Creato da leitraot il 27/10/2005

Nugae

Bisogna continuamente ricominciare dalla fine

 

 

« Chiacchierate con la CriGiornata delle memorie »

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Post n°190 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da leitraot
 

 

Ha disegnato un treno a vapore: rosso con dieci ruote e un solo finestrino azzurro. Tutti gli altri sono affollati di visi e di braccia, a gruppi di tre. Nudi, un rosa omogeneo dal primo all'ultimo, ognuno replica del precedente. Il disegno è per me, lo dice la dedica infondo, nella scrittura incerta dei suoi sette anni. Lui mi guarda, si nasconde e mi allunga il foglio. Non lo sa che quel treno mi mette dentro un'angoscia che s'impasta ai pensieri e rinnova il senso di colpa. Non lo sa che c'erano treni che andavano ad Oshventshim. Non lo sa che quelle teste con i capelli approssimati dalla sua matita infantile, mi hanno immancabilmente ricordato gli innumerevoli yidn diventati fumo nel vento. Io lo sento tutti i giorni quel vento, non solo oggi che siamo prossimi al 27 gennaio. Perché la vergogna per quell'orrore non osserva le ricorrenze del calendario.
Non c'ero, non ho visto. Ma la sento lo stesso quella sferzata d'aria pungente che gela il sangue e l'unico modo che conosco per non dimenticare è andarle incontro.

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Commenti al Post:
mia_euridice
mia_euridice il 22/01/10 alle 07:31 via WEB
Sai quanto legga di quelle vite. Come te. Abbiamo imparato molto da loro, grazie alle voci di chi non smette di ricordare. Fanno memoria. E l'hai fatta anche tu. Grazie, anche a Francesco.
 
 
leitraot
leitraot il 22/01/10 alle 20:16 via WEB
Sì, lo so. Leggo anche le tue recensioni e mi fa piacere condivida. Per me scriverne è un'urgenza.
 
Grilletto81
Grilletto81 il 22/01/10 alle 10:25 via WEB
L'altra sera c'era un documentario sul processo di Norimberga. Una sopravvissuta raccontava della finestra da cui vedeva i bambini e le donne separate dagli uomini, all'ingresso del campo. Parlava spedita, trascinata dal racconto, nonostante i giudici la richiassero a rallentare per consentire, credo, al dattilografo di trascrivere. Ho visto scene di medici che conducevano esperimenti sui bambini: terrificanti, nonostante mancasse l'audio e le sequenze fossero brevi. Ho dovuto cambiare canale, e non lo dico per fare retorica. Temo ci sia una pericolosa tendenza alla dimenticanza, e che trasmissioni come questa (checchè ne dicano i benpensanti) farebbero alle coscienze un favore molto più grande di quanto lo possa fare un programma di cantanti o un Grande Fratello. Con tutto il rispetto per i varietà. Che possono essere il molto, ma non il tutto.
 
 
leitraot
leitraot il 22/01/10 alle 20:19 via WEB
Posso immaginare quanto fosse crudo il documentario, ne ho visti alcuni sull'argomento e credo di poter capire. Peccato solo che li trasmettano ad orari improponibili e prevalentemente in questo periodo dell'anno, come se il dovere di ricordare si restringesse al 27 gennaio e ai pochi giorni precedenti o successivi.
 
qualchevoltasuccede
qualchevoltasuccede il 22/01/10 alle 15:12 via WEB
no, non si dimentica!
 
 
leitraot
leitraot il 22/01/10 alle 20:21 via WEB
Purtroppo si dimentica eccome! La generazione dei sopravvissuti ai lager sta per scomparire e a molti fa comodo dimenticare o addirittura negare. Anche tra quelli che ricordano, c'è spesso solo un atteggiamento di facciata, imbastito sulla retorica delle occasioni speciali.
 
Bluemonet1977
Bluemonet1977 il 25/01/10 alle 15:28 via WEB
Un orrore indicibile, una malvagia regia, una diabolica e "lucida" follia, progettata a tavolino che non ha nulla di umano...il pericolo dell'oblìo è reale, più di quanto si creda...non si deve perdere nulla....una memoria che deve essere costantemente curata, affinchè nessuno osi dimenticare...ascoltare le parole, osservare gli sguardi dei sopravvissuti è devastante...assolutamente devastante...
 
 
leitraot
leitraot il 26/01/10 alle 19:32 via WEB
Devastante, ma necessario.
 
   
Bluemonet1977
Bluemonet1977 il 27/01/10 alle 11:05 via WEB
Non esiste dubbio in tal senso...non bisogna mai abbassare la guardia...e non solo una volta l'anno (anche se molti han bisogno delle "feste comandate" per dare sostanza a parole come Natale e Pesah)
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 25/01/10 alle 16:34 via WEB
Purtroppo la memoria serve a poco, senza la sensibilità necessaria. Più che a ricordare, io punterei ad educare: forse se parlassimo un po' di più ai sette anni dei nostri figli non ci sarebbe bisogno di tanta "memoria". Forse non esisterebbe, tanta triste memoria.
Non c'è bisogno di ricordare, per sentire l'orrore. Quello dei tanti ebrei passati per i camini di Auschwitz; quello delle migliaia di cinesi inginocchiati in piazza, bendati e con una rivoltella puntata alla nuca; quello dei morti ammassati per le strade dei campi profughi di Sabra e Shatila con gli israeliani "figli della shaoah" che che volgono gli occhi altrove.
Il fatto è che la memoria fa comodo solo quando torna a favore; il fatto è che si chiede di mettersi nei panni altrui a chi non riesce nemmeno a svestirsi dei propri; Il fatto è che certe cose le si sente solo sulla propria pelle... e a volte non basta neanche, perché spesso chi ha conosciuto le miserie della vita è il primo a rifuggirle o a chiederne conto come di un credito. Perdonate l'asprezza.
 
 
leitraot
leitraot il 26/01/10 alle 19:41 via WEB
E' vero, se alla memoria non si unisce la giusta sensibilità, ricordare non ha valore. Per questo in qualche commento più su parlavo di atteggiamento di facciata, imbastito sulla retorica delle occasioni speciali, da parte di molti. Vestire i panni dell'altro per capire e provare quella solidarietà concreta, fatta di gesti e non solo di pensieri fumosi, che dovrebbe essere l'abc dello stare al mondo, è ancora qualcosa di troppo raro. Oggi non meno di ieri. Quando si accettavano le leggi razziali, quando la diversità era una colpa. Settant'anni dopo, non è cambiato molto. E' solo tutto meno evidente. E non mi riferisco solo all'antiemitismo, purtroppo.
 
ProBonoMalo
ProBonoMalo il 26/01/10 alle 15:16 via WEB
La metafora del vapore fumoso di quel treno è terribile, perchè fa un tutt'uno con il fumo del "camino", lo prefigura. E nello spazio fra quel vapore e quel fumo, la pianificazione industriale del massacro.
 
 
leitraot
leitraot il 26/01/10 alle 20:40 via WEB
Sì, una metafora agghiacciante.
 
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