Nugae

Nel perdere un bottone invece mi sento persA anch'io per sempre.


 
Giocavo con i bottoni, da piccola.Mi piaceva cercare la scatola di latta verde, nell'anta destra della macchina da cucire della nonna e agitarla tenendo ben saldo il coperchio per sentire il rumore di quel piccolo mare di plastica cangiante. Poi immergevo le mani in quel freddo arcobaleno di colori e forme e rovesciavo il tesoro sul morbido del letto. Era come contare le monete di un tesoro. Cercavo i bottoni rossi del vecchio cappotto: grossi e quadrati. Quelli a strisce bianche e blu del completino marinaro abbinato ai sandali che rubavo a mia sorella, benché mi stessero grandi di un paio di numeri. E quelli viola a campanelle brillantinate del golfino della domenica. I bottoni erano il passato e il futuro. La nonna li avrebbe cuciti su altri abiti, avrebbero scintillato su camicie nuove senza cancellare il ricordo di quelle ormai in disuso. Il presente erano i giochi, il mare, il loro suono metallico contro la scatola ottagonale. E il ponte tra il prima e il dopo: il sorriso della mia fantasia di bimba. Come oggi accade con le parole, anche quelle che ho smesso di dire. Perchè l'asola resta vuota e abbottono male i pensieri.