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Post n°9 pubblicato il 22 Settembre 2008 da gnoccosenzauto
Che fine ha fatto Eolo, l'auto ad aria? Notizia del 28 febbraio 2006 - 14:49 |
Post n°8 pubblicato il 20 Settembre 2008 da gnoccosenzauto
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Post n°7 pubblicato il 19 Settembre 2008 da gnoccosenzauto
Gli inceneritori spuntano nelle Regioni italiane come l’amanita falloide. Svettano da lontano. Oggetti di design. Ci fanno pure le gite scolastiche. Sono i funghi velenosi dei partiti. Non è necessario coglierli per morire. Basta respirarli. Vengono raccomandati in televisione in programmi condotti da presentatori imbelli. |
Post n°6 pubblicato il 19 Settembre 2008 da gnoccosenzauto
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Post n°5 pubblicato il 19 Settembre 2008 da gnoccosenzauto
Lo studio, condotto dalla dottoressa Diane R. Gold, professore associato di medicina e salute pubblica a Harvard, Boston, in Massachusetts, ha preso in esame 48 soggetti tra i 43 e i 75 anni, in gran parte uomini, tutti afflitti da cardiopatia coronarica. Tra di loro, il 40% era stato colpito da infarto del miocardio e il 25% era malato di diabete. A ciascuno di essi, per quattro volte nel corso di un anno, è stato assicurato al petto un elettrocardiografo portatile durante l’arco di ventiquattro ore, in cui hanno svolto le loro attività. L’elettrocardiografo registrava tutte le variazioni di potenziale elettrico, evidenziando i momenti di scarso afflusso di sangue al cuore. I ricercatori hanno osservato che a un innalzamento dei livelli di inquinamento atmosferico corrispondeva un’alterazione nel tracciato dell’elettrocardiogramma. In particolare alti livelli di polveri sottili e di nerofumo, prodotto dalla combustione dei carburanti fossili, influiscono sull’attività elettrica del cuore. Stesso risultato si ha con l’esposizione all’anidride solforosa: questa, seppur presente nei gas di scarico, è anche rinvenibile in vari altri composti. Non risulta che il tanto temuto monossido di carbonio abbia effetti significativi sull’attività cardiaca, ma i ricercatori ne hanno rilevata scarsa presenza nelle zone in cui l’esperimento si è svolto. Da notare, infine, che le correlazioni più forti tra inquinamento atmosferico da gas di scarico e variazione del potenziale elettrico del cuore si manifestano nei pazienti dimessi più di recente, in chi ha subito un attacco di cuore e nei pazienti diabetici. Di conseguenza i ricercatori suggeriscono di prestare maggiore attenzione a chi è stato dimesso da poco e vive in aree metropolitane molto trafficate. Molto importante tenere in considerazione che lo studio non è stato svolto in condizioni di inquinamento ambientale critico, ma all’interno delle soglie accettate dagli standard per la qualità dell’aria stabiliti da una apposita commissione del governo statunitense: per l’autorità, dunque, in uno stato di perfetta sicurezza per la salute. Viene da pensare non solo a tutti noi che viviamo nelle città, ma a tutti coloro che sono costretti dal proprio lavoro a passare tanto tempo in mezzo a incroci trafficati, vigili urbani o operai, per esempio, e alla necessità che la loro salute sia ulteriormente tutelata. |
Inviato da: gnoccosenzauto
il 16/10/2008 alle 07:46
Inviato da: anna49_2008
il 15/10/2008 alle 23:16
Inviato da: soniaje
il 09/10/2008 alle 14:16
Inviato da: a9927
il 03/10/2008 alle 18:29
Inviato da: lange_it
il 03/10/2008 alle 15:34