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Calaiò: "Torno a Napoli solo se va via Reja"


L' ex arciere azzurro si confessa al settimanale Napolissimo: "Sono stato professionista fino in fondo. Con Marino un fraintendimento: io non parlo in terza persona". Emanuele Calaiò, tra la prima e la seconda fase del ritiro del Siena, sua nuova squadra, ha trascorso un breve periodo di vacanza con la famiglia nella sua villa di Ischia. Napolissimo (in edicola da martedì col nuovo numero) è andato ad intervistarlo e l'ex arciere azzurro ha rivelato al settimanale i veri motivi dell'arrivederci alla maglia azzurra. Hanno detto e scritto che Calaiò è fragile e si abbatte facilmente ha osservato Calaiò - i fatti, invece, dicono che sono stato molto professionale, fino alla fine. Ho avuto anche la tentazione di sbottare, di rivoltare le scrivanie e far sentire la mia voce. Ma non l'ho fatto A Reja ho sempre detto le cose in faccia, bussavo alla porta del suo spogliatoio per spiegargli le mie ragioni. Non capivo perchè mi ignorasse nonostante facessi così bene in allenamento. A un certo punto ho lasciato perdere le speranze e ho continuato ad allenarmi nella speranza che finisse presto il campionato. Con Marino c'è stato un fraintendimento ha spiegato - io ho parlato in terza persona senza nessuna malizia e solo per rispondere ad una precisa domanda. Io e lui ci siamo lasciati con la promessa di sentirci spesso durante l'anno. Se tornerò al Napoli? Non so se mi consentiranno di vestire di nuovo la maglia azzurra. Una cosa è certa; tornerò solo se ci sarà  un altro allenatore, se andrà  via Reja. Ad ogni modo non guferò sul Napoli e sul suo allenatore ha concluso Calaiò - anzi faccio un grosso in bocca al lupo agli azzurri.