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Puglia: scontro frontale tra ideologia SpA e difesa del servizio pubblico - Si dimette il presidente dell'Acquedotto Riccardo Petrella 07/12/2006 Si dimette il presidente dell'Acquedotto Motivo principale, dice lo stesso Riccardo Petrella, il dissenso con la Regione che detiene il controllo della Spa. Il presidente della Regione, Nichi Vendola: rispetto la sua scelta BARI - Dimissioni a sorpresa del presidente dell’Acquedotto Pugliese Riccardo Petrella. La decisione è stata resa nota stamani dallo stesso professore durante un’audizione dinanzi alla commissione bilancio della Regione Puglia. Motivo principale, a suo dire, il dissenso con la Regione che detiene il controllo della spa. Bari - Dimissioni a sorpresa del presidente dell’Acquedotto Pugliese Riccardo Petrella. La decisione è stata resa nota stamani dallo stesso professore durante un’audizione dinanzi alla commissione bilancio della Regione Puglia. Motivo principale, a suo dire, il dissenso con la Regione che detiene il controllo della spa. Il presidente della Regione Nichi Vendola ha espresso «rispetto per la scelta del presidente dell’Aqp, a fronte di un dissenso importante che vi è stato tra noi». «E' un dissenso che dura da un anno e che io speravo di poter ricomporre in una scelta condivisa – ha aggiunto Vendola – la scelta condivisa è quella della difesa dell’acqua come bene comune e come bene pubblico, il rifiuto di qualunque idea di mercificazione dell’acqua». «L'acqua – ha detto ancora Vendola – non è una merce, è un diritto universale e su questa base e su questa filosofia si trattava di riorganizzare un acquedotto che da lungo tempo vive una crisi importante di mission e vive anche una crisi organizzativa interna». «Il presidente Petrella ha ritenuto che la partita decisiva fosse quella del superamento della formula giuridica della società per azioni, che per ripublicizzare l’Acquedotto bisognasse superare la formula della Spa – ha aggiunto il presidente della Regione Puglia – io ho sempre ritenuto che quello fosse un problema del tutto secondario, perchè una Spa di proprietà interamente pubblica non rappresenta una minaccia all’acqua pubblica. Ho pensato che, invece, la ripubblicizzazione dell’Acquedotto fosse innanzitutto un processo riacquisizione della capacità di razionalizzazione della rete, la lotta contro le perdite che superano il 50% della rete acquedottistica, la lotta per recuperare una vera capacità aziendale di progettare e investire in grandi opere, la capacità di mettere in rete il ciclo della depurazione». «Ho pensato – ha affermato ancora Vendola – che la partita fondamentale non fosse quella per me formale della configurazione giuridica dell’ente, ma fosse quella sostanziale della riorganizzazione dei servizi idrici nei confronti dei cittadini». Petrella è rimasto, secondo Vendola, «della sua opinione e come non usa in generale in Italia, ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni e questo è anche il segno di uno stile importante che io apprezzo molto, di un uomo che continua per me ad essere un amico e un maestro. Ma purtroppo succede che quando le idee debbano essere tradotte in scelte politiche, quando devono trasferirsi dal cielo delle nostre impostazioni culturali e ideologiche alla terra delle nostre scelte di governo, talvolta ci possano essere delle divergenze, che non sono una tragedia, sono delle divergenze. Riccardo Petrella ha ritenuto che questa divergenza fosse insuperabile – ha concluso il Vendola – e, da par suo, ha pensato di lasciare l’incarico perchè non è un uomo attaccato alla poltrona. È un esempio da questo punto di vista nel nostro mondo, però io voglio dire a Petrella che il suo congedo, che è anche un atto doloroso, mi spinge ancora di più a sentirmi impegnato nel processo di ripubblicizzazione di Acquedotto pugliese». Sulla nomina del nuovo presidente dell’Aqp, Vendola ha precisato che «come si dice, ogni giorno ha la sua pena, nel senso che oggi prendiamo atto delle dimissioni del presidente e riflettiamo su quello che bisogna fare».