Inceneritore Desio

PERCHE’ NO ALL’INCENERITORE


1. E' falso che l'inceneritore (sia quello vecchio che quello nuovo) sia "perfettamente sicuro" e non emetta emissioni nell'aria, come sostengono politici e amministratori locali. La realtà dei dati scientifici è che gli inceneritori (o “termovalorizzatori”) emettono nell’aria centinaia di sostanze tossiche, tra cui diossine, metalli pesanti, ossidi di azoto e polveri ultrafini. Un recente studio, finanziato dall'Unione Europea, condotto a Forlì sulla popolazione residente per almeno 5 anni entro 3,5 km da due inceneritori, ha evidenziato un aumento di mortalità nelle donne per tutti i tumori (da +17 a +54% a seconda del tipo di tumore). Un altro esempio è l’appello lanciato al governo francese nel settembre 2007 dall’Artac, Associazione francese per la ricerca terapeutica contro il cancro, affinché non vengano costruiti nuovi inceneritori, con tanto di ammonimento a non ripetere lo stesso errore dell’amianto. In particolare, il problema delle polveri ultrafini è davvero preoccupante. Sono polveri sottilissime che, una volta respirate, passano nel circolo sanguigno in pochi secondi per poi raggiungere tutti gli organi e tessuti del corpo. Il nostro organismo non è in grado di eliminare queste particelle inorganiche percui si ha un accumulo progressivo e irreversibile, con aumento di malattie del polmone, cardiache e cerebrali (nanopatologie). Purtroppo i filtri applicati agli inceneritori non sono in grado di bloccare le polveri di dimensioni inferiori ai 2,5PM (micron). C’è di più: le leggi in materia di inceneritori non prendono in considerazione queste sostanze inquinanti. Quindi gli inceneritori risultano “a norma di legge”, pur emettendo nell’ambiente una grandissima quantità di pericolose polveri ultrafini. L’unico vantaggio dell’incenerimento è quello di far sparire dalla nostra vista i rifiuti, non certo quello di eliminarli, poiché anche i rifiuti, purtroppo,  rispondono ad una delle più elementari leggi della fisica: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma (in questo caso i rifiuti si trasformano in ceneri e gas tossici).  2. L'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti nella nuova provincia di Monza e Brianza non deve passare obbligatoriamente dall'incenerimento dei rifiuti stessi. Esistono altre modalità più economiche e più ecologiche. La raccolta differenziata spinta con tariffazione puntuale ("meno rifiuti indifferenziati produco, meno pago") può portare in breve tempo al riciclo del 70-75% dei rifiuti (come succede per esempio a Novara).  La quota indifferenziata rimanente, può essere gestita da un impianto di Trattamento Meccanico Biologico, in grado di recuperare energia e materiali riutilizzabili dal 70% dei rifiuti in ingresso. Alla fine del processo, rimarrebbe solo il 10% dei rifiuti totali da smaltire,  resi inerti, cioè non nocivi dal TMB. Questi rifiuti possono essere utilizzati come materiale di riempimento oppure mixati al catrame nella produzione di asfalto oppure possono essere facilmente gestiti dall'attuale inceneritore (se proprio lo si vuole tenere attivo), in attesa che venga perseguita una seria politica di Riduzione alla fonte, Riciclo e Riutilizzo dei rifiuti (politica delle 3R), come previsto dall’Unione Europea, che negli anni renda inutile anche l’attuale inceneritore.3. I benefici legati al recupero energetico dell'inceneritore sono un mezza verità: con l'incenerimento dei materiali si ottiene, nel migliore dei casi, solo un quarto dell'energia usata per produrli, mentre con il recupero e il riutilizzo dei materiali stessi si eviterebbe di usare tutta l'energia necessaria per produrne di nuovi. Ecco il vero risparmio energetico.Bruciare dei materiali la cui produzione ha richiesto grandi quantità di energia per ricavarne piccole quantità di energia è una assurdità.   Da tempo chiediamo alle istituzioni locali un confronto pubblico su questi temi (non con noi, ma con medici indipendenti ed esperti privi di conflitti di interesse) ma ci troviamo di fronte ad un muro di gomma. Esistono interessi inconfessabili dietro la scelta dell’incenerimento?Gianmarco Corbetta