L'Angolo di Nimriel®

Letargo ad libitum.


Fuori la finestra dell’ufficio, sul davanzale, si posa un passerotto. Zompetta un po’ sul balcone, ruota il capino e sbircia dentro. Dentro ci sono io, che ruoto il capino e sbircio il passerotto. Insomma, ci sbirciamo a vicenda. Poi lui vola via e io resto qua. Probabilmente tornerà verso le cinque che, a quell’ora, precisi come la morte, lui e qualche decina di centinaia di storni o amichetti suoi, si posano sugli alberi di fronte in un frastuono di chiacchiere volatili e cagate sottostanti. Ecco. Questo è il massimo che posso raccontare ultimamente senza trascendere troppo sul personale (leggi palloso, monotono, avvilente, cerebralmente piatto).Potrei, che so, narrare di qualche simpatico episodio da italietta italiota che immancabilmente si verifica, nonostante tutti i miei vani tentativi di distacco spirituale dalle quisquiglie del day by day, ma correrei il rischio di un travaso di bile e di un inspessimento delle rughe intersopraccigliari, quindi, no, lasciamo perdere. Potrei, che so, spremere i pochi neuroni ancora vagamente attivi e tirar fuori dal mio cappello un qualche raccontino estemporaneo, surreale e spiritoso il giusto, tanto per provare al mondo che ancora sono capace di tirarmi fuori dalla palude di acido cianidrico nella quale sembro vivere ultimamente ma, perché mai fare tutti questi sforzi? Meglio evitare. Il 2008 è appena iniziato e c’è (sempre) speranza.