Nugae

Referendum: Erri De Luca per l'acqua pubblica

Carezze

Venerdì sera c'era Erri De Luca dalla Bignardi. Avevo finito di leggere "E disse" proprio la mattina stessa, sul treno. Adoro le coincidenze che mi fanno brillare gli occhi. Lo ascolto e succede che ad ogni domanda, so già quello che risponderà. Perchè lui è nei suoi libri. Lui è i suoi libri. E io non distinguo più i titoli: tutte le pagine sono un continuum che mi tocca l'anima come una carezza ruvida, ma bellissima. 

Prigioni

Juliette: Lei guarda sempre il mondo attraverso i libri, vero?
Michael: I libri mi hanno aiutato. Sono meglio degli uomini a volte, non le pare?

(Jean Louis Aubert - Dis Quand Reviendras Tu, video di ConfTrInt)

Il cigno nero

Nina, vieni qui. Ascolta. Il cinema è vuoto. Il teatro applaude ancora. E io ti guardo scossa dalla tua verità. Sei tragicamente bella, una scultura di cristallo andata in frantumi. Un'anima bruciata nel dolore del suo tormento....Io lo so cosa significa combattere contro di sé. Rigida dentro una vita di divieti e dannatamente infelice, sempre lontanissima da quel traguardo impossibile cui sacrifichi ogni respiro. Io lo so che il sangue non lava via l'angoscia di un'inadeguatezza costante. Lo so, Nina, anche se non ho mai messo le punte.

Un po' di vita,
lasciati andare.
Dimentica l'ossessione della perfezione.
Smettila di chiedere scusa.
Smettila di essere debole.
Per Thomas è facile.
Lui sa chiedere.
Lui sa prendersi tutto quello che vuole, persino ciò che non è lecito.

Vieni qui, Nina. Ascoltami. Smettila di aver paura di te. Di punirti. Di seviziarti. Io lo so che non serve a nulla. Non ti fa stare meglio. Fuggi via da quel mondo rosa di bambole e carillon. Non sarai un'etoile in risarcimento dei fallimenti di tua madre. Non sarai una donna annegando in quelle labbra bugiarde. Cresci. Impara ad amarti e ad accogliere la tua fragilità. Affronta il tuo canto del cigno. Combatti i fantasmi più neri che deformano la realtà in mille specchi cangianti. Fermati e guardati dentro. Riconosciti e comincia a vivere. Perché nella morte non c'è nessuna catarsi, quando si è contemporaneamente vittima e carnefice di sé stessi.

Zeno Vezzalini

Io ricordo tutti i giorni.
Io non ho bisogno del 27 gennaio.
Auschwitz è un monito feroce. Non riesco a superarlo. Non so andare oltre la barbarie della cancellazione di 6000000 di esseri umani. Non so rassegnarmi alla violenza di un popolo che ne annienta un altro, disconoscendone la dignità.
Nessun libro, film o documento può spiegare fino in fondo quell'inferno. Niente è forte come lo sguardo di chi ci è stato dentro e si fa testimone della storia.
Grazie di cuore a "nonno" Zeno che ha scelto di raccontare a me e ai miei piccoli alunni, la sua esperienza di internato nei lager nazisti. Senza alcuna retorica: parole semplici come le sue mani nodose e stanche, che dicono il lavoro in miniera, gli stenti e insieme la felicità di poter festeggiare il novantunesimo compleanno di un uomo che non ha mai smesso di cercare il sole oltre le nubi, che non ha mai abbandonato la speranza e, per questo, ha saputo sopravvivere all'orrore.