Inceneritore Desio

Monte San Pietro


In attesa del consiglio comunale di questa sera (mi raccomando, non mancate!), dove inceneritoristi di professione cercheranno di spiegarvi quanto è bello e buono bruciare i rifiuti e come non sia possibile fare più raccolta differenziata rispetto a quanto già facciamo, se non in tempi lunghissimi e con sforzi sovraumani, vi voglio raccontare la storia di Monte San Pietro, vicino a Bologna.Un paese delle dimensioni di Varedo dove è stato fatto un progetto di comunicazione per educare i cittadini alla raccolta differenziata spinta: 40 assemblee pubbliche, attività nelle scuole, attività di sportello presso gli uffici comunali e attività di tutoraggio: "in questo modo, sono state contattate telefonicamente 1800 famiglie; 2000, invece, hanno partecipato agli incontri e 3500 hanno ricevuto la visita dei tutor (ragazzi reclutati nello stesso paese che hanno seguito un percorso di formazione), mentre 200 sono stati i condomini visitati dai gestori per il posizionamento dei bidoni e 700 i bimbi che hanno partecipato alle attività didattiche." Perché i nostri politici dovrebbero affaticarsi con tutto questo lavoro, quando con "soli" 80 milioni di euro (nostri) si può costruire un bel cancrovalorizzatore e buttare lì il 45% dei nostri rifiuti? Che idioti quelli di Monte San Pietro di Bologna...Gianmarco Corbetta
di Salvina Elisa Cutuli - articolo tratto da www.terranauta.it"10.000 abitanti e un'amministrazione illuminata. In pochi mesi a MonteSan Pietro (BO) si è passati dal 25 all'80% di raccolta differenziata.E mentre in molti cercano siti per nuove discariche, loro ne chiudonouna. Com'è stato possibile tutto ciò? Grazie al coinvolgimento dellapopolazione.Monte San Pietro e i suoi cittadini sono l'esempio concreto che lecose possono cambiare anche in poco tempo. Basta solo volerlo.Non stiamo parlando di una città utopica ma di un piccolo comune inprovincia di Bologna, di 10.000 anime circa, riconosciuto anche comecomune virtuoso per i grandi risultati ottenuti grazie alla raccoltadifferenziata porta a porta partita nello scorso novembre.Tutto è nato dopo tre anni di lunghe e faticose trattative in seguitoalle quali il comune è riuscito, nel luglio 2007, a mettere in praticaun progetto che permettesse lo sviluppo e il diffondersi dellaraccolta differenziata. La sfida più grande poi, è stata quella disensibilizzare i cittadini attraverso un progetto di comunicazione chepotesse sostenerli in questo grande sforzo, da tempo annunciatodall'amministrazione ma fino ad allora mai concretizzato.Attraverso assemblee pubbliche (circa quaranta organizzate in modo daconsentire a tutti di poter intervenire, scaglionando i partecipantinel corso degli incontri), attività con le scuole, attività disportello presso gli uffici comunali e attività di tutoraggio, tutti icittadini sono stati resi partecipi ed incoraggiati a qualsiasi formadi sperimentazione e di condivisione. In questo modo, sono statecontattate telefonicamente 1800 famiglie; 2000, invece, hannopartecipato agli incontri e 3500 hanno ricevuto la visita dei tutor(ragazzi reclutati nello stesso paese che hanno seguito un percorso diformazione), mentre 200 sono stati i condomini visitati dai gestoriper il posizionamento dei bidoni e 700 i bimbi che hanno partecipatoalle attività didattiche.Questo è quanto è emerso dall'intervento di Manuela Ruggeri, Assessoreall'Ambiente del comune di Monte San Pietro, al convegno "RIfiuto:RIduco, RIciclo" tenutosi a Gambettola lo scorso 25-26 ottobre.Manuela Ruggeri - che nel mandato precedente, in qualità di Assessoreall'ambiente e sviluppo sostenibile, si era dedicata ad attivitàestrattive, produttive, promozione del territorio e pari opportunità -ha sottolineato più volte il risultato sorprendente ottenuto graziealla collaborazione dei cittadini e alla grande ricettività che li hacontraddistinti. Risultato ottenuto ancor prima che scoppiassel'emergenza in Campania e che si diffondesse, quindi, una maggioresensibilizzazione al problema rifiuti nelle popolazioni coinvolte inpercorsi simili a questo.Ma non è tutto. La Ruggeri spiega alla platea come nella presentazionedelle scelte ambientali che avevano spinto l'amministrazione ad optareverso questa nuova direzione, siano state inserite foto di discarichee di inceneritori, poiché il 90% degli abitanti di Monte San Pietronon sapeva esattamente cosa fossero e come funzionassero.Suscitare l'orrore, il disagio e il disgusto, a volte aiuta arimuovere quella patina di ignoranza che è causa di non attenzione, didisinteresse e di noncuranza, e che impedisce di filtrare la realtàtangibile e palpabile rendendola poco chiara e quindi sconosciuta.Ma non è stato tutto semplice. Inizialmente le persone avevanomostrato molte resistenze. In molti, ad esempio, si chiedevano: "comefaccio a buttare in bidoni così piccoli così tanta immondizia?" Cinquemesi dopo l'inizio della raccolta differenziata porta a porta, nonsolo le perplessità erano scomparse, ma i cittadini si sono dimostratientusiasti e soprattutto più consapevoli della produzione dei rifiuti,tanto da sollecitarne una riduzione a monte.Questa presa di coscienza e di consapevolezza da parte dei cittadinidi Monte San Pietro è in contrapposizione con il luogo comune secondoil quale "argomenti difficili" come quelli inerenti i rifiuti, ilriciclaggio e la raccolta differenziata, interesserebbero a pochepersone.Del resoconto di Manuela Ruggeri, infatti, impressiona la velocità concui le seguenti pratiche si sono diffuse:- il compostaggio dei rifiuti domestici, messo in pratica da millefamiglie e dai bimbi della scuola materna ed elementare;- il last minute market che consente di recuperare ciò andrebbebuttato via e che viene invece nuovamnte immesso nel circuito a finidi beneficenza;- un grosso gruppo di acquisto solidale sorto grazie al sistema delporta a porta e alle assemblee collettive attraverso le quali è natauna maggiore socializzazione tra i cittadini del piccolo comune;- il mercatino dell'usato gestito dai bimbi che, nel corso dell'anno,hanno realizzato questo evento insieme alle loro famiglie, con scambioe piccole vendite;- una maggiore distribuzione di contenitori per acqua alla spina e perdetersivi alla spina (quest'ultima in corso di allestimento).E fu così che la raccolta differenziata è passata dal 25,5% all'80%,mentre solo il 20% di rifiuti viene mandato in discarica. A talproposito la Ruggeri ha ricordato che "il prossimo anno, la discaricavicino Monte San Pietro verrà chiusa. Se potessimo avere un impiantoalternativo sarebbe davvero bello. Mi piacerebbe replicare il progettodella Poli (Carla Poli, titolare del Centro Riciclo Vedelago, inprovincia di Treviso, che pratica la raccolta differenziata al 99%,ndr) nella mia provincia".Sarebbe bello che queste parole piene di speranza diventassero realtàperchè, come ci dimostra lo stesso caso di Monte San Pietro, alla finenon è così difficile realizzare i sogni e smuovere gli animi dellagente per accelerare il passo verso un cambio di rotta che possagarantire un futuro alla vita umana su questo pianeta."