Non praevalebunt
Stiamo vivendo uno scontro culturale epocale: la modernità, intesa come sovvertimento di ogni norma naturale e razionale prima che cristiana, sta sferrando un attacco violento ai fondamenti della civiltà occidentale, mettendo in atto una sistematica persecuzione della Chiesa, che appare l'unica forza atta a opporsi alla ruina mundi. Questo blog nasce da una volontà di impegno: la difesa della civiltà occidentale e della Chiesa di Dio non può essere lasciata alla gerarchie ecclesiastiche, i laici cristiani che siano in piena comunione con il Sommo Pontefice, devono scendere in campo e combattere. Combattere con l'umiltà di chi sa che la vittoria finale può ottenerla solo Cristo, mentre noi siamo collaboratori della Verità. Combattere con decisione e mitezza, con amore e senza risparmio, avendo nel cuore la certezza che, alla fine di tutto, le forze del male NON PRAEVALEBUNT.
Qualche tempo fa leggevo e commentavo in classe il canto XV dell'Inferno dantesco, dedicato alla figura di Brunetto Latini: era il periodo in cui sui giornali campeggiava la notizia del suicidio di Matteo di Torino, che si sarebbe tolto la vita perché dileggiato dai compagni di scuola per via della sua (presunta) omosessualità. E alla notizia tenevano dietro i commenti di politici e di esponenti delle associazioni gay, che prendevano l'aire per agitare la sempre attuale clava dell'omofobia e per sostenere a gran voce che omosessualità ed eterosessualità sono solo caratteristiche della personalità, modelli assolutamente equivalenti. A ciò si aggiungeva la critica feroce, non di rado degradata a contumelia e vituperio, nei confronti della Chiesa cattolica e della sua dottrina, rea di discriminare gli omosessuali e di alimentare un clima di odio nei loro confronti. |
E' apparsa oggi sul dorso milanese de Il Giornale un'intervista a Barbara Marugo, ex modella divenuta vigile, nonché autrice del libro Guardami negli occhi, edito da Mondadori, che racconta la sua vita. Riporto uno stralcio dal pezzo a firma di Maurizio Cabona: Signora Marugo, chi decise che la taglia ideale non fosse più la 42, ma la 38? Parole pesanti. Dalla testimonianza di una donna che è stata del settore moda, da cui è uscita quando ancora avrebbe potuto lavorarvi e non a fine carriera, emerge l'immagine di un mondo tiranneggiato da una lobby gay che impone le proprie condizioni e che concepisce la donna come strumento di ostensione dei propri prodotti: delle grucce per i vestiti creati, come dice efficacemente la Marugo. Questa lobby pretende delle donne sfigurate (così sono da considerare le modelle anoressiche), o meglio delle donne che perdano le caratteristiche somatiche inerenti alla femminilità, per avere semplicemente dei sostegni ai loro abiti. Oltre a significare un palese disprezzo nei confronti della donna (e poi dicono che i gay sono i migliori amici delle donne!), questo comporta conseguenze nefaste, sia sulle modelle, sia sulle donne che prendono le modelle come propri punti di riferimento, indotte a ciò dai media: l'anoressia è una piaga, soprattutto nel mondo delle e degli adolescenti, per la quale è lecito rintracciare delle responsabilità proprio nel mondo omosessuale della moda. +AMDG |
Risale allo scorso dicembre la notizia, pubblicata dalla rivista scientifica Annals of Hematology, che il numero delle morti causate dall'assunzione della pillola Ru 486 è salito a quindici, con il decesso di una donna di Taiwan. Ovviamente la notizia ha avuto poco eco nella stampa, presumibilmente preoccupata di non apparire oscurantista e retrograda nel mostrare i rischi letali di quella che è stata salutata come l'ennesimo strumento di autodeterminazione della donna. Solamente Avvenire e Il Foglio, con articoli firmati da Assuntina Morresi, hanno dato spazio al fatto. +AMDG |
Il primo post del mio blog è dedicato a un tema di scottante attualità: i Di.co., le loro ragioni, i loro presumibili effetti. Riporto stralci dell'intervista al Prof. Vittorio Possenti, ordinario di Filosofia politica dell'Università di Venezia, realizzata da Lucia Bellaspiga e pubblicata su Avvenire sabato 7 aprile (le sottolineature sono mie). Gli astiosi nei confronti della Chiesa e dei cristiani notino che sono parole di un docente di Filosofia politica di un ateneo statale, non di un qualche ecclesiastico rettore di una università pontificia. "La famiglia nella società civile e' all'ordine del giorno da 60 anni, da quando è nata la Costituzione repubblicana, eppure non si osno mai visti passi avanti [...] La manifestazione del 12 maggio è l'occasione da non perdere, la palla al balzo da prendere per rilanciare un tema che altrimenti rischia di scomparire del tutto dalle grandi questioni pubbliche". Parole precise, parole dure: i Dico, frutto di una ideologia follemente libertaria, potrebbero mettere in pericolo la stessa esistenza del popolo Italiano. Per accontentare le lobby degli omosessuali e i furori di politici (catto)progressisti, siamo disposti a pagare questo scotto? Chi non lo è, si ritrovi a Roma il 12 maggio per difendere la famiglia. La famiglia, in sé, senza aggettivi: perché non c'è una famiglia tradizionale e una famiglia, diciamo così, moderna. Di famiglia ce n'è solo una: ce l'hanno consegnata i nostri padri, con la fiducia che l'avremmo trasmessa ai nostri figli. +AMDG |
Inviato da: SemperIdem
il 17/06/2007 alle 22:22
Inviato da: AcQuaPerLePaPere
il 17/06/2007 alle 19:27
Inviato da: mauro757
il 07/05/2007 alle 15:25
Inviato da: SemperIdem
il 07/05/2007 alle 15:09
Inviato da: albertograziola
il 07/05/2007 alle 10:20