Inceneritore Desio

Colleferro... e dintorni


Riprendiamo la notizia già pubblicata l'altro giorno:(ANSA) - ROMA, 9 MAR 09 - Il Nucleo operativo ecologico (Noe) dei Carabinieri di Roma ha sequestrato i due termovalorizzatori dell' impianto di Colleferro . Sono state arrestate 13 persone per associazione per traffico illecito di rifiuti e truffa allo stato. Le ordinanze di custodia cautelare riguardano amministratori di societa' di rifiuti nel Lazio, in Campania e in Puglia: a Colleferro veniva smaltito ogni tipo di rifiuto, anche pericoloso, violando ''tutte le norme previste''.Non bisogna andare molto lontano per trovare precedenti:DAL CORRIERE DELLA SERA, 7-03-1992, pagina 47Desio Rifiuti d'oro, tutti condannati - Pene severe ai 9 imputati: 7 anni a Filippino Minacapelli, ex presidente dell' inceneritore; hanno intascato i 2 terzi delle somme versate da ospedali e dentisti per la distruzione delle scorie.Scandalo del Consorzio smaltimento di Desio: concluso il processo ma in Lombardia continua la guerra contro gli abusi nel lucroso traffico Tutti condannati. Si chiude cosi' il processo sul "business" del forno inceneritore di Desio, atto conclusivo di una complessa indagine della procura presso la pretura monzese. In totale ai nove imputati, accusati a vario titolo di truffa, furto, favoreggiamento, uso di atti falsi e smaltimento abusivo di rifiuti sono stati inflitti 27 anni e otto mesi di carcere. Il pubblico ministero, Alfredo Robledo, ne aveva chiesti 31. La pena piu' alta e' toccata all' artefice del maxi intrigo, Filippino Minacapelli, 42 anni, ex presidente socialista del Consorzio inceneritore brianzolo. Dovra' scontare 7 anni e due mesi. Oltre al pagamento delle spese dovra' risarcire anche 150 milioni al consorzio, costituitosi parte civile. Cinque anni e due mesi sono stati inflitti a Carmelo Laurendi, l' ex ufficiale sanitario di Desio, con alle spalle una vecchia condanna per droga. Tre anni anche per la segretaria del ragionier Minacapelli, Francesca De Luca, come pure per Antonino Rossini e Pasquale Palamara. E via scendendo fino ad arrivare ai 2 anni e due mesi di Giorgio Mazzucchetti, all' anno e dieci mesi di Ernesto Attanasio e ai nove mesi di arresto di Giovanni Giacobbe e Daniele Bartolini, l' unico ad aver ottenuto la sospensione della pena. Tutti restano in liberta' in attesa del giudizio d' appello. L' ultimo atto del dibattimento aperto il 2 ottobre ' 90 e protrattosi, con una lunga serie di interruzioni, per 31 puntate, e' andato in scena ieri, in pretura a Desio, davanti a banchi semivuoti. In aula erano presenti solo un imputato e qualche difensore. Il giudice Andrea Borrelli ha raggiunto una decisione sulla sentenza in sei ore e mezza. Alle 17.10 e' uscito dalla camera di consiglio e ha letto il verdetto. Nonostante molti "siluri" fossero stati lanciati contro l' impalcatura messa in piedi dalla pubblica accusa, la sostanza della requisitoria e' stata accolta. Alfredo Robledo e' soddisfatto: "Una sentenza equilibrata, che rende giustizia". Carmelo Atonna, avvocato di parte civile per il forno, va oltre quando commenta: "Un giudizio che calibra il bisogno di giustizia sociale con l' equanimita' della funzione giudiziaria". Ripercorriamo dunque la storia dell' "affaire" delle scorie ospedaliere, un giro che, se non fosse stato interrotto, avrebbe fruttato fior di miliardi. Il meccanismo architettato da Minacapelli (neoeletto alla guida del forno) e soci, era d' una semplicita' quasi disarmante. Un dedalo di societa' di copertura fra cui una, l' Asa, intestata alla moglie, provvedeva, con certificazioni fasulle, alla raccolta di medicinali scaduti presso le strutture sanitarie della Sicilia e gli studi dentistici di mezza Lombardia a un costo di 1750 lire al litro. Nelle casse del consorzio di smaltimento ne finivano pero' solo 700. La differenza era "l' affare". Con questo sistema sono stati inceneriti camion e camion di rifiuti. Poi, ci sono da calcolare tutte le altre scorie sparite misteriosamente nel nulla nel lungo viaggio attraverso l' Italia. Forse gettati in mare, forse abbandonati in qualche discarica abusiva del Mezzogiorno, chissa' ? Nel novembre dell' 89 vengono a galla i primi sospetti. Pochi giorni dopo le prime voci, il gruppo democristiano del consorzio convoca una conferenza stampa denunciando tutto all' opinione pubblica. Per l' intraprendente Minacapelli e' la fine. Il suo partito, il Psi, tra le cui file ha fatto una rapida e brillante carriera politica, lo espelle dall' oggi al domani. Ripercussioni La vicenda del forno che, secondo quanto ha piu' volte ammonito il pubblico ministero, puo' essere classificata come un "classico esempio di commistione tra politica e malaffare" ha avuto pesanti ripercussioni sull' assetto politico della zona. Dopo le amministrative di due anni fa, i seguaci del garofano si sono visti relegare all' opposizione quasi ovunque. Per Minacapelli, una sorte di Re Mida che pretendeva di trasformare i rifiuti in oro, il conto con la giustizia e' ancora aperto. Il 15 aprile dovra' comparire davanti ai giudici del tribunale di Monza per rispondere della falsificazione di un timbro, utilizzato per dimostrare all' ignara clientela che i rifiuti venivano termodistrutti negli impianti di Desio e di Busto. Arsizio. Viviana Magni-------------------------------------------------Desio. USL spegne l' inceneritorel' eccessiva disinvoltura nella termodistruzione dei rifiuti ospedalieri rischia di creare seri guai al Consorzio inceneritore di DesioL' eccessiva disinvoltura nella termodistruzione dei rifiuti ospedalieri rischia di creare seri guai al Consorzio inceneritore di Desio, cui aderiscono undici comuni della zona. Durante un sopralluogo, i tecnici della Usl 63 hanno scoperto che i locali dove operano i due addetti al caricamento delle scorie erano avvolti da una densa nube di fumo. Risultato? Lo smaltimento di garze, siringhe e medicinali scaduti e' stato immediatamente bloccato perche' ritenuto pericoloso per la salute dei lavoratori. Per valutare meglio la situazione, lunedi' e' attesa l' ispezione di un tecnico della Provincia.Corriere della Sera, 5 marzo 1994--------------------------------------------------Scorie fantasma In tribunale il forno di DesioNuovi guai giudiziari per Minacapelli Filippino, ex presidente del forno inceneritore. rifiutiNuovi guai giudiziari per Filippino Minacapelli, l' ex presidente del forno inceneritore di Desio. Gia' condannato dal pretore a 7 anni e due mesi di reclusione per smaltimento abusivo di rifiuti, truffa e furto, ieri e' stato chiamato in tribunale a Monza per rispondere di contraffazione di sigilli e falso ideologico. Minacapelli e' accusato, in concorso con la segretaria Francesca De Luca, di aver contraffatto il timbro del consorzio Accam di Busto Arsizio, e di averlo usato per certificare lo smaltimento (mai avvenuto regolarmente) di rifiuti provenienti da laboratori medici e dentistici. Nel secondo caso, Minacapelli deve rispondere assieme a Giorgio Mazzucchetti, del Centro Ecologico Nazionale, di falso ideologico: grazie a una bolla falsa, avrebbero fatto registrare al consorzio un' operazione di smaltimento mai avvenuta, facendo figurare come committente la cooperativa Panda, che si e' costituita parte civile. Il processo riprendera' il 6 maggio.27 febbraio 1993 Corriere della Sera