Nugae

Cinema Astra


 Al centro c'è un vecchio cinema, uno di quelli che dieci anni fa dovevano essere all'avanguardia: insegna al neon in caratteri enormi, tre sale, comodi divani e una hall da grande albergo. Oggi è triste e anacronistico, semivuoto. Non serve prenotare il biglietto, non c'è neppure la necessità dei posti assegnati. Entri e ti siedi dove vuoi, tanto è quasi sempre deserto. La donna alla cassa è anziana, ha gli occhi che brillano però, ed è di quelle che, guardandoti, sanno darti la tua età. Non ti chiama signora solo perché oggi così impone l'uso. Lo sa che ancora non arrivi ai trenta e ti stacca il biglietto senza chiederti inutilmente quanti te ne occorrono. Lo vede bene che sei da sola e non assume quell'odiosa espressione di commiserazione che ti fa sentire una marziana, per il semplice motivo di non aver nessuno seduto accanto durante la proiezione. Ti indica la sala gentilmente, quasi accompagnandoti con lo sguardo fino alla poltrona. E sorride perché, dei tre in cartellone, hai scelto il film che piace anche a lei. Probabilmente immagina che, a casa, non avrai con chi parlarne. Che hai deciso di guardare "Gli abbracci spezzati", per non pensare ai tuoi perduti. O forse proprio per avere un'occasione in più di riviverli nel ricordo, per immedesimazione con quanto accade sullo schermo, e provare a piangere annegando nelle lacrime tutto quel dolore che ti scava dentro un vuoto insostenibilmente pesante.