Note su note

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L'altra sera un cliente ormai fisso, un tipo strano, è un serbo che ha fatto la guerra, ha vissuto una vita piena di sacrifici e sofferenze e lo si capisce dai suoi discorsi e dai suoi occhi cmq...in evidente alterazione da alcool mi ha fatto una domanda:" Giovanni, qual è per te il massimo?...quando puoi dire di essere arrivato? di essere felice?"Li per li, su due piedi, mentre asciugavo lentamente i bicchieri che poco prima contenevano un liquido che ha contribuito a ridurlo in quello stato, non ho saputo cosa rispondere...Ho pensato a tutto quello che deve aver passato lui nella sua vita, le bombe, la guerra, lui che ha tolto i giorni a diverse persone, che ha lasciato figli senza padri e mogli senza mariti,... qui..., ora..., davanti a me,...ubriaco...cosa posso rispondere?Non lo giudico, non lo faccio perchè è troppo facile, è facile urlare contro Hitler inneggiando a Cheguevara, è facile condannare l'olocausto dimenticandosi le foibe, ...due pesi e due misure, ciascuno agisce per i suoi ideali, l'unica cosa universalmente riconosciuta è che è sbagliato privare della vita un altro essere umano punto e basta, non esistono ideali che tengano, siano essi politici, religiosi o razziali.Tornando al mio "amico" serbo...lui si aspettava una risposta, piegato sul bancone guardandomi negli occhi, cercando di suggerirmi con voce impastata da un tasso alcolico che già l'ha costretto a girare in bicicletta per un anno, traguardi materiali che magari appartenevano più a lui che ad altri:..."soldi"..."donne"..."famiglia"...io lo guardavo da dietro il bancone e in preda ad un black out mentale, non sono riuscito a dargli la risposta che si aspettava...a lui che magari per essere un po' più felice basta tornare nella sua terra ad abbracciare un nipote che non ha mai visto...Tornando a casa ho ripensato a quella domanda che mi aveva lasciato in mutande davanti al mondo..."cos'è per me la felicità?" "qual è il senso della mia vita?"c'ho pensato....e tanto anche...e ancora adesso non so darmi una risposta, non ho mai avuto grosse ambizioni ma mi sta sul cazzo non riuscire a capire cosa mi potrebbe rendere veramente felice...La realtà credo che come sempre sia a portata di mano, non bisogna scervellarsi troppo, è qui davanti a me...ho tutto quello che voglio,... un lavoro che mi piace, un tetto sopra la testa, una ragazza che seppur momentaneamente lontana mi ama e mi capisce fin troppo, degli amici che sono sempre pronti ad ascoltarmi nonostante il mio trasferimento lacustre, un computer e una finestra sul mondo,... una chitarra...e tante pagine bianche da riempire...cosa posso volere di più?...