In Apnea

Déjà vu


 Mi toglievo la cinta dalla vita, mi denudavo i piedi dai leggeri sandali, gettavo lontano la colorata gonna, di seta, scioglievo i capelli dal nastro che li stringeva scrollandoli sulle spalle, come piaceva a te. Mi veniva la pelle d’oca e tu ridevi. Stavamo così vicini da non riuscire a vederci, rapiti entrambi da quel rituale improrogabile, circondati dal caldo odore che, insieme, emanavamo. Mi schiudevo il passaggio per le tue vie, le mie mani attorno al tuo collo proteso e le tue impazienti. Ti sottraevi, mi percorrevi, mi scalavi, mi circondavi con le tue gambe indomabili, mi sussurravi infinite volte vieni con la bocca sulla mia. Nel culmine estremo brillavamo di un fulgore di totale solitudine, ognuno perduto nel proprio abisso infuocato, ma immediatamente risorgevamo di là dal fuoco per scoprirci abbracciati nel disordine di lenzuola stropicciate. Mi scostavi i capelli per guardarmi negli occhi. Delle volte ti sdraiavi accanto a me dicendomi ‘’vieni più vicino’’ nel silenzio del giorno che appena iniziava.