Bianco&Nero

Post N° 143


... stavo scrivendo la mia favola di natale per i nipotini, sapete, ormai è una tradizione: dopocena ci riuniamo davanti al camino aspettando che si faccia mezzanotte. Si spegne la tv e si ascoltano i desideri dei bambini ed i loro buoni propositi prima che arrivi Babbo Natale con la gerla carica di doni. Poi si legge la favola e dovreste vederli quei fagottini che ascoltano con la bocca spalancata le storie di regali e di neve, di streghe e di fate mentre i nostri capelli e le nostre parole si impregnano dell’odore della resina dei legni che scoppiettano nel camino. Ecco, ero proprio impegnata a scrivere del cavaliere Beniamino alle prese con i suoi calzettoni di lana pieni di carbone che... Romilda, la mia gatta nera con gli occhi gialli, salta sul tavolo e che fa? Mi scompiglia tutti i cassetti delle parole. E ... no... ora non va! I calzettoni sono pieni di nutella (e così va in fumo la morale della favola) mentre scompare la parola fine e la storia continua con l’ingegnere edile che va in città e vuole costruire... un granaio mentre la mucca Esmeralda gracida in campagna... no no no! “C’è troppa confusione, non c’è più una direzione (sapete, per metterle in riga occorre parlar loro in rima)”. “Ma ci vogliamo stare anche noi nella tua storia!” urlano in coro le furbette che proprio non ne vogliono sapere di tornare al loro posto.E va bene... “tutte in fila allora, da brave. Mettiamo un po’ di ordine nella favola di natale ma così manca un finale. Troppe storie tutte strane...” E così, con tanta pazienza trovano posto la nutella, l’ingegnere, la mucca ed il granaio in una città fantastica dove è sempre Natale, tutti si sorridono e si ascoltano i bimbi e le parole.