Trovato

Quello che non ti aspetti


In viaggio per cercare fortuna o semplicemente per poter “vivere” o “sopravvivere”. Molti giovani come me viaggiano verso le grandi metropoli Italiane. La mia esperienza, premetto, è quella di Pugliese che non scorda e non  abbandona l’idea di tornare nella propria terra. E sì, perché in quest’Italia il concetto di unità non ci appartiene, siamo Romani Tarantini ecc.; ma questo è un discorso lungo che prevede un’analisi storica con molti attori in negativo e che determina un’Italia divisa in comuni e regioni.Quello che non mi aspettavo, in questo mio peregrinare, è una maturità nuova, una nuova metrica di visione del mondo.L’idea comune della città è il caos, l’operosità della gente incapace di fermarsi a riflettere. Niente di più falso, la città propone realtà che ti costringono a riflettere, realtà molto lontane dai paesi del Sud.Così, un primo rapido cambiamento è stato il concetto comune del pensare. Nella mia Massafra il mio pensiero era concentrato nel passato e a predisporre il futuro, oggi il mio pensiero è in funzione del presente. Quello che non mi aspettavo è l’esigenza di incontrare sempre di più Dio. Strano, ma anche l’idea di Dio è cambiata. Si è trasformato da Dio Domenicale da assumere come farmaco prescritto dalla morale comune, a quello della consapevolezza che spesso il nostro agire non è da Cristiani. Quello che non mi aspettavo è apprendere che la felicità non può essere relegata a un numero ristretto di persone, non può essere confusa con l’egoismo.Oggi dopo aver vissuto nelle grandi Metropoli, sono cambiato. Sono consapevole che tutti noi dobbiamo essere attori della nostra vita, consapevole che la felicità deve essere condivisa con tutti per renderci più ‘dolci’, che la vita riserva tante difficoltà e dolori per renderci più uomini, consapevole che la ricerca di un fine comune possa renderci felice.