Una piccola postilla prima di inserire il post a tema:è dall'inizio di gennaio che ho problemi nel fare il login,infatti Libero mi consente di entrare senza difficoltà nella casella di posta ma,mille volte su una mi blocca l'accesso a tutti gli altri servizi,diconseguenza non posso scrivere post,non posso rispondere agli amici che...ahimè!!! sporadicamente mi lasciano un commento e, innervosita da questo boicottaggio e non volendo risultare come visitatore anonimo,non passo neanche dai miei amici e,lanciando l'improperio a tutti noi noto (si...proprio quello cha comincia con la F),chiudo Libero e navigo da altre parti.Chiudere questo blog sarebbe per me una scelta sofferta e spero che Libero,a cui ho mandato più volte mail alle quali non ho ricevuto risposta,risolva al più presto questo proble...mino!!!Un abbraccio fortissimo a tutti voi che passate.Anna
dal web:AgireOra Network
Una mucca "a terra": questa storia vi cambierà la vita
Il
camion che trasportava questa mucca fu scaricato al Walton Stockyards
nel Kentucky una mattina di un giorno di settembre. Dopo che gli altri
animali furono fatti scendere dal camion, lei era rimasta indietro,
incapace di muoversi. I lavoratori del mattatoio le applicarono come
d'abitudine il pungolo elettrico sulle orecchie per spronarla ad uscire
dal camion, poi la picchiarono e le tirarono calci sul muso, nelle
costole, sulla schiena, ma lei non si mosse.
Allora le strinsero una corda attorno al suo collo, legarono l'altro
capo ad un bastone piantato nel terreno, e fecero avanzare il camion.
La mucca fu trascinata sul pavimento del camion e cadde a terra,
rompendosi entrambe le zampe posteriori ed il bacino. Rimase lì fino
alle sette e mezza del pomeriggio.
Per le prime tre ore, rimase lì, urlando sotto il sole cocente. Ogni
tanto, dopo aver urinato o defecato, si trascinava con le zampe
anteriori sul sentiero di ghiaia per spostarsi in un posto pulito.
Provò anche a spostarsi verso una zona ombreggiata, ma non riuscì ad
arrivare così lontano. Dopotutto, poteva muoversi solo per una decina
di metri.
Gli operai del mattatoio non le diedero bere, e l'unica acqua che la
mucca ricevette le fu data da Jessie Pierce, un'attivista locale. Era
arrivata verso mezzogiorno, dopo essere stata avvisata da una testimone
che aveva assistito all'accaduto. Dato che i lavoratori non si
dimostrarono disposti a collaborare con lei, chiamò la polizia della
contea di Kenton. Il poliziotto che arrivò era stato avvisato dai suoi
superiori di non fare nulla; se ne andò verso l'una del pomeriggio.
Un operaio del mattatoio avvisò l'attivista che aveva ricevuto dalla
compagnia di assicurazioni l'autorizzazione per abbattere la mucca, ma
che non l'avrebbe fatto finché lei non se ne fosse andata. Jessie era
dubbiosa sul fatto che l'operaio avrebbe mantenuto la parola, ma se ne
andò verso le 15.
Quando tornò, verso le 16:30, trovò il mattatoio deserto. Tre cani
stavano attaccando la mucca, che era ancora viva. Aveva subito numerose
ferite, e l'acqua da bere le era stata portata via. Jessie contattò
allora la polizia di stato. Quattro ufficiali arrivarono alle 17:30.
L'agente Jan Wuchner avrebbe voluto sparare alla mucca, ma gli fu detto
che sarebbe arrivato un veterinario ad ucciderla. I due veterinari
dello stabilimento si rifiutarono di praticarle l'eutanasia; dissero
che per preservare il valore della carne, la mucca non avrebbe dovuto
essere uccisa.
Un macellaio finalmente arrivò alle 19:30 e sparò alla mucca. Il suo corpo fu venduto per 307 dollari.
Quando un operaio del macello fu intervistato da un reporter del
Kentucky Post, disse: "Non le abbiamo fatto nulla, dannazione!", e
definì le attenzioni rivolte alla mucca dagli altri operai e dalla
polizia come "stronzate". Rise durante tutta l'intervista, dicendo che
non c'era nulla di male nel modo in cui la mucca era stata trattata.
Ogni anno, milioni di polli, tacchini, maiali e mucche arrivano nello
stabilimento o già morti oppure troppo malati o feriti per camminare.
Questo non è un caso isolato. È molto comune che arrivino animali in
questo stato, tanto che è esiste un termine ben preciso per definirli,
"downer", cioè animali feriti, che non sono in grado di alzarsi e
camminare (NdT in italiano si possono definire animali "a terra").
Secondo le statistiche rese disponibili dalla stessa industria della
carne, ogni anno milioni di polli, tacchini, maiali e mucche arrivano
nei macelli o morti o troppo malati o troppo feriti per camminare. Gli
animali spesso si azzoppano o si ammalano dopo una vita di sfruttamento
negli allevamenti intensivi, e dopo un viaggio in condizioni disumane
verso il mattatoio, viaggio che spesso avviene in qualsiasi condizione
climatica e senza cibo né acqua.
Gli allevamenti non forniscono cure mediche individuali o eutanasia
agli animali malati: è molto più economico lasciar soffrire, ed infine
morire, gli animali.
La sofferenza causata dai metodi di allevamento, che hanno lo scopo di
contenere i costi della carne, delle uova e dei latticini, è enorme.
L'industria delle uova, per esempio, confina tra cinque ed undici
galline in piccole gabbie in batteria, senza curarsi del fatto che le
condizioni di affollamento causano malattie e morte a molti dei
volatili. L'esperto di industria aviaria Bernard Rolling riassume il
semplice e freddo ragionamento degli operatori di queste industrie con
la frase "i polli sono economici, le gabbie costose".
Fonte:
GoVeg.com, "Downed Cow: This Story Will Change Your Life"
http://www.goveg.com/downedcow.asp