Moon in the sky

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Camminava per la strada senza sapere dove stesse andando. I suoi piedi si muovevano da soli come spinti dall'istinto irrefrenabile di andare ovunque, ma in realtà non stava andando da nessuna parte. Le parole sentite la scorsa notte erano impresse a fuoco nella sua memoria e le facevano bruciare le tempie come se avesse per davvero subito una marchiatura rovente. Continuava a muoversi con energia ma dentro si sentiva svuotata. I primi flebili raggi di luce lambivano il suo viso caldo per le lacrime che scorrevano ancora copiose e alle quali lei non sembrava prestare attenzione. Del resto il porto era deserto a quell'ora e i pochi pescatori mattinieri erano a rincorrere le loro prede lontano dal campo visivo dei suoi occhi stanchi. Il mare le era sempre sembrato un'eterna promessa di libertà, oltre quegli orizzonti così lontani, che osservava trepidante fin da molto piccola; ma allo stesso tempo sapeva bene quali insidie nascondevano quelle acque profonde sotto la calma apparente. La monotonia della risacca delle onde,in quel momento, però, la faceva sentire cullata e avvolta da una sensazione di protezione. Non era certo un caso che, nonostante tutto, lei fosse proprio lì; lì dove tutto era iniziato veramente. Sì, era stato proprio questo luogo a essere la ragione di tutto. L'improvviso movimento di un volatile, che si era abbassato in volo, fin quasi a sfiorarle i morbidi ricci corvini che incorniciavano il suo giovane viso, la fece sobbalzare violentemente. Un brivido la percosse interamente e anche le lacrime si bloccarono di colpo. Il suo volto rimase impassibile, mentre centinaia di perché e ma la inondavano come un fiume in piena. Il dubbio di non aver fatto abbastanza e il senso di colpa la tormentavano. Se solo non si fosse mai diretta in quel porto, pensava, se soltanto la sua curiosità sfrenata non l'avesse portata a scoprire terribili segreti che sarebbero dovuti rimanere tali. Alla fine però neanche questo contava più. Due farfalle svolazzarono lentamente proprio davanti al suo naso, cimentandosi in un balletto sincronizzato. Lei le seguì attentamente con lo sguardo e fu presa dalla consapevolezza che quella sensazione di unione così sincera, per lei, non sarebbe mai più stata possibile: lui non c'era più. A volte i segreti dovrebbero rimanere tali; ma lei aveva violato ingenuamente questa regola silente e quindi ormai tutto era perduto. Lui non c'era più e non sarebbe più tornato. Infilò con calma la mano nella tasca del giubbotto ed estrasse una piccola boccettina rosata. Una strana atmosfera aleggiava intorno. Alice bevve con decisione una lunga sorsata di quel liquido azzurrino, come il mare, come i suoi occhi un tempo limpidi. Sorrise vedendo la sfera di luce innalzarsi lentamente, proiettando i suoi colori sulla superficie del mare. Davvero un'immagine da cartolina, pensò. Davvero un'immagine adatta ad essere conservata in eterno. Sublime. Perfetta per essere l'ultima.