N u a g e s

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     Mi danno tanta forza queste vecchie immagini. Si stagliano così nette, a tutto tondo. Paura ma anche orgoglio, sentimenti che danno carattere a figure simili. Perchè poi pensi alle loro vite di allora, alla loro qualita' lavorativa, all'espressione di quei ritmi, dove non conoscevano il benessere di oggi, se non solo furie, nelle loro stagioni. Senza trionfi, senza parate di Stato o star del cinema.  Esistenze difficili, semplici e lineari in cui le azioni prendono rilievo per forza di contrasto.Come certe vite. Svagate, sciatte quelle di uni, instancabili e accanite, quelle di altre. Voglio pensare a ragioni di fierezza consumate in un faticare che non conosce soste. Perchè da ogni occupazione soprattutto la piu' silente, si esiga rispetto e la comprensione di tutti. Peccato, peccato non lo si riconosca sempre, o peggio, non lo si riconosca piu'. Perchè quando pensi alla parola pri.vi.le.gio vuoi pensare, sperare che a timone della nave di ogni e qualsiasi Stato, ci siano Persone sempre degne di esser chiamate tali. Che riconoscano stima e considerazione in chi ci vive ma anche in chi non ha che da emigrare altrove. E, qualora invece ce ne sia, non lasciar mortificare le esistenze. Non esser trattati come tanti inutili 'pazienti', laddove si arrivi a pensare di avere piu' consolazione di chiacchiere ... che di ricette.