Non c'è da esser mite. Benigno, forse.O ben disposti.E talvolta temere che. . . i fatti umani, alcuni fatti umani, non abbiano un giudice piu' intelligente o piu' audace, benché protetto dalla vilta' del silenzio. E quel demone dell'ironia che ti morde. Ti morde a tal punto che ci si senta il peggior nemico del proprio sentimento. Come mera finzione artistica, debolezza umana. Incanto del cuore.
[ on airSchubert - Piano Trio n° 2, II ]