QuattroCaniPerStrada

Post N° 201


-“ Gentile Sindaco, mi chiamo Robertino, mi dicono che ho circa 18 anni. Il nome me l'ha dato "Belli Capelli", il mio primo e unico padrone, che anche lui si chiamava Roberto.. Abbiamo fatto coppia fissa per anni. Lui poi ha lasciato la strada, io ci sono rimasto. Tra via Luna e Sole, via De Andrè mi conoscono tutti. Sono quello con l'occhio uno diverso dall'altro, uno chiaro e uno scuro. Non sono proprio una bellezza, anzi ultimamente sono decisamente fuori forma, grasso e appesantito. Ma ai miei tempi non ero affatto male.Ho gestito il raket di bistecche in zona Prunizzeda, ho scortato generazioni di scolari alle scuole di via Gorizia, insomma, alla veneranda età di 120 anni, oh pardon, di 18 nel calendario canino, di amici me ne sono fatto un sacco. Ho due anziane signore che mi riempiono la pancia di crocchette. ho l'esenzione delle spese sanitarie all'ambulatorio Luna e Sole, ho un'amica a quattrozampe che da cinque anni mi segue come un'ombra: la chiamano Bianchina, o Jolanda o Rimmel a seconda delle zone dove gironzoliamo. Poi da un anno si è aggiunta alla combriccola Benjie: è un fifone, ma si farà. Siamo un bel trio: per la maggior parte del tempo ci piace dormire nel parco dietro il Canopoleno. Ogni tanto, è vero, abbaiamo a qualche auto e a qualche moto, un po' rumorosa. Qualcuno, è vero, si è un po' spaventato, ma dopo tutto abbiamo la fedina pulita: mai dato un morso. Ora signor sindaco, questo è stato il Natale peggiore della mia vita. Io Bianchina e Benjie rinchiusi in una gabbia dal giorno della vigilia.Potrebbe metterci una buona parola per questa storia del cane di quartiere?Di parcheggiare costole e vecchiaia nel canile municipale, mi creda, non ne ho proprio voglia”.- (tratto da La Nuova Sardegna)Questa non è una favola,Robertino e i suoi amici esistono realmente.Vivevano liberi per i quartieri di Sassari fino a quando un esposto di “un unico cittadino” ha fermato il loro vagabondare:una lettera inviata al Comune, una alla Asl e una ai vigili urbani.Il contenuto più o meno questo: quel cane è pericoloso perché abbaia alle macchine e alle moto e spesso le insegue.Sono state sufficienti quattro righe scritte da una sola persona alla quale i cani non stanno molto a cuore e Robertino e i suoi due amici si sono ritrovati costretti in una gabbia.Il responsabile veterinario della Asl di Sassari,al quale sono arrivate le rimostranze delle due anziane signore che da almeno 10 anni non gli fanno mancare zuppe e crocchette; della veterinaria che l'ha castrato e che gli garantisce assistenza medica e dei duecento cittadini che abitano tra Prunizzedda e Luna e Sole che hanno sottoscritto una raccolta di firme per la sua messa in libertà,ha asserito :” Abbiamo ricevuto una segnalazione da un abitante di via De Andrè. Si lamentava di tre cani che abbaiano alle macchine in movimento. Secondo chi ha fatto l'esposto questi animali costituiscono un pericolo. L'Asl è obbligata a intervenire.- Non importa cioè se i cani  abbiano mai morsicato qualcuno o se siano realmente aggressivi. Il medico dell'Asl ha il dovere di prelevarli, darne comunicazione all'assessore all'ambiente, trasferirli in canile. Qui gli animali verranno microcippati: se gli va bene qualcuno li adotterà e si prenderà cura di loro,se gli va male, il loro mondo si restringerà per sempre a tre metri per tre.”All’ipotesi dei “reclamanti” di dichiarare i tre amici a quattro zampe come “cani di quartiere”,sempre lo stesso veterinario pretende che una di queste 203 persone lo dichiari a suo nome,ne diventi proprietario e quindi responsabile per eventuali danni che i tre cagnolini dovessero arrecare e questa è una richiesta che molti altri veterinari Asl e Comuni (compreso il mio) fanno a quei cittadini che vogliono usufruire di quanto lo Stato e le sue Leggi dichiarano,cioè tutelare legalmente i randagi ai quali accudiscono. Ma quanti di noi sono favorevoli ad assumersi questo onere?La Legge sul randagismo del 14/08/1991 N.281 26/06/2001 art.2, dichiara:2) durante i primi anni di applicazione e' stata sottovalutata l'importanza della legge, probabilmente a motivo del modesto supporto finanziario di cui la stessa era dotata e considerato che quasi tutti gli onerosi compiti ricadevano sulle Autorità territoriali le quali,nel frattempo, lamentavano difficolta' economiche anche per altre incombenti attività sociali e si rifugiavano dietro l'equivoco,allora non ancora chiarito, delle competenze tra i comuni e le ASL,che in verità si prestavano ad ambigue interpretazioni;3) l'eccessiva proliferazione canina, determinata dalla riproduzione naturale dei cani liberi e vaganti incontrollabile ed incontrollata, ha notevolmente incrementato il randagismo. Questa realtà ha indotto gli amministratori locali a ricercare soluzioni alternative individuate nell'ipotesi del cosiddetto "cane di quartiere". In concreto si tratta di catturare i cani randagi,curarli, tatuarli, sterilizzarli e reimmetterli nello stesso territorio dal quale sono stati prelevati; con l'obiettivo che detti cani hanno la possibilità di sopravvivere, in relazione alla loro notevole capacità di adattamento  e considerato il fatto che la gente del quartiere, non dovendosi attribuire l'onere della responsabilita' della proprieta' del cane, si adopererà per procurare al tradizionale amico dell'uomo i parametri minimi di convivenza: alimenti e alloggio di fortuna;Quindi c’è poco da prenderci in giro,qui non c’è da dare spazio a nessuna interpretazione,non è il cittadino che deve dichiarare il cane di quartiere come suo ma è necessario che si faccia quanto già si è fatto in altre città d'Italia: alcuni regolamenti comunali prevedono che sia una comunità ad assumersi la responsabilità del cane, e il proprietario legale è il Comune stesso. D'altronde un cane microcippato, in stato di libertà, senza guinzaglio, che sporca per strada, colleziona una multa al giorno. Chi potrebbe accettare il ruolo di padrone e titolare del microchip a queste condizioni? Qui c’è da porsi la solita domanda: ma in quale giungla viviamo,perchè le Leggi non vengono applicate,quante Italia ci sono in Italia,insomma,” CI’ CUMANN   DO’ ???!!!Bisognerebbe che ogni Comune prendesse spunto dal regolamento sui diritti degli animali che il Comune di Cosenza ha stilato,un grande segno di civiltà da parte di una citta del sud additata e criticata spesso per  altri motivi tristemente noti. http://www.comune.cosenza.it/municipalita/diritti_animali/diritti_animali.htm Ma tornando alle disavventure di Robertino, chi volesse adottarlo, o restituire la libertà a Bianchina o Benjie, può chiamare questo numero: 339-6093685