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DUELLO A DISTANZA BERLUSCONI-FINI


AGI) - Roma, 21 mag. - Duello a distanza tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini sul ruolo del Parlamento e sul metodo per arrivare a riforme fondamentali per il Paese. Il premier interviene all'assemblea di Confindustria e attacca: "la legislazione va cambiata, perche' il presidente del Consiglio non ha nessun potere", "tutti i poteri ce li ha il Parlamento, che pero' e' pletorico". Ma per snellire il Parlamento e "arrivare a questo ci sara' bisogno di un disegno di legge di iniziativa popolare, perche' non si puo' chiedere ai capponi e ai tacchini di anticipare il Natale". Spesso i deputati "passano le giornate solo a schiacciare il bottone e questa e' la pura realta'. Le assemblee pletoriche sono inutili e a volte anche controproducenti". Il premier ha anche attaccato i magistrati e la giustizia penale, definita "patologica". Poi ha annunciato: "C'e' tutto il mio impegno ad andare avanti con la riforma della giustizia penale. Non ci fermeremo, fino a quando avremo diviso l'ordine del magistrati dall'ordine degli accusatori". Ma a stretto giro di posta, intervenendo ad un convegno sul federalismo, il presidente della Camera ha difeso il ruolo del Parlamento ed ha indicato come via per le riforme il dialogo e la condivisione. "L'iter della legge sul federalismo fiscale - ha detto - smentisce la tesi dell'inevitabile tramonto del ruolo del Parlamento come legislatore, della sua presunta marginalizzazione nella definizione delle leggi". Per Fini "il Parlamento, quando riesce a operare attraverso procedure 'aperte', e' e viene percepito dalla societa' come un interlocutore ineludibile, qualificato e impegnato". In particolare, proprio l'esempio di un provvedimento cosi' importante come la riforma del federalismo fiscale ha dimostrato che "l'approfondimento parlamentare di una serie di questioni non ha affatto impedito l'approvazione in tempi piu' che ragionevoli. Il recupero di un corretto metodo di lavoro parlamentare - ha detto ancora Fini - conferma che le grandi riforme, che coinvolgono il Paese nel suo complesso, devono essere realizzate attraverso il piu' ampio confronto. Forzature e chiusure pregiudiziali non servono se non