Nugae

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Ha disegnato un treno a vapore: rosso con dieci ruote e un solo finestrino azzurro. Tutti gli altri sono affollati di visi e di braccia, a gruppi di tre. Nudi, un rosa omogeneo dal primo all'ultimo, ognuno replica del precedente. Il disegno è per me, lo dice la dedica infondo, nella scrittura incerta dei suoi sette anni. Lui mi guarda, si nasconde e mi allunga il foglio. Non lo sa che quel treno mi mette dentro un'angoscia che s'impasta ai pensieri e rinnova il senso di colpa. Non lo sa che c'erano treni che andavano ad Oshventshim. Non lo sa che quelle teste con i capelli approssimati dalla sua matita infantile, mi hanno immancabilmente ricordato gli innumerevoli yidn diventati fumo nel vento. Io lo sento tutti i giorni quel vento, non solo oggi che siamo prossimi al 27 gennaio. Perché la vergogna per quell'orrore non osserva le ricorrenze del calendario. Non c'ero, non ho visto. Ma la sento lo stesso quella sferzata d'aria pungente che gela il sangue e l'unico modo che conosco per non dimenticare è andarle incontro.