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C’è una ‘canzone’ di Giorgio Gaber “Qualcuno era comunista” che da spunto a tante riflessioni, riflessioni che vorrei condividere con voi.
Scrivo alcuni passaggi:
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare Democrazia.
Qualcuno era comunista perché sognava una Liberta diversa da quella Americana
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché sentiva la necessita di una morale diversa.
Quanta verità in queste parole quanto slancio verso il prossimo, che verità condivisibile al di la delle diversità sociali religiose politiche di ognuno di noi. È un utopia giusto, nessuno rinuncerà alla felicità pubblicizzata dal consumismo dalla grande era del globale, che ingloba appunto ma non integra.
Attendo, attentiamo per quanti si sentono comunisti per questo insano desiderio di sentirsi felici condividendo questo tempo finito insieme.
Attendo, attendiamo per quanti sono cristiani il ritorno alla preghiera in ginocchio per ammettere la nostra fragilità.
Attendo, attendiamo per quanti credono che i valori di solidarietà di umanità di fratellanza di uguaglianza etc etc sono i valori che definiscono una società.
Attendo, attendiamo ma nell’attesa io credo nell’utopia.