Inceneritore Desio

Grazie Gianmarco per questa ennesima iniziativa che ti vede come sempre in prima linea per la nostra battaglia di civiltà e democrazia! MIKY

Grande Gianmarco ... BLOG, mica bilottate!

Ciao, un'informazione pratica. Da cittadino desiano vorrei firmare sia la petizione che la richiesta di assemblea. Dove posso trovarvi, nel prossimo weekend? Grazie ancora. Giovanni

Ciao Giovanni, grazie del tuo interessamento. Innanzitutto puoi scaricare e stampare il modulo firme su questo blog, nella parte alta scritta in blu. Si tratta di un unico modulo che vale sia per la petizione che per la richiesta di assemblea pubblica. Firmalo e magari fallo firmare anche da amici e parenti! Poi controlla periodicamente il sito. Metteremo tutte le date dei banchetti. A breve ufficializzerò la nostra presenza in Via Garibaldi per domenica 5 ottobre nel pomeriggio. A presto Gianmarco

prova

E’ confortante vedere che ci sono persone che riescono a sollevare lo sguardo oltre il display del video-cito-futil-telefonino ultimo modello e a impegnarsi per qualcosa di più a lungo termine che non sia il decidere dove passare le prossime vacanze. L’argomento rifiuti è sicuramente complesso (nel caso dell’inceneritore oserei dire “scottante”...scusate la battuta, ma non ho resistito) e di non facile soluzione. Ed è per questo che volevo invitarvi ad alcune riflessioni franche e magari anche un po’ fastidiose. Innanzitutto sull’argomento vi consiglio caldamente di leggere due libri, che trovate in biblioteca: • L’Italia sotto i rifiuti. Brescia: un monito per la penisola (Marino Ruzzenenti) • La vita ridotta all’osso (Leo Hickman) Il titolo del primo libro è autoesplicativo. Il secondo libro racconta la cronaca di un giornalista londinese che tenta di vivere una vita normale, “all’occidentale”, riducendo al massimo la produzione di rifiuti. Questa è secondo me la base di tutto, la regola aurea: il problema dei rifiuti si può, e si deve, arginare producendo meno rifiuti! Il riciclaggio si può spingere fino a certi livelli, oltre i quali non si riuscirà mai ad andare, per motivi tecnici e soprattutto di mentalità delle persone. La vera soluzione è produrne il meno possibile. Con questa linea guida in testa mi sono fatto alcune domande che portano alle riflessioni di cui sopra. Nel totale dei rifiuti prodotti annualmente, qual è la percentuale di rifiuti “domestici”? E quale quella dei rifiuti provenienti da industrie, uffici, artigiani, supermercati, ospedali, ecc.? Qual è la percentuale di riciclaggio di questi rifiuti? Questa domanda me la sono fatta ricordando un’altra notizia letta recentemente: la percentuale di acqua utilizzata per usi domestici è il 15% del totale (il resto: 45% agricoltura e 40% industria) se ricordo bene le percentuali. E’ un dovere ridurre al minimo gli sprechi di acqua in casa, ma mi sembra di togliere un bicchiere dal mare.....”Cara! La pellicola trasparente va nella plastica o nel secco?” e intanto il gommista all’angolo molla 200 treni di gomme in discarica ABUSIVA....(vedi cronache recenti: Desio, Seregno...). Limitandoci a parlare di rifiuti domestici volevo concentrarmi su tre oggetti ponendo tre domande: 1. Quante persone bevono acqua del rubinetto (analizzata in un anno molte più volte che le acque in bottiglia!) rinunciando alle dannatissime bottiglie di plastica? 2. Quante persone utilizzano una borsa riutilizzabile per fare la spesa? Ogni anno vengono prodotti MILIARDI di sacchetti di plastica. E sappiamo tutti che fine fanno. 3. Quante persone che hanno figli piccoli utilizzano pannolini riutilizzabili? Esistono, ne parla anche Hickman nel suo libro, ma pare non siano il massimo della comodità (e dell’odore…). Ci sarebbero altre decine di esempi: dalle confezioni di tetrapak del latte alle vaschette di plastica con dentro tre fette di salame; dalle merendine che prima di morderle devi scartare sette rivestimenti ai giornali gratuiti che dalle 9:30 in poi rivestono i pavimenti delle stazioni del metrò anziché essere riciclate. Ma sono taaaanto comodi questi oggetti! Come rinunciarvi? Sono convinto che si debba far sentire la propria voce di cittadini alle istituzioni ridicole che abbiamo; solo loro possono (potrebbero...) vigilare e imporre dei miglioramenti, soprattutto per i rifiuti non domestici. Però è inutile chiedere altre leggi che poi non si riescono, o vogliono?, far rispettare. Da quanti anni c’è una legge NAZIONALE sulla raccolta differenziata? Siamo noi a dover agire singolarmente, facendo un bell’esame di coscienza. Sarebbe bello (troppo bello per essere vero!) che tutti si ponessero domande simili e agissero di conseguenza. In particolare mi auguro che se le siano poste (queste e mille altre) le persone che hanno firmato la petizione e che leggono questo blog. Altrimenti, questa iniziativa rischia di puzzare solo come un ennesimo “NIMBY”. In bocca al lupo!!!!!!

Concordo su tutto. Non è solo un problema impiantistico ma anche e soprattutto culturale. La sindrome nimby è estranea al nostro comitato, abbiamo un approccio propositivo al problema... a partire dal nome che ci siamo dati. La credibilità che ci stiamo faticosamente costruendo sta proprio nel non essere una mera protesta ma una proposta alternativa, molto più valida da tutti i punti di vista! Se i politici non ci hanno ancora massacrato è proprio perché per il nostro atteggiamento costruttivo. Non gli resta che ignorarci, fino a quando potranno farlo? Gianmarco