N u a g e s

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          Da giorniil mare prima di vederloera un odore.Un sudore salato,ognuno immaginava di che forma. Sara' una mezza luna coricata,sara' come il tappeto di preghiera,sara' come i capelli di mia madre. Beviamo sulla spiaggia il té dei berberi,cuciniamo le uova rubate agli uccelli bianchi.Pescatori ci offrono pesci luminosi,succhiamo la polpa da scheletri di spine trasparenti. L'anziano accanto al fuoco tratta coi mercantiil prezzo di salire sul mare di nessuno. Notte di pazienza,il mare viaggia verso di noiall'alba l'orizzonte affonda nella tasca delle onde. Nel mucchio nostro,con le donne in mezzoun bimbo muore in braccio alla madre. Sia la migliore sorte,una fine da grembo.Lo calano alle onde, un canto a bassa voce. Il  mare avvolge in un rotolo di schiuma,la foglia caduta dall'albero degli uomini. Vogliono rimandarci,chiedono dove stavo primaquale posto lasciato alle spalle. Mi giro di schienaquesto è tutto l'indietro che mi resta.Si offendono,per loro non è la seconda faccia. Noi, onoriamo la nucada dove si precipita il futuroche non sta davanti,ma arriva da dietro e scavalca. Devi tornare a casa.Ne avessi una, restavo.Nemmeno gli assassini ci rivogliono. Rimetteteci sopra la barca,scacciateci da uomininon siamo bagagli da spedire e tu, Nordnon sei degno di te stesso.    
     La nostra terra inghiottitanon esiste sotto i piedi.La nostra patria è una barca,un guscio aperto. Potete respingere,non riportare indietro.E' cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata. Faremmo i servi,i figli che non fate.Le nostre vite saranno i vostri libri d'avventura. Portiamo Omero e Dante,il cieco e il pellegrino,l'odore che perdeste.E l'uguaglianza che avete sottomesso.   Erri de Luca