Ninive

Baudelaire . Una carogna


"Ricordi, anima mia, quel che vedemmo / un bel mattino dolce d'estate / dietro quel sentiero? una carogna infame, / su un letto sparso di sassi: zampe all'aria, come una laida donna, / ardente e trasudante veleni, / spalancava il ventre indifferente e cinico / tra tante esalazioni.Batteva il sole su quel putridume / come per cuocerlo a puntino, / e ridare così centuplicato alla Natura / quel che lei aveva messo insieme.E il cielo guardava quella gran carcassa / che si dilatava come un fiore. / Che fetore immondo! temevi / di svenire là sull'erba.Come ronzavano le mosche su quel putrido ventre! / e come sbucavano a battaglioni / nere larve! colavano come denso liquido / lungo quei brandelli vivi. Scendevano e salivano come un’onda, / o brulicando s’avventavano; / sembrava che quel corpo, gonfiato da un respiro vago, / si moltiplicasse in tante vite.Di lì sorgeva una strana musica / come l’acqua corrente e il vento, / o il grano che agita e rigira ritmicamente / nel suo ventilabro chi lo vaglia.Dietro le rocce una inquieta cagna / ci guardava con irato occhio, / spiando il momento di riprendere allo scheletro / i brandelli che erano rimasti.-E tu? Anche tu un giorno sarai quel letamaio, / quella peste orrenda, / stella dei miei occhi, sole della mia natura, / tu, mio angelo e mia passione!Sì, anche tu sarai così, regina delle grazie, / dopo gli estremi sacramenti, / quando sotto l’erba e le piante grasse / ammuffirai tra le ossa.E allora, mia bellezza, di’ pure ai vermi, / che ti mangeranno di baci, / che ho conservato la forma e la divina essenza / dei miei amori decomposti!"Questa è la poesia di Baudelaire che più mi ha affascinato, oltretutto credo che leggendola si possa capire l'essenza di questo grandissimo poeta. A presto!R.M.