Non lo so se è vero che scegliere implichi una piccola morte o meglio, l'amputazione di quella parte di noi che avrebbe agito all'opposto. Ho avuto spesso la sensazione che non ci fossero alternative. Era così ovvio seguire la retta via, che l'altra ho finito per non vederla. Non lo so se è vero che s'impari sbagliando e che gli errori servano per riuscire a conoscersi e capirsi. Mi son lasciata imbavagliare dalla presunzione assurda della pretesa di perfezione e sono inevitabilmente andata incontro alla delusione costante. Non lo so se a furia di fallimenti, si arrivi a fallire meglio. Beckett dice di sì, io non ci giurerei. Ma mai come questa volta, vorrei avere torto marcio.