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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 19 Giugno 2006 da melvana

E’ UNA NORMA LE PROCEDURA DELL’UNPLUGGED videoregistrare le prove/il soundcheck per ogni show. La cassetta delle prove dell’Unplugged dei Nirvana raccoglie delle rivelazioni. Più di chiunque altro, Cobain sembra stanco. La sua faccia riflette la chiara stanchezza della strada che si impadronisce dei musicisti dopo mesi e mesi di avere a che fare con strani posti, situazioni sconosciute e anche persone sconosciute. Durante le prove, l’umore di Cobain varia da moderata puttanaggine sugli errori tecnici ad impassibilità, il senso dell’umorismo attraversò tutto il processo. Domanda il secondo numero delle prove, “About A Girl,” per fermasi bruscamente, chiedendo, “Quante altre volte capiterà quel fottuto feedback quando giro la mia testa a sinistra?” Poi richiede il Finger-Eze per aiutarlo a rendere liscio per l’assolo della canzone: “Conosci questa paraculata? E’ tipo gel anale.” Dopo spiega che non ha mai usato il lubrificante della tastiera prima, ma che la sua “zia country e western” usava fare così. Tuttavia sa abbastanza  per specificare che vuole quello a sfera invece dello spray. “Dio, sto diventando schizzinoso oggi,” dice con finta auto-derisione.

Tutta la band sembra abbastanza divertita nel ricevere il trattamento di superstar da MTV. “Uh, la mia candela si è spenta. Qualcuno può accendermela?” chiede Dave Grohl ad un certo momento con teatrale ultra-professionalismo. “Questa fottuta sabbia è ridicola,” dice Cobain della sostanza in cui i candelabri e i vasi erano ancorati.

Quello in cui ci si imbatte inconfondibilmente nella videocassetta da il grado di quanto Cobain avesse cura dei Nirvana. Dice a Dave Grohl che quando canta piano e diretto a lui di suonare più forte in parecchi frangenti. Si rivolge a Pat Smear di non cambiare il volume del suo amplificatore. E sebbene sia conosciuto per la nonchalance punk del suo approccio con la chitarra, il video delle prove mostra che Cobain può essere piuttosto ossessivo sull’intonazione e sulla strumentazione. Entra in un lungo dibattito con un tecnico sulle varie qualità dei suoi due Electro-Harmonix Echo Flangers. Poi chiede sulla possibilità di acquistare un ricambio della testata della sua Martin. “Queste non sono buone testate,” osserva tristemente.

Come le prove proseguono, i problemi nel set presto diventano ovvi. Uno nel prima menzionato “Man Who Sold The World.” Cobain non sembra riuscire a passare il primo ritornello senza sbagliare il passaggio delle corde. “Scusate,” dice agli altri. Provano più volte la canzone ma non riescono a farla tutta in una volta. Alla fine decidono di andare oltre.

“Che cosa facciamo dopo, Scott?” urla Cobain nell’oscurità davanti la sua faccia. Tra tutte le persone sul palco, Litt è l’unico a cui sembra sottomettersi. La band passa ad una performance impeccabile di “Polly” e ad una metà di “Dumb” prima che un casino con il monitor porta le cose a fermarsi. “MTV Poltergeist,” dice Cobain. I problemi si fanno sentire di nuovo quando passano a “Pennyroyal Tea.” Pat Smear persiste nel risolvere la sua parte vocale nel ritornello con una evidente nota sbagliata. Di nuovo, la band prova la canzone ripetutamente, senza successo. La provano con Grohl a suonare la chitarra di Smear così lui si può concentrare sulla sua armonia. Ma non funziona lo stesso. La situazione cresce penosamente richiamando alla mente l’infausto “Bé, fottimi, Reg” Troggs la cassetta delle prove, le copie bootleg della quale erano solite circolare tra i musicisti. Di nuovo, la band decide di andare oltre senza risolvere il problema.

“Jesus Doesn’t Want Me For A Sunbeam” esce infinitamente meglio. Ma Cobain sembra ancora non contento. Chiama qualcuno di nome Amy (forse la Amy Finnerty menzionata nelle note del CD Unplugged): “Amy, ti puoi sedere di fronte quando suoniamo?” chiede Cobain. “Tu e Janet e tutti quelli che conosco?” [Presumibilmente Janet Billig, del management dei Nirvana.] Perché odio gli sconosciuti.”

L’arrivo sul palco dei “Fratelli Meat” accende di molto l’umore. Le loro tre canzoni vanno bene, e le prove si concludono con una sicura lettura di “All Apologies.” I Nirvana lasciano il palco avendo provato 11 delle 14 canzoni della loro scaletta.

Secondo Alex MacLeod, l’atmosfera del dopo-soundcheck era abbastanza tesa: “Erano ancora come, ‘Oh mio Dio, non abbiamo provato abbastanza. Oh merda, lo sputtaneremo completamente.’ “ Dopo aver lasciato il palco, la band si ritirò nelle stanze di sopra negli impianti della Sony per un pausa cena di due ore. Durante la cena, la delicata questione della set list si presentò di nuovo. Alex Coletti racconta: “C’era questo sottointendimento del ‘cercare di far fare a Kurt più canzoni famose’ che prevalse tutto il giorno tra me, il mio capo ed il management. L’altra cosa era che stavamo facendo molta pressione a Scott Litt, tipo, ‘Hey vedi se riesci ad avere più canzoni da loro, o migliori canzoni.’ Di nuovo, non sto dicendo che era la cosa giusta da fare. Penso che quello che abbiamo fatto è stato grande. Kurt a solo scelto di farlo in maniera diversa. Credo che non era la strada su cui eravamo tutti in sincronia. Non che lui andava in una direzione del tutto sbagliata.”

Alle 8:30 quella sera, gli spettatori furono “fatti entrare,” come dicono ad MTV. Come si è scoperto, molte delle sedie in prima fila furono date ai membri del fan club dei Nirvana dell’area di New York – probabilmente non facce familiari a Cobain, ma lontano da ostili. Le registrazioni cominciarono alle nove. In qualche modo, magicamente, gli errori dal soundcheck semplicemente sembrarono svanire. “Garantisco che manderò all’aria questa canzone,” Cobain nervosamente annuncia prima di cominciare “The Man Who Sold the World.” Ma non lo fece. Anche il problema di “Pennyroyal Tea” si risolse da sé. “La devo fare da solo o cosa?” Cobain domanda. “Falla tu,” urla Dave Grohl, afferrando l’opportunità. Questa decisione improvvisata dell’arrangiamento contribuì molto all’atmosfera informale, intima dello show. Cobain fece una memorabile performance della canzone che è stata sempre uno delle più affettive dichiarazioni del suo alienamento e scontento.

Da qui, Cobain sembra crescere più rilassato e confidenziale. Uno dei temi degli scherzi durante il soundcheck – “il trattamento da superstar” di MTV – finì col funzionare bene anche durante lo show. “Non siamo, tipo, una ricca rock band?” dice Cobain quando tutti aspettano per una delle chitarre dei Meat Puppets di essere portata su. “Non dovremmo avere milioni di chitarre?”

Al contrario dell’informale, atmosfera scherzosa, Coletti ricorda che le riprese dell’Unplugged dei Nirvana conciso e libero di problemi. “Con molti degli Unplugged, tendevamo a riprovare durante il set, fare un chiacchiera e poi fare qualche canzone di nuovo. Ma questo fu veramente una battuta sola – tutte le canzoni, di seguito, in un’ora.”

Cobain lasciò tutti gli stop sulla canzone finale – un incantevole versione di “Where Did You Sleep Last Night,” una canzone tradizionale registrata da un altro dei suoi eroi musicali, l’archetipo del cantante folk americano, Leadbelly. Avendo fatto soffrire, gridato giustizia per la ballata con l’ossessione della morte, Cobain abbandonò il palco, per non tornarci più.

“Ho cercato di fargli fare un bis,” ricorda Alex Coletti. “Avevo Dave, Chris e Pat pronti per farlo. Ma Kurt non lo era. Stavo solo facendo il mio lavoro per MTV in quel momento, cercando di avere una canzone extra alla fine, per vedere se la notte avrebbe prodotto una gemma in più. La discussione andò avanti per circa cinque minuti. Alla fine Kurt disse, ‘Non posso superare l’ultima canzone.’ E quando lo disse, tornai indietro. Perché sapevo che era vero.”

L’ULTIMO DIRITTO

LA STORIA DENTRO “YOU KNOW YOU’RE RIGHT,” L’ULTIMA CANZONE CHE KURT COBAIN E I NNIRVANA HANNO REGISTRATO. [9]

L’ultima domenica del gennaio 1994, Kurt Cobain sedeva in una pizzeria a Shoreline, Washington, raccontando barzellette e ridendo così forte che il latte gli uscì dal suo naso. Stava raccontando, forse per l’ultima volta, una delle sue preferite storie del tour dei Nirvana, incluso il racconto di come un intossicato Eddie Van Halen era entrato nel backstage e chiesto di suonare con la band. Il racconto, che portò Cobain a respingere i Van Halen, fu ripetuto per il beneficio dei compagni di band di Cobain – il bassista Krist Novoselic e il batterista Dave Grohl – così come il produttore Adam Kasper e il proprietario dello studio Robert Lang, tutti i quali erano in pausa dalla sessione di registrazione.

La storia era una delle preferite di Cobain, forse perché dimostrava quanto potere esercitava nell’industria musicale. Kurt era cresciuto idolatrando i Van Halen, ma in un notevole colpo d’ironia, il grunge aveva fatto crollare il metal come stile del momento e Cobain era diventato il principe della musica – lo studente ora maestro. La presa in giro fu sia crudele che divertente, tipico del senso dell’humor distorto di Cobain. “Fu divertente,” ricorda Robert Lang. “Eravamo sul pavimento a ridere.”

 

Un’ora dopo il gruppo riunitosi ai Lang studio e registrava “You Know You’re Right,” l’ultima canzone che Cobain e i Nirvana hanno registrato. Il nastro della canzone rimase in cantina per quasi otto anni, ma nel 2001 divenne il centro di una complicata battaglia legale tra Courtney Love e Grohl e Novoselic per il controllo dell’eredità della band. Sebbene nessun fan dei  Nirvana avesse sentito “You Know You’re Right,” la canzone velocemente si alzò a stato mitico. Quando progredì il caso alla corte e attirò l’attenzione dei media internazionali – ad un punto Grohl e Novoselic cercarono di forzare la Love a farla sottoporre ad una rivalutazione psichiatrica – divenne una delle più discusse canzoni inedite nella storia del rock, cattivo prima di esso.

Poi sabato, 21 settembre 2001, quasi 11 anni del giorno dopo l’uscita di Nevermind, la Love annunciò che la battaglia legale era terminata. Il suo accordo con Novoselic e Grohl permetteva un uscita in autunno di un CD greatest hits dei Nirvana di 14 tracce, che avrebbe anche contenuto “You Know You’re Right.” “Il feudo dei Nirvana è finito, perciò pace,” scrisse la Love in un post sul suo sito web. “Abbiamo risolto la cosa.” Successivamente un uscita stampa promise un box set di rarità nel 2004, e una video cassetta ad un certo punto subito.

 

Solo questo sarebbe stato sufficiente a riportare a galla i fan dei Nirvana, ma il giorno seguente l’annuncio della Love, molti sentirono qualcos’altro sulle loro radio anche di più sorprendente: la versione studio di “You Know You’re Right.” Sebbene l’uscita ufficiale della canzone non era prevista per altri due mesi, la canzone era stata messa in internet e presa dalle radio. La Geffen Records minacciò di ricorrere in vie legali contro le stazioni che stavano trasmettendo la canzone, ma molte stazioni risposero a questi ordini di cessare e desistere annunciando che avrebbero mandato comunque la canzone poiché c’era una grande domanda da parte degli ascoltatori. La rapida accoglienza favorevole della canzone alla radio – otto anni dopo l’ultimo successo dei Nirvana – sorpresa l’etichetta e quelli dentro le radio. “Era la nostra numero uno con una valanga di voti,” disse Lisa Worden, direttore musicale della grande stazione KROQ di Los Angeles, ai primi di Ottobre. “Il responso telefonico degli ascoltatori è stato eccezionale.”

In 24 ore, la Geffen cambiò marcia e dichiarò la canzone “ufficialmente pubblicata,” a dispetto del fatto che molte canzoni stessero mandando la canzone in bassa qualità audio scaricata dai siti internet dei fan. L’etichetta fece uscire un MP3 di migliore qualità ed in una settimana diedero alle stazioni un CD single “ufficiale” della canzone. A metà Ottobre “You Know You’re Right” era la numero uno delle canzoni di rock moderno della nazione.

L’etichetta mise assieme velocemente un video per la canzone. Chris Haffner, un giovane regista talentuoso che aveva lavorato per video da Tupac Shaker ai System of a Down, fu contattato per editare insieme degli spezzoni per creare un montaggio. La discrezione era così alta che quando il regista sentì per la prima volta la canzone, dice, era in macchina in un parcheggio. “Fui spazzato via,” dice Haffner. “La prima volta che sentì la canzone era così vibrante che pensai tra me stesso, Sei sicuro che Kurt Cobain sia realmente morto?” Il video di Haffner, che usa più di 1,000 frammenti, riporta Cobain in vita.

Il video di Haffner nacque per necessità: non c’era un vero video di Cobain che cantava la canzone. Oltre che per la sessione agli studio di Lang, si sapeva che la band aveva suonato la canzone solo in una occasione, nel 1993 ad un concerto a Chicago. In quella forma la canzone era molto grezza, essendo stata suonata subito dopo che Cobain aveva scritto la melodia. Disse che si intitolava “On The Mountain,” sebbene la ragione per quel titolo non è mai stata chiara dalle parole che ha cantato.

Né Cobain intitolò la canzone quando i Nirvana la registrarono allo studio di Lang nel gennaio 1994. Tutti i presenti, comunque, supposero che si chiamasse “You Know You’re Right” dopo il forte ritornello. La sessione – e la canzone – fu molto più importante per quello che significò nella storia dei Nirvana: da inizio 1994 c’era presentimenti che i Nirvana fossero scoppiati come band. Sebbene il loro ultimo album, In Utero, avesse venduto molte milioni di copie, era la metà di quello che Nevermind aveva fatto. Il tour USA autunnale dei Nirvana del 1993 aveva visto anche edifici mezzi vuoti, che sarebbe stato strano un anno prima. E mentre il gruppo era ancora la più importante band nel rock and roll, questa posizione era precaria. La pressione era tenuta da Cobain.

La sessione ai Land per poco non avvenne. Cobain perse i primi due giorni dei tre previsti della sessione di studio, alla fine arrivò dopo che Novoselic lo individuò. I Nirvana avevano previsto di partire la prossima settimana per un lungo tour europeo, e Cobain stava già lamentandosi di cancellare il viaggio e di finire prima la sessione studio. Quelli intorno a lui non erano se la sua reticenza fosse il risultato della sua dipendenza dalle droghe – che era forte in quel momento – o sue malattie fisiche, di cui si lamentava in continuazione.

Quando cominciò la sessione, pochi nella sala si aspettavano molto da Kurt. Lang racconta che Cobain soffriva di un forte mal di schiena quel giorno – era stato un problema cronico durante la sua vita. “Trascorse parte del tempo sdraiato sul pavimento della stanza B,” ricorda Lang, “guardando il soffitto. Disse che il pavimento duro del pavimento aiutava la sua schiena.”

Durante i precedenti due giorni, Novoselic e Grohl hanno fatto dei demo per delle canzoni che Grohl aveva scritto. Versioni differenti di queste stesse canzoni avrebbero riempito molto del primo album dei Foo Fighters. Anche Novoselic cercò di scrivere del materiale. Cobain frequentemente si era lamentato che sentiva che la maggior parte dell’incarico dei scrivere della band cadeva su di lui, sebbene accettasse i suggerimenti degli altri membri. Ancora, il produttore Adam Kasper aveva l’impressione che questo nuovo album sarebbe stato un lavoro più eguale, con contributi da tutti e tre i musicisti. Kurt trascorse la prima parte della sessione ascoltando il materiale su cui Grohl e Novoselic avevano lavorato in sua assenza. “Dave aveva delle canzoni che stava scrivendo e Krist aveva qualche canzone,” dice Kasper.

Ma quel materiale fu subito dimenticato perché Kurt disse che voleva provare la canzone di Chicago di nuovo. Aveva scritto nuove parole nello studio quel giorno e velocemente riinsegnò la canzone agli altri. “Capivi immediatamente che era una grande canzone,” dice Lang. Ricorda che come Cobain suonò la canzone, Kasper si girò verso di lui nella sala controllo e disse, “E’ veramente bella, Bobby.” Kasper ricorda che la canzone lo colpì come un hit immediato: “In poche parole, quando Kurt entrò con quella canzone fece volar via quasi tutto.”

Il gruppo registrò qualche altra canzone quel giorno ma erano per lo più delle jam. “You Know You’re Right” era chiaramente la gemma della sessione. Kasper, che aveva lavorato anche con Pearl Jam e Soundgarden, ricorda che si sentiva veramente soddisfatto di quanto velocemente la band era stata in grado di registrare la canzone, e di quanto era grande il risultato. “Pensai che quella canzone era bella,” ricorda. “Sapevo che stava succedendo nel momento in cui la sentii.”

Cobain reagì alla canzone come faceva con ogni cosa nella sua vita: finì la canzone con una stoica impronta sulla sua faccia, e poi fumò delle sigarette mentre ascoltava la registrazione. Era abbastanza contento della canzone, e del suono dello studio, così che la band aveva previsto di ritornare al Lang dopo il tour europeo per completare l’album. Ma non fu vero: solo dopo due mesi Cobain sarebbe morto, e “You Know You’re Right” sarebbe rimasta l’ultimissima canzone che i Nirvana abbiano registrato.

Ringrazio il sito The Nirvana Fans per le foto

homepage: http://www.thenirvanafans.com/index.php
link diretto alle foto
 http://www.thenirvanafans.com/nirvanafans/forums/index.php?showtopic=2772


[1] Ristampa da Guitar World, marzo 1999
[2] Ristampa da Guitar World, ottobre 2001 (stampa sbagliata)
[3] Ristampa da Guitar World, ottobre 1996
[4] Ristampa da Guitar World , febbraio 1992
[5] Ristampa da Guitar World , ottobre 2003 (Dal libro Milk It! Collected Musings On The Alternative Music Explosion of The ‘90s, di Jim DeRogatis)
[6] Ristampa da Guitar World , ottobre 1996
[7] Ristampa da Guitar World , agosto 1997
[8] Ristampa da Guitar World , marzo 1995
[9] Ristampa da Guitar World , gennaio 2003

 

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