New Deal

Post N° 129


 ...difficile ricominciare...Indubbio che apporre l'ultimo punto su un capitolo della propria vita, voltar pagina e iniziare a scrivere nuove pagine può essere entusiasmante ma anche assai difficile. Difficile dico...?... perchè difficile? Cosa c'è di difficile? Penso che la prima “sofferenza” stia nel venir meno della quotidianità, delle abitudini, delle consuetudini, il venir meno delle sicurezze che, seppur basate
su principi sbagliati, sempre sicurezze restano ed essendo ben definite ed avendo i contorni chiaramente tracciati risultano alla fin fine concrete e tangibili dando la sensazione di possedere qualcosa al contrario dell'incertezza che, seppur carica di aspettative è l'ignoto del domani, è ciò che non si conosce, è la paura del buio, del diverso, del confronto, del mettersi in discussione, del fallimento. Potrei dire che il primo blocco di sensazioni lo si può immagine come costituito da due principi basilari: la crisi d'astinenza e la paura dell'ignoto.La seconda “sofferenza” penso stia nello sforzo che richiede il cambiamento. Psiche e soma vengono inevitabilmente coinvolti in diverse fasi, con diversi ruoli e con peculiari trasformazioni. Voltando pagina, come in un libro, non è possibile riprendere quanto precedentemente detto e ribadirlo o metterlo giù sotto diversa forma... che razza di libro verrebbe fuori?
Seppur molti aspetti rimangono come, ad esempio la trama (e cioè la vita) o alcuni personaggi, le nuove pagine debbono contenere nuove idee, nuovi fatti, nuovi personaggi. Se per uno scrittore è difficile inventare con la penna quanto la sua fantasia può partorire senza legame alcuno con le regole della vita, del caso, dei fatti e dei fattori scrivere un nuovo capitolo essendo soggetti a tutte quelle che sono le regole della vita diventa molto più complicato. Le cose non vanno come vorresti, non ti capitano gli eventi eccezionali, il tuo destino non ti travolge risucchiandoti in nuove pagine della tua esistenza... non è detto che tu ne esca vincitore e comunque la grande spinta, il new deal, deve partire da te e questo comporta indubbiamente un sacrificio. Hai la forza e le risorse necessarie per dare il via alla rivoluzione? Secondo blocco di sensazioni: inerzia e scoraggiamento.La terza sofferenza è forse la più devastante, l'astinenza, la paura dell'ignoto, l'inerzia e lo scoraggiamento rischiano di farti rimanere immobile a fissare quell'ultimo punto posto a seguito di quell'ultima parola di quell'ultima frase attendendo che la pagina si volti da sola e che il nuovo capitolo inizi a scriversi autonomamente. Se accade questo è il dramma! E da qui è dura uscirne. È dura uscirne perchè per prima cosa alla terza sofferenza vi si arriva dopo parecchio tempo dalla messa dell'ultimo punto e quindi le sensazioni si sono assai ovattate... idealizzate... modificate... ciò che è fuori si mischia con ciò che è dentro... il fatto, le conseguenze, le cause e la situazione in quel momento diventano una distesa desolata senza proprietario, un'immensa proprietà suddivisa in mille e mille piccoli eredi. I propri pensieri vengono dominati dai rancori e dalle delusioni del passato che sopperiscono alla paura dell'ignoto e alla crisi d'astinenza ma il tanto tempo passato ti toglie il diritto di sfuriare sinceramente quindi recrimini su qualcosa che non esiste più da tempo e nessuno ti presta più attenzione, nessuno ti ascolta, nessuno da più importanza a quel qualcosa che è così distante togliendoti il diritto alla scusa per al tua indolenza. Ti rendi conto a
quel punto che in tutto quel tempo avresti potuto costruire un qualcosa di nuovo, adesso ti servirebbe all'istante ma Roma non è stata costruita in un giorno... come un astronomo che guarda stelle che in realtà potrebbero non esistere più da milioni di anni e ciò che vedono è solo la luce emessa dal pianeta un sacco di tempo fa tu continui a guardare le ultime sensazioni lasciate dal passato come se fossero il presente, ti interroghi sui “perchè?”, cerchi i modi per rifarti nei confronti di quella situazione ma alla fin fine capisci che il nocciolo è altrove. Terzo blocco di sensazioni: vivo in un mondo che non esiste più da tempo. Depressione. Combatti nemici immaginari... che non esistono, non esistono più da tempo. Come puoi vincere?Come evitare di cadere in questo baratro? Provo a darmi qualche consiglio...Ovviamente prevenire è meglio che curare quindi la prima cosa da combattere solo le “crisi d'astinenza” e le “paure dell'ignoto”. Bene! Come fare?Crisi d'astinenza: come si fa a smettere di fumare? Per prima cosa si butta
il pacchetto di sigarette e tutto ciò che al rito del tabacco è legato. Bene! Se bisogno disintossicarsi da un periodo della propria vita gettare tutto ciò che ad esso è legato e quindi fotografie, ricordi vari come regali o regalini, biglietti, lettere, e-mail insomma, tutto ciò che potrebbe saltar fuori all'improvviso e innescare la voglia di ricordare. Quando si smette di fumare penso non sia utile frequentare fumatori quindi... evitare qualsivoglia contatto con chicchessia che possa in qualche maniera essere legato al periodo che si vuole superare. Farsi nuovi amici, nuove abitudini, frequentare posti nuovi. Evitare assolutamente di andare in luoghi legati al passato come ristoranti, pub, locali o comunque fare cose simili a quelle che si sono fatte nel periodo precedente. Scontato ma essenziale, evitare assolutamente di comprare un pacchetto di sigarette da tenere nel cassetto, evitare di mettersi a fumare la pipa o il sigaro, evitare di sostituire la dipendenza dalla nicotina con quella, per esempio, dall'alcool... quindi evitare di cercare di dolce concilio con il passato se di fondo c'è il desiderio di non staccarsene, evitare di cercare di ricreare il passato cambiando i soggetti... ne verrebbe fuori un casi bestiale. Consiglio che viene dato per le diete e che può esser anche qui applicato: se ti vien fame cerca una cosa da fare e rimanda a dopo quell'attività lo spuntino... superato il momento di debolezza. L'idea guida dovrebbe essere “Rivoluzionare la propria vita e le proprie abitudini”
Paura dell'ignoto: la parola all'esperto “La “Altra responsabilità ce l’hanno i sogni: i bambini che si svegliano dopo un incubo, con grande difficoltà capiscono che quelle immagini, quelle storie che l’hanno spaventato sono solo nella loro testa e non nella realtà. Per questo è necessario, in questi casi accendere le luci, far loro bere qualcosa di caldo, come un bicchiere di latte o una camomilla, ma soprattutto parlare loro di eroi positivi, o di storie divertenti”
paura del buio è una paura tipica dei bambini, per varie ragioni. In primo luogo infatti essi si rendono scarsamente conto della realtà che li circonda e non capiscono ad esempio che quei rumori che emettono gli armadi di notte sono del tutto normali e dovuti agli assestamenti delle lastre di legno, in seguito agli sbalzi termici, o all’umidità… Il bambino non capisce tutto questo e quindi, nella sua semplificazione mentale, pensa che sia accaduto qualcosa di magico, di sovrannaturale, che genera apprensione perché pieno di mistero. Un altro motivo per cui i piccoli hanno paura è che, da sempre, gli raccontiamo storie, o gli facciamo vedere programmi televisivi, che raccontano storie piene di mostri, fantasmi, lupi neri e così via...” -  Tornando a noi... cercare di non abbandonarsi all'irrazionalità, cercare di essere quanto più obiettivi nei riguardi del futuro, obiettivi ma ottimisti o ben intenzionati. Non aspettarsi cose irrealizzabili, troppo grandiose e al contempo non abbandonarsi all'ingiustificata paura che tutto andrà male. Effettivamente perché dovrebbe andare tutto male? Il domani, nel bene e nel male, è imprevedibile... quindi tanta sicurezza si può avere per il fatto che non ci sarà felicità alcuna quanto per il fatto che la felicità dominerà la nostra vita, più realisticamente si può pensare che entrambe le cose, in maniera alternata, coloreranno la nostra vita. Per sfruttare le buone occasioni che la vita ci offre è necessario esser in qualsiasi momento pronti a coglierle, è come un centometrista che non conosce l'ora, il giorno, il mese e l'anno della gara delle olimpiadi nella quale può giocarsi la medaglia d'oro... ha due possibilità: attendere che gli comunichino la data per iniziare ad allenarsi o tenersi continuamente pronto come se la gara fosse il giorno successivo. Cosa cambia? Il corridore allenato saprà sfruttare l'occasione al meglio anche se gli diranno che deve scendere in pista da li a 10 minuti... il corridore che ha atteso la comunicazione della data sarà, quanto meno, fuori forma se non talmente distante da quel mondo da esserne oramai avulso. L'idea guida dovrebbe essere: tieniti pronto, domani potrebbe accadere qualcosa di straordinario e devi essere pronto a coglierlo