Inceneritore Desio

Presentazione prime firme in Provincia


Settimana scorsa ci siamo recati presso la sede della Provincia di Milano per consegnare le prime 2400 firme. Qui sotto trovate il comunicato stampa e la lettera allegata alle firme e destinata al presidente della Provincia Filippo Penati.  Considerando che siamo i primi in assoluto a richiedere un’assemblea pubblica alla Provincia e che si stanno avvicinando le elezioni provinciali della prossima primavera… qualche piccola speranza che la nostra richiesta non venga cestina io ce l’ho. Ora la palla passa a Penati… ma in attesa di una sua risposta, noi continuiamo a raccogliere firme! Gianmarco Corbetta---------------------------------------COMUNICATO STAMPA: PRESENTAZIONE PRIMA TRANCHE DI FIRME IN PROVINCIAIn data 2 ottobre è avvenuta la consegna delle prime 2400 firme alla Provincia di Milano da parte del Comitato per l’alternativa al nuovo inceneritore di Desio, nato su iniziativa degli Amici di Beppe Grillo di Monza e Brianza.Abbiamo deciso di consegnare rapidamente le prime firme in nostro possesso per spingere il Presidente Penati a bloccare al più presto l’iter di approvazione del nuovo inceneritore. Continueremo a raccogliere nuove firme ad oltranza (oggi siamo a quota 2550) finché non riceveremo risposta dal Presidente.Secondo quanto riferitoci dal ViceSegretario Generale delle Provincia, dottoressa Liana Bavaro, PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA DELLA PROVINCIA DI MILANO i cittadini esercitano il diritto previsto dall’articolo 7 dello Statuto Provinciale per richiedere un’Assemblea pubblica con i loro rappresentanti provinciali. L’obiettivo è quello di dare vita ad un dibattito, nella città di Desio, tra medici ed esperti del settore, di fronte a tutti i cittadini, in merito ai danni provocati alla salute dagli inceneritori e sulle possibili alternative concretamente realizzabili nello smaltimento dei rifiuti. In attesa che ci venga concessa questa assemblea, noi “un pezzo da 90” lo abbiamo già messo in campo: il Professor Federico Valerio, Direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova e massimo esperto di impatti ambientali della gestione dei rifiuti, è intervenuto all’Audizione del Comitato presso la Commissione Ambiente della Provincia, tenutasi il 16 settembre scorso, dimostrando in modo chiaro ed inequivocabile che la politica dell’incenerimento dei rifiuti è perdente dal punto di vista sanitario, dei costi, dei tempi di realizzazione e del bilancio energetico rispetto al riciclo e la gestione della parte indifferenziata dei rifiuti attraverso un impianto di Trattamento Meccanico Biologico (il video dell’audizione è on line sul nostro sito internet http://blog.libero.it/NoIncDesio). Proprio in ragione del nostro atteggiamento costruttivo e dell’onestà intellettuale del Presidente Filippo Penati, siamo certi che la nostra richiesta verrà accolta; anche alla luce del fatto che la nostra iniziativa non fa altro che richiedere che venga rispettata una legge dello Stato Italiano (legge 108 del 2001), che recepisce nel nostro ordinamento una Convenzione Internazionale in materia ambientale: la legge prevede dei diritti di informazione e partecipazione al processo decisionale per la costruzione, tra i vari casi, anche di “impianti di incenerimento di rifiuti urbani con capacità superiore a 3 tonnellate l’ora” . La legge stabilisce, tra l’altro, che “la partecipazione del pubblico avvenga in una fase iniziale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili e tale partecipazione può avere un’influenza effettiva”. Ovviamente nulla di tutto questo è stato fatto a Desio da parte delle amministrazioni locali fino ad oggi.Cordiali salutiGianmarco CorbettaComitato per l’alternativa al nuovo inceneritore di Desiohttp://blog.libero.it/NoIncDesio In allegatola lettera di presentazione delle firme indirizzata al Presidente Penati e agli Assessori all’Ambiente e all’attuazione della nuova Provincia di Monza e Brianza, Bruna Brembilla e Gigi Ponti.------------------------LETTERA A PENATIGentile Presidente, ci permetta un piccolo quesito: si immagini un giorno di andare per funghi e di raccogliere un fungo a Lei sconosciuto. Non è certo se è commestibile o velenoso. Nel dubbio, che fa? Lo mangia o lo scarta?  Siamo sicuri che Lei, come tutti, lo scarterebbe, seguendo il Suo buon senso e un ovvio principio di precauzione. Crediamo che lo stesso ragionamento valga per gli inceneritori di nuova generazione. Mentre su quelli di vecchia generazione (come quello attualmente in funzione a Desio) non c’è ormai alcun dubbio in merito all’associazione di tali impianti con l’aumento di frequenza di alcuni tipi di tumori nelle popolazioni residenti nelle vicinanze, su quelli nuovi la comunità scientifica è quantomeno divisa.  Ci sono intere Associazioni Mediche, come l’ISDE (International Society of Doctors for the Environment) o l’ARTAC (Associazione Francese per la Ricerca Terapeutica contro il Cancro) fortemente preoccupate per gli effetti sulla salute umana degli impianti di incenerimento dei rifiuti; quest’ultima è addirittura arrivata a lanciare un appello, nel settembre 2007, al Governo Francese per una moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori, invitando tutti a non ripetere lo stesso errore dell’amianto. Il Presidente dell’Associazione Italiana Epidemiologia, Professor Luigi Bisanti, intervenuto nel maggio scorso ad un convegno organizzato dalla Provincia di Milano sul tema rifiuti, nel position paper della sua associazione sostiene che “non sono ad oggi disponibili evidenze chiare di rischio legato agli impianti di nuova costruzione” ma giustifica tale affermazione dicendo “a causa del poco tempo trascorso dall’introduzione di nuove tecnologie di incenerimento e a causa della difficoltà di condurre studi di dimensioni sufficientemente grandi”; più avanti parla di “ricerca orientata verso metodologie di risk assessment che sono tuttavia bisognose di consolidamento metodologico” e della necessità di “avviare piani di sorveglianza sanitaria delle popolazioni residenti in prossimità di inceneritori con le migliori tecnologie disponibili già operativi o dei quali è prevista l’attivazione” Ci sembra tutto fuorché una posizione rassicurante. Partendo da questi elementi, il Comitato per l’alternativa al nuovo inceneritore di Desio sta raccogliendo le firme dei cittadini per esercitare i diritti previsti dall’articolo 9 e 7 dello Statuto Provinciale.  In primo luogo, la Petizione ex articolo 9, affinché Lei intervenga sulla società Bea S.p.A. per bloccare l’iter di costruzione del nuovo inceneritore. Condividiamo con Lei l’idea che il nostro territorio si renda autosufficiente nello smaltimento dei propri rifiuti e siamo d’accordo sul fatto che ci si debba dotare di soluzioni impiantistiche nuove al fine di evitare situazioni emergenziali come quella napoletana.  Le chiediamo quindi di indurre la società Bea ad orientarsi verso la costruzione di un moderno impianto di gestione a freddo dei rifiuti indifferenziati (Trattamento Meccanico Biologico). Messi a confronto con inceneritori con sistemi di termovalorizzazione, questo tipo di impianti presentano innumerevoli vantaggi sia sul piano dell’impatto ambientale/sanitario, sia su quello del bilancio energetico che su quello dei tempi e dei costi di realizzazione, come è stato recentemente dimostrato, in occasione dell’audizione del nostro comitato presso la Commissione Ambiente della Provincia, dal Professor Federico Valerio, Direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova (il video dell’audizione è reperibile sul nostro blog http://blog.libero.it/NoIncDesio).  Alle medesime conclusioni è giunto uno studio scientifico comparativo, commissionato dalla Provincia di Savona, sugli impatti ambientali e sui bilanci energetici messi a confronto dei termovalorizzatori e degli impianti di trattamento meccanico biologico.  In secondo luogo, chiediamo un’Assemblea ex articolo 7, da tenersi preferibilmente in Desio, al fine di dare vita ad un approfondito dibatto tra medici indipendenti ed esperti della materia, privi di conflitto di interessi, circa 1) gli effetti nocivi sulla salute pubblica provocati dagli inceneritori dei rifiuti, 2) l'individuazione di forme di smaltimento alternative, concretamente attuabili e  compatibili con il diritto alla salute dell'individuo e della collettività sancito dall'articolo 32 della Costituzione Italiana.  La nostra richiesta non è dissimile da quanto previsto dalla Convenzione Internazionale di Aarhus (recepita nel nostro ordinamento dalla legge 108 del 2001) che, tra i vari diritti di informazione e partecipazione al processo decisionale in materia ambientale (tra cui la costruzione di inceneritori di rifiuti) da parte dei cittadini, prevede che “la partecipazione del pubblico avvenga in una fase iniziale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili e tale partecipazione può avere un’influenza effettiva” (articolo 6, comma 4). Abbiamo deciso di presentare oggi le prime 2400 firme (per la precisione, 2396) perché il tempo stringe. Le chiediamo di intervenire con la massima urgenza, visti i tempi ormai ristretti che ci separano dall’avvio dei lavori di costruzione dell’inceneritore; abbiamo comunque intenzione di andare avanti ad oltranza con la raccolta firme, in attesa di un suo cortese riscontro. In definitiva noi siamo convinti che bruciare i rifiuti indifferenziati (cioè, in ultima analisi, carta, plastica, vetro, alluminio, metalli vari, tutti facilmente recuperabili con impianti appositi) costituisca un gesto barbaro e un’inutile spreco di materie, la cui produzione ha richiesto molta più energia di quanto si possa ricavare con la loro termovalorizzazione. Tale pratica non trova giustificazione scientifica neanche sul piano del bilancio energetico e delle emissioni evitate con il teleriscaldamento, vista l’enorme quantità di gas serra prodotte dagli inceneritori. In conclusione, Signor Presidente, le chiediamo di accettare questa sfida: portare la Provincia di Milano all’avanguardia nel panorama italiano della gestione dei rifiuti e svolgere una funzione innovativa e di esempio per il resto del Paese. Lei non può immaginare quanta gente abbiamo incontrato nelle piazze in questi mesi che, pur dandoci ragione, non ha voluto firmare la petizione perché sfiduciata dai politici (“tanto non cambia niente”, “tanto fanno sempre quello che vogliono loro”, “se ne fregano della nostra salute”…) Dimostri a queste persone che i politici non sono tutti “casta” ma sanno ascoltare i cittadini. Crediamo che tutti gli Italiani, alla lunga, Le sarebbero grati!  Contiamo molto sulla sua sensibilità e lungimiranza e siamo sicuri che accoglierà con favore la nostra proposta!  Grazie di cuoreI migliori saluti Gianmarco Corbetta