New Deal

Post N° 123


Stavo riflettendo su quelle che il buddismo definisce le quattro sofferenze fondamentali e cioè nascita, malattia, vecchiaia, morte comprendendo in queste, se ho ben capito, anche la perdita delle persone care. Mi è venuto spontaneo pensare che specularmente a queste quattro sofferenze esistono delle gioie e cioè la vita, la salute, la giovinezza, la buona vecchiaia, la serenità. Ho riflettuto inoltre che sul fatto che tutte queste quattro situazioni così come le situazioni speculari sono indipendenti dalla nostra volontà. Accadono e basta. Nessuno decide di nascere, ne decide di esser sano o malato, non decide di invecchiare e, tanto meno decide se morire o meno e non decide dove, quando e come. Mi viene da concludere che la sofferenza, così come la felicità, sono qualcosa che parte dalla parte più ancestrale della nostra anima. Sono un qualcosa che è completamente fuori dal nostro controllo. Faccio un esempio, il primo piccolo passo che ho deciso di fare in questo “New Deal” è stato l'iniziare la Dieta per rimettermi in forma e far pace con il mio corpo ma non vi sono dubbi che l'ottenere questo risultato non può che essere conseguenza di un impegno, di costanza, di sacrificio. Credete che sia possibile che domani mattina mi svegli dimagrito di 10Kg? È impossibile! Però è possibile che domani io cada dallo scooter e muoia eppure oggi sto benissimo e non vi sono segnali che potrebbero farmi presagire che quelle che sto vivendo sono le ultime ore della mia vita però potrebbero esserlo e io non lo capirei sino all'ultimo. Cosa intendo dire con ciò? Intendo dire che ci sono un sacco di cose che suppongo mi renderebbero felice o triste ma che in realtà non lo fanno, lo fanno per un tempo limitato e solo superficialmente e vi sono al contrario delle cose che cambiano la vita radicalmente e su queste nulla può fare l'uomo. Le cose che cambiano le cose radicalmente non debbono essere necessariamente negative, per carità, ma sono sempre, sempre svincolate dalla nostra volontà. Se io faccio una dieta e la rispetto in tutte le sue regole otterrò, dopo il tempo necessario, come risultato il dimagrimento ma se io faccio una vita sana e controllata non otterrò necessariamente la salute e sicuramente non eviterò la morte. Se io mi abbellisco a dovere me stesso è probabile che riesca ad avere una donna ma non è implicito che io riesca a ricevere l'amore di cui ho bisogno così come non è implicito che io riesca a provarlo.I sentimenti che compongono alla base le nostre sensazioni sono incontrollati e incontrollabili, non ci si può imporre di esser felici, tristi, innamorati. Mi vien da pensare che effettivamente io viva sotto a una corteccia di condizionamenti culturali, di piccole grandi ossessioni, di erronee convinzioni e aspettative. Mi domando, se eliminassi dalla mia vita condizionamenti, ossessioni, convinzioni e aspettative sarei felice? La mia vita cambierebbe davvero se cercassi di ricondurmi alla mia natura di piccolo e fragile agglomerato temporaneo di neutroni, protoni ed elettroni? Sono davvero così diverso da un sasso? Infondo se io e il sasso venissimo divisi nei nostri mattoncini fondamentali (non i più piccoli) otterremmo in entrambi i casi tre scatole... neutroni... protoni... elettroni... cosa cambia?