin)

 

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NATURA

 

Oh Grande Spirito,
concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare,
e la Saggezza di capirne la differenza.
(Preghiera Cherokee)

 

Alcuni, con gli occhi rivolti al passato, 
vedono quello che non vedono; altri, 
g
li occhi fissi nel futuro, vedono 
quello che non si può vedere. 

Perché cercare tanto lontano ciò che ci sta vicino, 
la nostra sicurezza? Questo è il giorno, 
questa è l’ora, questo è il momento, questo 
è ciò che siamo, e non v’è altro. 

Senza sosta scorre l’interminabile ora 
che proclama la nostra nullità. Con lo stesso 
boccone col quale siamo vissuti, moriremo. 

Carpe diem, altra cosa non sei. 


GODWARD - Ismenia (1908)

 

 

NATURA

 

Oh Grande Spirito,
concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare,
e la Saggezza di capirne la differenza.
(Preghiera Cherokee)

 

Alcuni, con gli occhi rivolti al passato, 
vedono quello che non vedono; altri, 
g
li occhi fissi nel futuro, vedono 
quello che non si può vedere. 

Perché cercare tanto lontano ciò che ci sta vicino, 
la nostra sicurezza? Questo è il giorno, 
questa è l’ora, questo è il momento, questo 
è ciò che siamo, e non v’è altro. 

Senza sosta scorre l’interminabile ora 
che proclama la nostra nullità. Con lo stesso 
boccone col quale siamo vissuti, moriremo. 

Carpe diem, altra cosa non sei. 


GODWARD - Ismenia (1908)

 

 

 

Le foglie morte - Jacques Prévert

Post n°571 pubblicato il 09 Aprile 2017 da AntiRuggine2

Le foglie morte
Oh! Vorrei tanto che tu ricordassi
i giorni felici quando eravamo amici.
La vita era più bella.
Il sole più bruciante.
Le foglie morte cadono a mucchi...
Vedi: non ho dimenticato.
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi e i rimpianti
e il vento del nord le porta via
nella fredda notte dell'oblio.
Vedi: non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi.
È una canzone che ci somiglia.
Tu mi amavi
io ti amavo.
E vivevamo noi due insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza far rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi e i rimpianti.
Ma il mio amore silenzioso e fedele
sorride ancora e ringrazia la vita.
Ti amavo tanto, eri così bella.
Come potrei dimenticarti.
La vita era più bella
e il sole più bruciante.
Eri la mia più dolce amica ...
Ma non ho ormai che rimpianti.
E la canzone che cantavi
sempre, sempre la sentirò.
È una canzone che ci somiglia.
Tu mi amavi
io ti amavo.
E vivevamo noi due insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza far rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi

- Jacques Prévert -

 
 
 

I ragazzi che si amano - Jacques Prévert

Post n°570 pubblicato il 09 Aprile 2017 da AntiRuggine2

I ragazzi che si amano


I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore


**Jacques Prévert,,

 
 
 

A TUTTE LE DONNE Alda MERINI

Post n°569 pubblicato il 05 Marzo 2017 da AntiRuggine2

A tutte le donne

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.

 

Alda Merini

 
 
 

EMOZIONE DELL'ANIMA Simona Oberhammer

Post n°568 pubblicato il 09 Novembre 2016 da AntiRuggine2

Emozione dell'anima

Appassionati agli altri, anche se possono deluderti.
Appassionati alla verità, anche se può farti male.
Appassionati alla gioia, anche se incontri il dolore.
Appassionati ai tuoi progetti, anche se ti sembrano irraggiungibili.
Appassionati all'allegria, anche se ti sembra che non ci sia niente da ridere.
Appassionati all'amore, anche se può essere rischioso.
Appassionati alla creatività, anche ti sembra di non aver idee.
Appassionati alla gratitudine, anche se stai perdendo qualcosa.
Appassionati a te stessa, anche se hai paura di incontrare la tua vera natura.
Appassionati alla tua capacità di appassionarti. E' un'arte: le persone appassionate non sono quelle senza problemi o senza difficoltà. Ma sono quelle che portano nella vita la passione nonostante i problemi e le difficoltà. La passione è come una pianta: se la alimenti cresce rigogliosa e nutre le tue giornate.
Una vita appassionata è una vita davvero vissuta…
**Simona Oberhammer,,

 
 
 

Non celare il segreto del tuo cuore.

Post n°567 pubblicato il 09 Novembre 2016 da AntiRuggine2

Non nascondere
il segreto del tuo cuore,
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
Tu che sorridi così gentilmente,
dimmelo piano,
il mio cuore lo ascolterà,
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
Rivelami tra le lacrime esitanti,
tra sorrisi tremanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore.


**Rabrindranath Tagore,,

 
 
 

L’ amore è sofferenza, pianto, gioia, sorriso.

Post n°566 pubblicato il 09 Novembre 2016 da AntiRuggine2

L’amore è sofferenza, pianto, gioia, sorriso. L’amore è felicità, tristezza e tormento. Non si ama con il cuore si ama con l’anima che si impregna di storia, non si ama se non si soffre e non si ama se non si ha paura di perdere. Ma quando ami vivi, forse male, forse bene, ma vivi. Allora muori quando smetti di amare, scompari quando non sei più amato. Se l’amore ti ferisce, cura le tue cicatrici e credici, sei vivo. Perché vivi per chi ami e per chi ti ama.
** Alda Merini,,

 
 
 

MI MANCHI TU - Claudia ROMANO

Post n°565 pubblicato il 07 Aprile 2016 da AntiRuggine2

 

MI MANCHI TU

 

Mi manchi soprattutto all'imbrunire

vorrei portarti con me a dormire,

mi manchi mentre guardo un bel tramonto

vorrei gridare il mio amore al mondo,

mi manchi tanto che vorrei scovarti

ma non so proprio dove cercarti,

mi manca la tua voce che veniva da lontano

anche se non era il massimo che volevamo,

mi mancano i minuti,le ore per stare insieme

con le quali mi dimostravi tutto il tuo bene,

mi mancano soprattutto i tuoi sbalzi d'umore

che non facevano, poi,così tanto rumore,

mi mancano le tue parole tanto astruse

che per capirle ci volevano le muse,

mi mancano le tue dimostrazioni di affetto

che su di me avevano un grandissimo effetto,

mi manca il tuo dire e il tuo non dire

anche se presumevo che sarebbe stato un finire.

Ritorna amore, io ti voglio guardare

perché non posso continuamente sperare,

ogni giorno penso che sarà diverso

e spero tanto che tu sarai te stesso.

Adesso ho constatato che sei andato via

e a me non resta nemmeno una fotografia,

aspetto con ansia che tu torni a mostrarti

perché il mio cuore vuole solo amarti.

 

 ** Claudia Romano,,

 
 
 

Ho conosciuto il dolore by Roberto Vecchioni

Post n°564 pubblicato il 03 Marzo 2016 da AntiRuggine2

HO CONOSCIUTO IL DOLORE (dall'album Io non appartengo più)

Ho conosciuto il dolore
(di persona, s'intende)
e lui mi ha conosciuto:
siamo amici da sempre,
io non l'ho mai perduto;
lui tanto meno,
che anzi si sente come finito
se, per un giorno solo,
non mi vede o non mi sente.
Ho conosciuto il dolore
e mi è sembrato ridicolo,
quando gli dò di gomito,
quando gli dico in faccia:
"Ma a chi vuoi far paura?"
Ho conosciuto il dolore:
ed era il figlio malato,
la ragazza perduta all'orizzonte,
il sogno strozzato,
l'indifferenza del mondo alla fame,
alla povertà, alla vita...
il brigante nell'angolo
nascosto vigliacco battuto tumore
Dio, che non c'era
e giurava di esserci, ah se giurava, di esserci....e non c'era
ho conosciuto il dolore
e l'ho preso a colpi di canzoni e parole
per farlo tremare,
per farlo impallidire,
per farlo tornare all'angolo,
cosi pieno di botte,
cosi massacrato stordito imballato...
cosi sputtanato che al segnale del gong
saltò fuori dal ring e non si fece mai piu
mai piu vedere
Poi l'ho fermato in un bar,
che neanche lo conosceva la gente;
l'ho fermato per dirgli:
"Con me non puoi niente!"
Ho conosciuto il dolore
e ho avuto pietà di lui,
della sua solitudine,
delle sue dita da ragno
di essere condannato al suo mestiere
condannato al suo dolore;
l'ho guardato negli occhi,
che sono voragini e strappi
di sogni infranti: respiri interrotti
ultime stelle di disperati amanti
-Ti vuoi fermare un momento?- gli ho chiesto -
insomma vuoi smetterla di nasconderti? Ti vuoi sedere?
Per una volta ascoltami!! Ascoltami
.... e non fiatare! -
Hai fatto di tutto
per disarmarmi la vita
e non sai, non puoi sapere
che mi passi come un'ombra sottile sfiorente,
appena-appena toccante,
e non hai vie d'uscita
perché, nel cuore appreso,
in questo attendere
anche in un solo attimo,
l'emozione di amici che partono,
figli che nascono,
sogni che corrono nel mio presente,
io sono vivo
e tu, mio dolore,
non conti un cazzo di niente

Ti ho conosciuto dolore in una notte di inverno
una di quelle notti che assomigliano a un giorno
Ma in mezzo alle stelle invisibili e spente
io sono un uomo....e tu non sei un cazzo di niente.

**Roberto Vecchioni,,

 
 
 

Quando ho cominciato ad amarmi davvero di Charlie Chaplin

Post n°563 pubblicato il 09 Gennaio 2016 da AntiRuggine2

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che la sofferenza e il dolore emozionali
sono solo un avvertimento che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama
AUTENTICITA'

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito
com'è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso
di desiderare un'altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda
é un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama
MATURITA'.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre
ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello
che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di privarmi del mio tempo libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama
SINCERITA'.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò
che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò
che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso,
all'inizio lo chiamavo "sano egoismo", ma oggi so che questo è
AMORE DI SE'

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama
SEMPLICITA'.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono rifiutato di vivere nel passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.
E' la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo
PERFEZIONE.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che il mio pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore,
l'intelletto è diventato un compagno importante.
Oggi a questa unione do il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE.

Non dobbiamo continuare a temere i contrasti,
i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrarno fra loro dando origine
a nuovi mondi.

Oggi so che QUESTO è LA VITA!

**Charlie Chaplin,,
Quando ho cominciato ad amarmi davvero – Kim McMillan (attribuita a Charlie Chaplin)

 
 
 

Li Fuch d' San Giusepp di Domenico Chieffo

Post n°562 pubblicato il 03 Gennaio 2016 da AntiRuggine2

LI FUCH’ D’ SAN GIUSEPP
San Giusepp…
So’ turna-t stasere au Gravattone
P’ veré lu meglie fuch’ d’ Venosa;
hann voglie acché dèicie sti uaglione,
lu fuch’ nust ere nata cose.
Coss jè nu fuch’ d’zeppr e stascèdd
Ca facie na fiamma-t e t’ salote;
Coss jè nu fuch’ d’ paglie e cannaredd:
facie li str-ptizz e po’ s’ stote.
A li timb nust na lenz d’ cartone,
tre, quatt scaramo’zz e nu giurnale
appecciàjen mundagn’ d’ ceppone:
m’ paréie la nott d’ Natale…
Pigliàmm na trainèll sgangara-t,
scèmm abbuscànn’ ciòppr e sarmènd,
na leuncèdd a lu forn d’ D’Amat,
case p’ case sfuttènn tanda gent.
L’o’tem jurn scèmm a la cambagn’,
Sand Sciùscie,Vignale,Canalicchie
E je curréie apprìss a li cumbagn’
Lu mbrell sfascia-t e lu pérepicchie…
Tott la léun po’ s’nzumelàje
Abbàsc’ a lu ceddàre d’ papanonn:
ddà Felecett non scennéie maje
pécché s’appauràje d’ lu papòunn.
Lu jùrn d’ la fest a la prim’ore
già ere bell’e prond lu pagliare
s’ la verèie tott z’ Diadore
ca l’accungertaje com’a n’autàre.
Lu fuch’ s’appicciàje vers la sere
‘ndra lusch’ e brusch’, a l’Avemmaréie,
lu vent-cidd d’ la primavere
‘ncapricciàje rr’ fiamm e s’ n’ scéie…
Chiù tarde, da rr’ case du largone
anzévn rr’ femmen’ a one a one
ch’ rr’ seggetèdd mmane e lu sciarpone
e s’arrutàvn attorn a lu ceppone.
Na scalfato’re, nu crosch’ e na pata-n,
nu b-cchìre d’ véin e na canta’t,
lu r-ganètt d’ mast Caìta-n
passaje allegramend la sera-t.
Po’ vers mezzanott a one a one,
rr’ seggetèdd mmane e na palett
rr’ femmenoccie p’ benedizione 
purtàvn lu fuch’ d’ San Giuseppe.
Je, murt d’ sunn com’a Ciaciònn,
Scéie stanch’ d’ fuch’ e d’ cantìcchie
Appéis’ a la vandère d’ mammanonn,
li cauzùne cort e lu perepìccie…
di Domenico Chieffo.
da L'acqua d' la funtanedd
Traduzione tratta dal libro.
San Giuseppe, sono tornato questa sera dal Gravattone per vedere il miglior fuoco di Venosa, ma hanno un bel dire questi ragazzi, il nostro fuoco di allora era un'altra cosa. Questo è un fuoco di fuscelli e tavolette che fa una fiammata e ti saluta: è un fuoco di paglia e canna che fa uno strepitio e si spegne.
Allora con un pezzo di cartone, tre o quattro canne secche ed un giornale si accendeva una montagna di legna, sembrava la Notte di Natale. Con un carretto sgangherato procuravamo ciocchi e sarmenti, qualche legna al forno di D'Amato , casa per casa sfottendo tanta gente.
L'ultimo giorno andavamo per la campagna, a San Giorgio, ai Vignali, a Canalicchio, io correvo ai compagni con un ombrello sfasciato e un berretto. Tutta la legna veniva accatastata nella cantina di mio nonno, dove Felicetto non scendeva mai per paura dei fantasmi. Il giorno della festa, di primo mattino, la catasta era bella e pronta: se la vedeva mastro Teodoro che preparava il fuoco come un altare. S'accendeva verso sera, tra lume e scuro, all'Avemaria., il venticello della primavera incapricciava la fiamma e se ne andava. Più tardi, dalle case del quartiere uscivano le donne ad una ad una, con le seggiole in mano ed uno scialle; sedevano intorno al fuoco, una riscaldata, una bruschetta, e una patata, un bicchiere di vino e una cantata, con l’organetto di Mastro Gaetano passavamo in allegria la serata. Poi verso mezzanotte, a una a una con le seggiole le donnette portavano una paletta di fuoco per la benedizione. Ed io morto di sonno, me ne andavo stanco di fuochi e di canti, appeso al grembiule di mia nonna, con i calzoni corti ed il berretto.

 
 
 

Considero valore by Erri De Luca

Post n°561 pubblicato il 20 Dicembre 2015 da AntiRuggine2

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.

Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

 

**Erri De Luca,,

da “Opera sull’acqua e altre poesie”

 
 
 

Inno alla Bellezza di C. Baudelaire

Post n°560 pubblicato il 06 Dicembre 2015 da AntiRuggine2

Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, Beltà?
Il tuo sguardo, infernale e divino,
versa, mischiandoli, beneficio e delitto:
per questo ti si può comparare al vino.
Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora,
diffondi profumi come una sera di tempesta;
i tuoi baci sono un filtro, la tua bocca un'anfora,
che rendono audace il fanciullo, l'eroe vile.
Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri?
Il Destino incantato segue le tue gonne come un cane:
tu semini a casaccio la gioia e i disastri,
hai imperio su tutto, non rispondi di nulla.
Cammini sopra i morti, Beltà, e ridi di essi,
fra i tuoi gioielli l'Orrore non è il meno affascinante
e il Delitto, che sta fra i tuoi gingilli più cari,
sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente.
La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela,
e crepita, fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!".
L'innamorato palpitante chinato sulla bella
sembra un morente che accarezzi la propria tomba.
Venga tu dal cielo o dall'Inferno, che importa,
o Beltà, mostro enorme, pauroso, ingenuo;
se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo piede, aprono per me
la porta d'un Infinito adorato che non ho conosciuto?
Da Satana o da Dio, che importa?
Angelo o Sirena, che importa se tu
-- fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia unica regina --
fai l'universo meno orribile e questi istanti meno gravi?

 
 
 

Carpe Diem di Q.Orazio Flacco.

Post n°559 pubblicato il 06 Dicembre 2015 da AntiRuggine2

Cogli l'attimo fuggente

Non domandare tu mai 

quando si chiuderà la tua 

vita, la mia vita, 

non tentare gli oroscopi d’oriente: 

male è sapere, Leucònoe. 

Meglio accettare quello che verrà, 

gli altri inverni che Giove donerà 

o se è l’ultimo, questo 

che stanca il mare etrusco 

e gli scogli di pomice leggera.

Ma sii saggia: e filtra vino 

e recidi la speranza 

lontana, perché breve è il nostro 

cammino, e ora, mentre 

si parla, il tempo 

è già in fuga, come se ci odiasse! 

Così cogli 

la giornata, non credere al domani.

 

 
 
 

Se -Lettera al Figlio R.Kipling

Post n°558 pubblicato il 06 Dicembre 2015 da AntiRuggine2

Se - Lettera al Figlio - di Rudyard Kipling


Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te
la perdono e ti mettono sotto accusa.
Se riesci ad avere fiducia in te stesso
quando tutti dubitano di te,
ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare.
Se riesci ad aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato a non rispondere con calunnie,
o essendo odiato a non abbandonarti all'odio,
pur non mostrandoti troppo buono,
né parlando troppo da saggio.
Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni.
Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine.
Se riesci ad incontrare il successo e la sconfitta 
e trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare di sentire le verità
che tu hai detto distorte da furfanti
che ne fanno trappole per sciocchi o vedere le cose
per le quali hai dato la vita distrutte e umiliarti
a ricostruirle con i tuoi strumenti oramai logori.
Se riesci a fare un solo fagotto delle tue vittorie
e rischiarle in un solo colpo a testa e croce
e perdere e ricominciare da dove iniziasti senza
mai dire una sola parola su quello che hai perduto.
Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi,
i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo
che non te li senti più ed a resistere
quando ormai in te non ce più niente
tranne la tua volontà che ripete "resisti!"
Se riesci a parlare con la canaglia
senza perdere la tua onestà
o a passeggiare con i re
senza perdere il senso comune.
Se tanto nemici che amici non possono ferirti
se tutti gli uomini per te contano
ma nessuno troppo.
Se riesci a colmare l'inesorabile minuto
con un momento fatto di sessanta secondi
tua è la terra e tutto ciò che è in essa
e quel che più conta sarai un uomo, figlio mio.

 
 
 

Nichita Stănescu - Forse dormiamo e stiamo sognando

Post n°557 pubblicato il 15 Novembre 2015 da AntiRuggine2

Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei,
e io le ho creduto, perché diventava
più pesante e più leggera a volontà
simile agli uccelli in volo.

Correvamo verso l’alto sulle scale di cemento
e lei sollevava dal mio abbraccio
due occhi splendenti, argentei,
verso un cielo inventato proprio allora.

Il suo sguardo fondeva i muri,
feriva le mie guance da cui
erompeva il sangue verso il passato
senza dolore, a fiotti.

Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei.
Correvamo verso l’alto. La scala di cemento
era terminata da un pezzo. Ed anche l’edificio.
Avevamo superato anche il futuro. Le parole
erano rimaste indietro. E forse nemmeno noi
esistevamo più.

Nichita Stănescu - Forse dormiamo e stiamo sognando

 
 
 

La vita non è...

Post n°556 pubblicato il 10 Ottobre 2015 da AntiRuggine2

"La vita non è
un cammino semplice 
e lineare lungo il quale
possiamo procedere
liberamente e senza intoppi,
ma piuttosto un intricato
labirinto, attraverso il quale
dobbiamo trovare la
nostra strada, spesso smarriti
e confusi, talvolta imprigionati
in un vicolo cieco.
Ma sempre, se abbiamo fede,
si aprirà una porta;
forse non quella che ci
saremmo aspettati,
ma certamente quella che
alla fine si rivelerà
la migliore per noi."

**Archibald Joseph Cronin,,

 
 
 

Che cos'è la felicità?

Post n°555 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da AntiRuggine2

Che cos'è la felicità?

E' un caffè con un’amica. 
E’ un bacio rubato. 
Un messaggio inaspettato. 
Lo sguardo intenso di un passante.
E’ rispondere al telefono ed udire con sorpresa la voce di chi ami. 
E’ una boccata d’aria fresca dopo una giornata rinchiusa in una stanza.
E’ un sorriso.
E’ una passeggiata al sole dopo settimane di pioggia. 
E’ un profumo nuovo. 
E’ il sorriso di un bambino.
E’ una confidenza fra sorelle.
E’ la tua canzone preferita capitata casualmente alla radio.
E’ un’emozione improvvisa.
E’ la luna piena.
E’ un abbraccio affettuoso.
No, non pensare a domani, cosa farai e se sarai felice. Goditi il momento presente, è l’unico che possiedi.
E’ l’unico che puoi vivere.
Non chiederti se ci saranno le opportunità giuste, creale. 
Non pensare troppo al domani, respira l’istante presente. Non domandarti se domani pioverà. 
Oggi vedi il Sole, ed è questo che conta. 
Goditi ogni istante. 
Ogni emozione, ogni lieve respiro. 
Sono queste le nostre dosi di felicità.
E in questi secondi azzittisci i pensieri.
Shh, chiudi gli occhi e ascolta il battito incalzante del tuo cuore.

Non è questa la felicità?

**Dal web,

 
 
 

La solitudine è come la pioggia by Rilke

Post n°554 pubblicato il 22 Settembre 2015 da AntiRuggine2

La solitudine è come la pioggia. Si alza dal mare verso sera; dalle pianure lontane, distanti, sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
E proprio dal cielo ricade sulla città.

Piove quaggiù nelle ore crepuscolari, allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino e i corpi, che nulla hanno trovato, delusi e affranti si lasciano l’un l’altro; e persone che si odiano a vicenda sono costrette a dormire insieme in un letto unico:
è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.

**Rainer Maria Rilke,,

 
 
 

I tre setacci di Socrate.

Post n°553 pubblicato il 29 Luglio 2015 da AntiRuggine2

I tre setacci di Socrate


Un giorno Socrate fu avvicinato da un uomo in piena agitazione che gli disse:
«Ascolta Socrate, ti devo raccontare qualcosa d'importante sul tuo amico.» 
«Aspetta un attimo», lo interruppe il saggio, «hai fatto passare ciò che mi vuoi raccontare attraverso i tre setacci?» 
«Tre setacci?», chiese l'altro meravigliato. 
«Sì, mio caro, vediamo se ciò che mi vuoi raccontare passa attraverso i tre setacci. Il primo setaccio è quello della verità: sei convinto che tutto quello che mi vuoi dire sia vero?»
«In effetti no, l'ho solo sentito raccontare da altri.»
«Ma allora l'hai almeno passato al secondo setaccio, 
quello della bontà? Anche se quello che vuoi raccontare non 
è del tutto vero, è almeno qualcosa di buono?» 
L'uomo rispose esitante: «Devo confessarti di no, piuttosto il contrario...» 
«E hai pensato al terzo setaccio? Ti sei chiesto a che serva 
raccontarmi queste cose sul mio amico? Serve a qualcosa?» 
«Beh, veramente no...» 
«Vedi?», continuò il saggio, «Se ciò che mi vuoi raccontare non è vero, né buono, né utile, allora preferisco non saperlo e ti consiglio di dimenticarlo»

 
 
 

Ho contato i miei anni by Mario Andrate

Post n°552 pubblicato il 06 Luglio 2015 da AntiRuggine2

“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…

Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.

Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.

Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.

Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.

L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.

Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…

Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.

Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.

Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…

Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.

Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…”

MARIO ANDRADE – Poeta, romanziere, saggista e musicologo brasiliano

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: AntiRuggine2
Data di creazione: 20/09/2008
 

OCCHI VERDI

"Tre passioni, semplici ma irresistibili, hanno governato la mia vita: la sete d'amore,la ricerca della conoscenza e una struggente compassione per le sofferenze dell'umanità". (B.Russell, Autobiografia)

"L'amore, il lavoro e la conoscenza

sono le fonti della nostra vita.

Dovrebbero anche governarla."

(Wilhelm Reich)

Il vero viaggio di scoperta
non consiste nel cercare nuove terre
ma nell'avere nuovi occhi"
(Marcel Proust)

 

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IO VAGABONDO

˙˙˙˙¡¡¡oʇsǝɹd ɐ ıʇʇnʇ ɐ oɐıɔ˙˙˙

"Quando sono venuti a prendere gli ebrei
Sono rimasto in silenzio perché non ero ebreo

Quando sono venuti a prendere gli omosessuali
Sono rimasto in silenzio perché non ero omosessuale

Quando sono venuti a prendere i comunisti
Sono rimasto in silenzio perché non ero comunista

Quando sono venuti a prendere gli zingari
Sono rimasto in silenzio perché non ero zingaro

Quando sono venuti a prendere me, non c’era più nessuno che potesse parlare per difendermi."

Martin Niemöller (1892–1984)


 

 

PROPOSTA


Mettete dei fiori nei vostri cannoniera scritto in un cartellosulla schiena di ragazziche senza conoscersi,di città diverse,socialmente differentiin giro per le strade della loro cittàcantavanola loro proposta,ora pare ci sarà un'inchiestatu come ti chiami?Sei molto giovaneMe ciami Brambilla e fu l'uperarilavori la ghisa per pochi denarie non ho in tasca maila liraper poter fare un ballo con leimi piace il lavoro,ma non son contentonon è per i soldi che io mi lamento,ma per questa gioventùc'avrei giurato che mi avrebbe dato di piùMettete dei fiori nei vostri cannoniperché non vogliamo mai nel cielomolecole malate,ma note musicaliche formano gli accordiper una ballata di pace,di pace, di paceAnche tu sei molto giovane,quanti anni hai?E di che cosa non sei soddisfatto?Ho quasi vent'anni e vendo giornaligirando quartieri fra povera genteche vive come me,che sogna come mesono un pittore che non vende quadridipingo soltanto l'amore che vedoe alla società non chiedoche la mia libertàMettete dei fiori nei vostri cannoniperché non vogliamo mai nel cielomolecole malate,ma note musicaliche formano gli accordiper una ballata di pace,di pace, di paceE tu chi sei?Non mi pare che abbia di che lamentarti...La mia famiglia è di gente benecon mamma non parlo,col vecchio nemmenolui mette le mie camiciee poi critica se vesto cosìguadagno la vita lontano da casaperché ho rinunciato ad un posto tranquilloora mi dite che ho degli impegniche gli altri han preso per meMettete dei fiori nei vostri cannoniperché non vogliamo mai nel cielomolecole malate,ma note musicaliche formano gli accordiper una ballata di pace,di pace, di pace

 

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La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma piuttosto, come legna, di una scintilla che l’accenda e v’infonda l’impulso della ricerca e un amore ardente per la verità.
[Plutarco, L'arte di ascoltare]

 
 
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