Non era un sogno

Goodbye, Ioerò.


Goodbye, Ioerò.
 Tutto accade troppo in fretta. Come se qualcuno avesse premuto il pulsante che fa avanzare la registrazione a velocità superiori, che  rendono ridicole le immagini che passano  sullo schermo della vita. E il bello è che ogni volta che io tento di fermare questo violento avanzamento, battendo senza pietà l’indice su un ostile telecomando, ottengo solo un incremento  della velocità che spinge via qualunque mia forma di resistenza.Succede tutto in fretta. Una illogica apatia rende piatta la visione della vita. I giovani  che battono con successo su mille tastiere, persino su quelle di un telecomando,  e che si spacciano per  figli miei, vivono di registrazioni, non riescono a metabolizzare nessun presente; non hanno appuntamenti con il destino, si muovono nell’oscurità come clandestini, come se non toccasse pure a loro, che si sono imbarcati di nascosto, la responsabilità di condurre la nave in porto.So con certezza che la tempesta sta arrivando. Prevista, sfidata, tracciata, a tratti annunciata.Traggo il peggio dalle mie previsioni. Ho comprato gli ultimi libri dietro cui dovrò barricarmi quando la furia del vento coprirà la mia voce. Ho già messo via le insegne che hanno popolato i miei giorni e le mie battaglie. Il Tempo degli eroi è scaduto, non è stato consumato, dimenticato in una dispensa rimasta chiusa per troppi anni. Eravamo convinti che  accumulando sogni non saremmo giunti alla fine del viaggio piegati sotto il peso dei ricordi.    Potevamo vincere entrambi, tu ed io. Se solo avessimo avuto il coraggio di uscire allo scoperto.Se solo avessimo barattato lo scudo per una spada o per una lancia, se solo non avessimo scavato questa trincea d’acqua fra noi e loro. Allora si che saremmo ancora in prima fila sui bastioni della vita.Ma tutto accade in fretta. I nostri corpi si stanno disfacendo come se la materia di cui siamo nome fosse destinata ad un’ultima mutazione. Siamo stati grazia, una volta luce e speranza. Dannata mutazione. La bellezza è imprigionata dentro una bolla di sapone, una bolla che si sta ghiacciando nella vastità del dolore. Diventeremo ghiaccio, forse, oppure sabbia  sopra cui qualcuno scriverà il suo nome.Siamo  dannati, spenti, sorpassati per strada persino da quelli che credevamo già morti. Siamo rimasti indietro, senza legami con il mondo, incapaci di scrivere sul muro bianco  di un monitor una parola che sia d’amore e di conforto.Ioerò, oggi stai per togliere dal cuore l’accento. Cosa darei per far tornare indietro questo cazzo di discorso e riavvolgere la vita in un abbraccio.Succede troppo in fretta. Anche l’addio avanza a 12x divorando la fine. A 12x, chissà come saremmo stati ridicoli tu ed io. Ridicoli e felici.